Al chiaro di luna ci si sente un pò soli.

Perona

Si sentiva soddisfatta: ora aveva una dama di compagnia e lei ne era addirittura contenta.
Sospirò e tornò a fissare il cielo.
- Ti piacciono i fantasmi, mia piccola Layla? -

Chii

Continuando a tenere le ginocchia al petto e cingendosi le gambe con le braccia, seguì lo sguardo di Perona sul cielo. Guardava la luna, ne era affascinata in modo quasi morboso. Alla domanda di lei, Chii annuì.
-Mi piace questo genere di cose..
S'interruppe e le venne un dubbio atroce.
-Ma tu non sei un fantasma, vero??
Domandò allarmata, guardandola.
Forse aveva qualche rotella fuori posto anche lei.

Perona

Si lasciò andare ad una delle sue risate fragorose e quasi nervose.
- Oh no, non essere sciocca! Ma io sono la principessa dei fantasmi... - Disse, con tono un po' inquietante.
Poi sollevò la mano, come se stesse accarezzando qualcosa, ma di fronte a lei non c'era nulla.

Chii

Probabilmente, a Chii quello sembrava tutto un gioco.
Avendo vissuto gran parte della sua vita nella villa dei genitori, lontana da ogni tipo di relazione sociale, per lei era meraviglioso poter parlare con qualcuno così liberamente.
Sorrise debole.
-Allora tu li vedi..
Mormorò osservandola accarezzare il vuoto.
-Mi piacerebbe poterli vedere.
Aggiunse con fare sognante.

Perona

Abbassò leggermente le palpebre, comprendo la pupilla per metà, fissando intensamente il vuoto davanti a sè.
- Oh, no, non lo diresti se potessi vederli davvero. -
Poi smise di muovere le mani in aria e riaprì gli occhi per bene, si voltò verso Chii, accigliata.
Rimase a fissarla per un paio di secondi.
Dopodichè scattò all'inpiedi e, sollevando il mento, disse:
- Su, andiamo. Devi pettinarmi i capelli. -

Chii

Quella risposta non lasciava spazio ad ulteriori domande, così Chii tacque.
Quando Perona la esortò ad alzarsi per andare a pettinarle i capelli, Chii parve entusiasta. Non pensava nemmeno al fatto di dover seguire una sconosciuta chissà dove: la sua mente era tornata a quando era piccola e trascorreva tantissimo tempo a spazzolare i bei capelli lunghi e biondi della madre.
La ragazza, con fare composto, si alzò dalla panchina e affiancò Perona,dopo aver raccolto il suo diario. Le sorrise, lasciando che la guidasse.
-Dove andiamo?
Chiese pacata e fiduciosa.

Perona

Della sua obbedienza parve molto soddisfatta e iniziò a pavoneggiarsi, gonfiando il petto.
Le si affiancò, coprendo anche lei con il proprio strano ombrello aperto.
- Andiamo a pettinarmi i capelli, te l'ho già detto. Non porre domande inutile. - Disse, un po' stizzita. Le dame da compagnia non dovevano farle poi troppa compagnia.

Chii

Dopo quella risposta, Chii chinò il capo e parve rattristarsi.
Seguì Perona senza dire una parola.

Perona

- Molto bene, mia cara Layla, una dama di compagnia sa stare in silenzio. -
Fece ruotare l'ombrello ed uscirono dal parco.
Parcheggiata poco vicino l'entrata vi era una macchina a dir poco strana: era tondeggiante, quasi a forma di zucca, rossa con le rifiniture nere. I fari erano tondi e sul tetto vi erano disegnati dei teschi neri.
Dentro, nonostante tutto, era abbastanza spaziosa e i sedili posteriori erano interamente occupati da un pupazzo gigante a forma di fantasma bianco con gli occhi e la bocca neri.
Gli interni erano in pelle e tutti a scacchi bianchi e neri.
Perona salì in macchina e aprì lo sportello del passeggero.
- Sali pure Chii. -

Chii

Fermandosi al cospetto di quella strana automobile, la piccola Chii restò imbambolata ad osservarla per diversi istanti, quando finalmente la voce di Perona che la invitava a salire, la scosse.
Chii fece il giro dell'auto, per poi prendere posto sul sedile del passeggero.
Adesso sorrideva tenera, osservando l'enorme pupazzo.

Perona

Si allacciò la cintura. Dopodichè partì sgommando.

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Nuova role.

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Naoto Fuyumine

Camminando più o meno in silenzio arrivarono fino al parco.
Ormai la luna era alta e il parco pressocché vuoto e silenzioso, sebbene Naoto sapesse che quella zona di notte poteva essere pericolosa.
Ma lei non aveva paura e avrebbe saputo difendere anche Isabelle eventualmente da qualche teppistello.

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Isabelle Laine
-Ah!Il parco! E' da quando sono piccola che vorrei visitarne uno.-
Isabelle sembrava eccitata all'idea di andare in un posto del genere, ma nonostante questo, rimaneva sempre composta.
-un parco pubblico...intendo.-
Aggiunse, rendendosi conto che in qualche modo sua madre l'aveva tenuta davvero sotto una campana di vetro, ma molte volte lei si sentiva esclusa da qualsiasi abitudine normale che le altre persone avevano.

Naoto Fuyumine

Si lasciò distrarre dalle parole di Isabelle, sghignazzando:
- Posso capire che nella tua vita da principessa non ti sei mescolata ai comuni mortali, ma da quando vivi un Motel una passeggiata nel parco avresti anche potuto farla prima! - il suo tono era assolutamente ironico e non aggressivo.

La portò su un sentiero, che s'inoltrava tra gli alberi e lasciava la via principale invece ben ciottolata.
Naoto indossava degli anfibi, ma si voltò a guardare i piedi di Isabelle per accertarsi di che scarpe portasse.

Isabelle Laine
Isabelle la guardò e non poteva dargli torto.
Insomma... la verità è che qualche volta ci era già andata, ma forse non era mai riuscita ad apprezzare quei posti per davvero.
-Il sangue blu infondo rimane sempre, non credi?-
Disse atteggiandosi da finta vanitosa.
Ora quel posto sembrava molto più naturale, ma beh...le sue ballerine scure non erano per nulla adatte a dei posti del genere.