* mega abbraccio *
io ho una storia simile, anche se meno traumatica dal lato della bisessualità...il mio primo bacio l'ho dato a 15 anni alla mia migliore amica...una sera eravamo in spiaggia sole e lei mi stava tirando una menata perchè un ragazzo le aveva detto che non era brava a baciare e io, che in quel periodo avevo cominciato ad ammettere a me stessa che guardavo con lo stesso interesse sia maschi che femmine, per schezo le ho detto : " adesso basta con queste menate! Vuoi sapere se baci bene? Bacia me allora così posso dirtelo sinceramente!"...c'è stato un momento di silenzio e ci siamo date un bacio,,,la cosa che mi ha ferito? La sua faccia disgustata e il fatto che non ha voluto riparlare mai dell'accaduto e che ogni volta che accennavo al discorso lei mi guardava con odio e mi diceva "Non è mai successo, capito?"....io avevo appena avuto l'esperienza più bella della mia vita....
ok questa è la serata delle confessioni romantiche mi sa...
Song 10: Doubts
Dopo aver finito lo spuntino a base di the al gelsomino e cupcakes mi era venuto un po’ di sonno. Tutte le emozioni di quel giorno stavano cominciando ad accumularsi: il rivederti all'entrata di scuola, il colloquio nell'aula di musica, la bugia al preside, l’aver visitato casa tua.
Inconsciamente lasciai andare un sospirone chiudendo gli occhi e stirai il collo di qua e di là massaggiandolo con una mano.
“Sayuri-chan tutto bene? Vuoi tornare a casa tua? Ti stai annoiando?”
“No, Hana-chan, va tutto benissimo. Sono solo un po’ stanca, tutto qui. E’ stata una giornata molto…intensa…e non ho dormito molto questa notte.”
“Potevi dirmelo, cucciola.”
Sentirti rivolgere a me con quel nomignolo ha fatto sobbalzare il mio cuore. Allora forse ci tenevi un po’ a me.
“Non ti avrei mai trascinata qua sapendo che invece avevi bisogno di un buon sonnellino ristoratore. Ma fortunatamente possiamo rimediare. I tuoi genitori si arrabbiano tanto se stai una notte fuori casa?”
Una notte fuori casa……mmmm, no non dovrebbe essere un problema.
Ehhhhh?
Hana mi stai per caso chiedendo di rimanere qui? In questa casa? Proprio qui? Con te?
Non so se ce la faccio davvero.“Mmmmm…teoricamente no. Aspetta che provo a fare una telefonata…”
Il cuore mi batteva a mille. Dovevo trovare una scusa da dire ai miei. E in fretta. E se mi avessero scoperto? Forse non ero capace di mentire a loro. Avevo sempre detto loro tutto.
Le dita mi tremavano mentre componevo il numero.
Biiiiip.
Biiiiiip.
Ti prego mamma non rispondere così ti lascio un messaggio in segreteria e siamo più felici tutti. <buongiorno, famiglia Takagawa…>
“Ehi mamma sono io, Sayuri…”
< Ciao principessa, è successo qualcosa? Di solito non chiami mai a casa. >
“Si..cioè no, non è successo niente. Ascolta…c’è una mia compagna molto in difficoltà con una materia e siccome domani deve esporre in classe il progetto di gruppo avrebbe bisogno che rimanessi con lei stasera per aiutarla e memorizzare tutto bene. Posso dormire da lei?”
Dimmi di si e riaggancia.
Dimmi di si e riaggancia.
Ti prego non ti mentirò più lo giuro.
Ti prego. <non lo so, principessa, dovrei chiedere anche a tuo padre. Ma chi è la tua amica? La conosciamo?>
Merda.
Play it cool. “Ma si mamma…suo padre è amministratore delegato di quella grande azienda…dai quella che si sente sempre alla tv…ci sono guardie del corpo dappertutto a casa sua e non andremo da nessuna parte che non sia il suo studio. Poi domani mattina mi darà un passaggio in macchina il suo autista e il bento me lo preparerà il suo maggiordomo.”
Pausa.
<stai parlando di quella signorina Nagashi? La figlia del signor Nagashi della J. Electronic? Oh, cara non c’è problema. Sono una famiglia benvoluta e rispettata e mi hanno detto che la signorina ha ricevuto una severa educazione da una tata inglese fino ai 13 anni. Finchè ti circondi di amicizie come questa, puoi stare fuori a dormire quante volte vuoi, basta che avvisi prima…Allora a domani eh…Buono studio, principessa. E per quanto riguarda tuo padre, ci penso io non ti preoccupare.>
“Ok mamma, grazie mille. Ti voglio bene. A domani.”
Bip.
Ho premuto il tasto rosso di fine chiamata guardando il cellulare quasi in trance. Mi era bastato fare il tuo nome per far sciogliere anche la più severa delle madri.
Tu mi stavi fissando dal’inizio della telefonata, molto eccitata per questo cambio di programma imprevisto.
“Allora che ha detto? Ti devo rapire perché non ti fanno dormire fuori? Perché se è così vado subito a chiudere la porta a chiave e a sprangare le finestre perché tu per nessuna ragione te ne andrai da qui…”
Guardando nel vuoto, ho mormorato a fior di labbra: “No, posso restare…”
Mentre ero al telefono con mia madre mille pensieri mi avevano attraversato la testa ed ora cominciavo a dubitare del mio giudizio.
Mi sono girata verso di te e ti ho detto, con espressione seria:
“Cosa vuoi da me Hana?”
La mia bocca si muoveva da sola senza che il mio cervello avesse alcuna capacità di filtrare le mie affermazioni. Ho cominciato a parlare a ruota libera, come un carillon rotto.
Cosa mi stavi facendo Hana? Io ero stata sempre la ragazza tranquilla, la ragazza seria, la ragazza ubbidiente, la ragazza affidabile, la ragazza equilibrata.
E tutto di un colpo, tutte le emozioni che provavo mi avevano invaso il cuore e il cervello. Mille dubbi cominciavano a infettare la mia testa e d’un tratto non sapevo più quello che volevo e quello che stavo facendo.