Nel giardino...

Sawako Manabi

Tsumugi non aveva mostrato alcuna emozione alla confessione di Sawa riguardo alla sua verginità e nel profondo la ragazza gliene fu grata. Forse era stupita perché stava aspettando tanto per consumare la sua prima volta con qualcuno, o forse la considerava stupida perché a quanto pareva per Tsumugi il sesso era una cosa da poco.
Non se la sentì di condividere quel pensiero, era anche un po' seccata perché, nonostante tutti i suoi sforzi per capire l'amica, non riusciva a non pensare a lei come a una "superficiale e provocatrice". La cosa non le stava bene, poiché la compagna di classe non aveva ancora dato segno di provarci con lei.
"Sono così poco attraente?", pensò stupidamente, per poi smentire tutto con uno sbuffo. "Ma perché dovrebbe importarmene?". Sawa proprio non riusciva a capire il motivo per cui si sentiva tanto nervosa, quasi si sentiva in colpa per quello che le passava per la testa e non voleva altro che svuotarsi la mente di tutte quelle stupidaggini.
Le gambe le stavano addormentandosi in quella posizione e decise di sdraiarsi sull'erba con la spalla a pochi centimetri da quella di Tsumugi, con il viso rivolto al cielo stellato. Neanche la compagna era riuscita ad innamorarsi perché non aveva ancora trovato la persona giusta, proprio come lei. Però non condivideva quell'abitudine di cedere il proprio corpo in modo così affabile. Certo, la sua storia era quanto mai triste e riusciva a spiegarsi molte più cose. Non sapeva che dire a proposito dei suoi genitori, le sarebbero uscite dalla bocca solo banali parole di scusa o consolazione, perciò preferì rimanere in silenzio.
-Io invece continuerò a credere nell'amore vero ancora per un po', o mi sentirò ancora più stupida... Non ho nemmeno mai dato il primo bacio! Sto esagerando, secondo te? Dovrei lasciarmi più andare?-, chiese a Tsumugi girando la testa verso di lei. Erano vicine e la presenza della ragazza inquietava Sawa. La faceva sentire strana, come se delle scariche a bassa densità la scuotessero facendole fremere tutto il corpo e non riusciva proprio a spiegarsi il motivo di ciò che le stava succedendo.
Probabilmente, in parte dipendeva da tutte le riflessioni fatte su sé stessa che, anche se molto lentamente, la stavano avvicinando a una nuova consapevolezza di sé. Ma ci sarebbe voluto tempo.