Yuri's Heart ~ GDR Yuri, Manga, Hot & Soft Yuri

Fan Fiction su Strawberry Panic

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Frenki931
CAT_IMG Posted on 19/6/2013, 21:20     +1   -1




Grazie :)
 
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Frenki931
CAT_IMG Posted on 27/6/2013, 12:33     +1   -1




Bene, questo è il penultimo capitolo, poi ci sono i Finali. Già, non contento, di un finale ne scrissi ben quattro XD.
I primi due sono simili fra loro, nel secondo ho fatto modifiche ( comunque importanti ) che mi ero risparmiato nel primo. Il terzo e il quarto invece sono diversi.






Capitolo LII: Amori diversi

Il primo profumo d’estate, un aroma non ancora pungente come le zanzare appena arrivate e non torrido quanto i soli di luglio e agosto, è inebriante e liberatore.

Spirò l’ennesima boccata d’aria sotto l’ombrellone celestino e s’aggiustò la parte superiore del costume che, tanto per rimanere in tinta coi capelli, era blu.

<< Tamao-chan, perché non vai a giocare con loro ? >>

<< Tra un po’ >>

Seduta accanto a lei vi era Chikaru, rilassata come non lo era mai stata gli anni scorsi nelle vacanze estive.

<< Dai, non devi rimanere qui solo per me. >>

<< Allora gioca pure tu. >>

Chikaru le sfiorò leggermene la guancia arrossata per il cado << Lo sai che odio sia il caldo che il sudore, quindi ora non farti più vedere come un anima in pena mentre le guardi, e va. Ok? >>

<< Tamao-chan! Tamao-chan! >> Mentre la chiamava a gran voce, Nagisa non si accorse del pallone che stava venendo verso di lei. Fortunatamente era leggero.

Yaya non riuscì a non ridersela mentre Tsubomi le diede un buffetto dietro la nuca per farla smettere, ma poi rise pure lei.

Chiyo e Kagome erano all’inizio della spiaggia, aspettando Kizuna e Remon. Le due inseparabili di Le Rim volevano convincere Yami, venuta per la prima volta con la scuola in vacanza, ad uscire dalla sua stanza. Era da diversi mesi che si conoscevano ma il carattere infantile ed estroverso delle due ragazze le aveva portate a considerarla subito una di loro.

<< Non ci penso nemmeno ad uscire così! >>

<< E dai…ma quando sei andata in spiaggia le altre volte non hai indossato il costume lo stesso? >>

<< Ho detto di no e basta! >>

Entrarono e videro il motivo per cui non voleva farsi vedere, in effetti se messo in proporzioni il costume non reggeva il confronto con il suo seno.

<< È dell’ anno scorso… non mi va più benissimo… >>

<< Se era solo per questo potevi dircelo prima >> esclamò semplicemente Kizuna, non campendo l’imbarazzo, quanto meno raro, sul viso di Yami.

La ragazza corse nella stanza della sua presidentessa e tornò.

<< Questo dovrebbe starti bene… >>

<< Cosa? Non posso prendermi uno di Chikaru >>

<< Non preoccuparti, è mio ma dubito che sarò mai abbastanza grande per metterlo >>

Ramon si accorse che quella non era la parte superiore di un costume della sua compagna. Mentre Yami si cambiava le bisbigliò all’orecchio qualcosa.

<< No infatti è di Chikaru, ma non lo indossa perché anche a lei va un po’grande. >>

Yami finalmente uscì, con il costume rosso fuoco che risaltava le sue curve e un mezzo sorriso, se non era per quelle due si sarebbe persa una bella giornata di mare.

<< Ehi Yami-chan…pensi che tra qualche anno saranno come le tue? >>

<< Eh?! >>

<< Come hai fatto a farle diventare così…hai un segreto? >>

<< Smettetela tutte e due! >>

Corse verso la spiaggia, dove vi era una buona parte d’Astrea in vacanza. Ci mancavano però la sua Stella in carica, rimasta nell’istituto.



Era seduta sotto un vecchio saggio salice, vicino alla pietra con il volto e il corpo della Madonna, spesso andava lì. Con le mani giunte e il volto alzato verso la rigogliosa chioma, aspettava il suo principe.

Amane non si fece attendere, con Astrea quasi vuota non vi era lo schiamazzo che l’accompagnava per quei viali ormai non più quotidiani per lei. Stava sola con Hikari, e il silenzio.

Per Hikari fare da sola la Stella non era impresa da poco, ma lei non era così sfortunata d’aver perso irrimediabilmente la compagna che doveva essere al suo fianco, Amane trovava sempre il tempo per tornare ad Astrea, per tornare dalla sua ragazza con la voce d’angelo, i capelli d’oro e gli occhioni azzurri.

Pur sembrando così fantasticamente normale, l’amava. Era scontato, ma era così.

E questo, a colei che si sosteneva al tronco d’un ciliegio nascosto alla vista della coppia serena, poco piaceva. Non aveva problemi ad ammettere d’essere invidiosa della favola in cui erano quelle due.

La noia, l’assenza di piacere l’avrebbero attanagliata tutta l’estate, ora che anche Kaname non era più in quel paradiso per le ragazze in fiore.

Sentiva la sua voce qualche volta a telefono, ma le sue parole non erano altro che onde disperse nell’aria. Sperare di vederla tornare fra quei giardini era quantomeno inutile, il suo paese era molto lontano.

Il giorno seguente anche lei sarebbe tornata per un po’ a casa sua, come ogni anno trascorreva le vacanze con i suoi genitori.

Le era diventato così naturale passare le giornate assieme a Kaname che ora non si sentiva più lei senza. Non aveva nulla da fare, si annoiava e la noia era un po’ come la morte. E non solo la sua mente sentiva questa mancanza.

Il bacio tenero e ancora un po’ timido che Hikari diede ad Amane fu la goccia che fece traboccare il vaso, a passi lenti fra i raggi invisibili di luce si diresse verso Spica. Non sapeva nemmeno lei esattamente che ci faceva ad osservarle.

Se ne andò nella sua stanza, lì il caldo non si avvertiva troppo. Ancora non aveva una nuova compagna nella camera, sperava tanto che non le avrebbero appioppato una  bimbetta dei primi anni…

Si abbandonò sul letto e si tolse l’uniforme, era primo pomeriggio ma già non aveva più voglia di far nulla.

Il freddo del copriletto era piacevole e seducente sulla pelle…

In quel momento, e non era il primo in quei giorni, pensava a cosa avrebbe fatto se Kaname fosse ancora con lei, avrebbe tanto voluto un suo tocco, qualche sua parola, un suo sguardo e…

E quasi senza pensarci iniziò a sfiorarsi gli slip bianchi.

Adorava quando senza superfluo imbarazzo o stupide e inutili dolcezze le dava piacere fino a soddisfarla.

Unì le gambe e si tolse l’ultimo indumento d’intralcio.

Inizio piano a toccarsi, ma il desiderio di qualche attimo di piacere la indusse subito ad aumentare. Si morse un labbro, cercando il sapore del bacio che le dava ogni volta che facevano sesso in quella stanza, su quello stesso letto. Kaname era straordinariamente abile e conosceva il suo corpo alla perfezione.

Dopo pochi minuti già sentì d’essere quasi al limite, quanto voleva che ci fosse Kaname adesso, la sua mano, la sua bocca, il seno sodo, la sua… Il solo immaginare quei momenti le portava alle stelle il già forte desiderio.

Inarcò leggermente la schiena, spingendo il bacino verso le dita completamente dentro di lei. Gemette piano, stringendo inavvertitamente il copriletto con l’altra mano, percossa anch’essa da qualche brivido elettrico.

Se fosse stata con lei avrebbe anche continuato, ma si rese conto, di nuovo, d’essere sola.

Si riabbandonò sul letto rilassando i muscoli ancora contratti e abbassando il ritmo del respiro, diventato più intenso di quanto pensasse.

Si pietrificò quando sentì dei passi improvvisi fuori la stanza, qualcuno bussò. Fortuna che aveva pensato bene di chiudere a chiave.

<< Momomi, c’è una chiamata per te. >>

La voce di Shion le diede una speranza, ma intuì subito che dovevano essere i suoi genitori.

<< Chi è? >>

<< Kenjio >>

Sorrise.

Si era sbagliata, ma stranamente non le dispiaceva affatto.


<< A domani Chikaru >>

<< Non vedo l’ora >>

Con le mani al petto, guardò la porta della camera di  Chikaru chiudersi e spinse la sua per entrare.

<< Nagisa-chan, sei in bagno? >>

Non ebbe risposta, avevano appena terminato la cena nel hotel in cui alloggiavano e subito aveva perso di vista la compagna. Distratta forse da qualcos’altro.

<< Dove sarà finita ora? >>

Di certo erano più numerose le volte in cui la rossa si perdeva, ma quella sera non era in camera sua per un altro motivo…

<< È stato piacevole… >>

<< Nagisa-sempai >>

<< Ora devo proprio andare >>

Aveva notato dal giorno prima che una ragazza del primo anno l’aveva fissata più d’una volta. Il pomeriggio si era unita a loro sulla spiaggia e non le ci volle molte per capire che aveva un debole per lei. Aveva imparato a riconoscere i sintomi delle debolezze altrui come fossero le sue, e si divertiva a sfruttarle. Nella sua mente suonavano come una dolce vendetta nei confronti dell’amore che l’aveva fatta soffrire e che forse…a mesi di distanza la faceva soffrire ancora.

A Mietre, e non solo, si stava a poco a poco creando una reputazione del tutto simile alla ragazza che ha amato.

Infondo per comandare non è importante un corpo perfetto o un viso bellissimo, ma la sicurezza. Volere è potere.

La ragazza dagli occhi verde acqua e i capelli cristallini vide Nagisa andar via a piccoli passi, non sapeva che era stata la terza o la quarta con cui lei si era divertita in quei mesi.

Da parte sua Nagisa non vi metteva nemmeno cattiveria, era buona all’ingenuità di carattere e questo non cambia però… è bastata una sola esperienza per plasmarla a immagine di ciò che aveva sperimentato e che vorrebbe essere o avere.

Era così solo quando voleva amare ma non poteva, quando i raggi della luna le ricordavano quei lunghi fasci d’argento, quando la nostalgia tornava, solo in quel modo riusciva ad alleviarla. Ed era incredibile con quanta facilità si lasciava, sempre per un'unica e sola volta, a coloro che erano attratte da lei, entrando in un circolo vizioso ormai vecchio: Più si comportava così, più la sua reputazione ad Astrea cambiava, più cambiava più il suo fascino ammaliava qualche  ragazza un po’ più giovane di lei…

Quando tornò nella sua stanza Tamao e le altre erano giù alla hall del hotel, si spogliò dei leggeri vestiti ed entrò nella doccia prima di raggiungerle.

Tutte la vedevano come la stessa Nagisa di sempre, solare, allegra, sbadata, che aveva superato per il rotto della cuffia gli esami per poter stare con loro in vacanza. Se mai qualcuna le avesse detto che Nagisa era stata capace di far innamorare e spezzare il cuore anche solo di una ragazza come aveva fatto innumerevoli volte Shizuma, si sarebbero fatte una bella risata. Tutte tranne Tamao, che non la cercava quando spariva ma non era così ingenua da non capire, e Chiyo, che ha provato per prima il cambiamento di Nagisa; ma non ne faceva parola di quella sola e unica volta, Nagisa la trattava come aveva sempre fatto da quando la conosceva, sembrava essersene scordata, come si fa con un evento senza valore e forse, per lei, gesti come quello erano davvero senza valore. L’avevano perso.


Sprecò un po’ d’acqua prima di chiudere la doccia e vestirsi.



 

Perché sei andata via così? È così bello far soffrire coloro che ti amano?

Forse si…

Ormai non m’importa più, non ho più bisogno di te ne di ciò che sentivo per te…Io…

Ho capito una cosa: l’unica a cui vale la pena pensare… è me stessa.

Nessuno merita ciò che ho provato perché l’amore è troppo buono, o troppo cattivo.


<< Miyuki-sama… Sono io. >>

Dei passi e una serratura che scattava.

<< Maria... >>

<< Posso entrare? >>

Aprì del tutto la porta e tornò a sedersi sul suo letto. Sierva Maria le venne accanto, sedendosi a sua volta.

<< Manca poco ormai… >>

Miyuki non le rispose, si limitò a sospirare leggermente.

<< Dopodomani è il gran giorno. >>

<< Dovrei essere contenta? >>

<< Ho sempre creduto che il matrimonio fosse il sogno d’ogni ragazza. Anche il mio… >>

<< Ogni regola ha la sua eccezione… >>

<< Il vestito bianco, i fiori, tutta la gente che ti guarda… deve essere un giorno stupendo >>

La guardò per un attimo negli occhi con un espressione attonita.

<< Mi stai prendendo in giro? >>

<< Si >>

Espirò in un mezzo sorriso e Maria parve diventare più serena.

<< Finalmente avete una faccia meno depressa >>

<< Bel modo di tirar su il mirale >>

<< Mi dispiace non sono mai stata brava in questo >>

Forse era vero, ma il suo viso allegro dava un po’ di felicità anche a lei. Nell’osservare la mano di Maria per caso vide che aveva un anello nuovo.  Quell’oggetto al dito non le piaceva affatto, le ricordava troppo quello che aveva ricevuto tempo addietro alla promessa nel ristorante, non lo indossava mai, e mai avrebbe voluto farlo.

<< Vi piace? >>

<< Certo, anche se di gioielli non ne capisco molto… >>

<< Me l’hanno appena regalato. >>

Miyuki rimase perplessa, Maria stava quasi sempre con lei, quando ha trovato il tempo per vedersi con un ragazzo?

<< Sono felice per te >> la sua voce era molto bassa in quei giorni, quasi non sembrava la sua.

<< Non volete sapere chi me l’ha dato? >>

Non era mai stata una donna curiosa, ma dato che pareva volerne parlare  l’accontentò.

<< Chi? >>

<< Una persona che sotto un aspetto freddo e distaccato, avvolte anche autoritario…è buona e generosa.

Una persona proprio come voi, identica. >>

Non le venne in mente nessuno.

<< Vostro padre,  il signor Rokujo. >>

<< Mio padre? >>

<< Già… ogni anno, in un giorno preciso, mi fa un regalo. Come un compleanno. Io non ricordo quando sono nata, nessuno sa il giorno preciso così…ogni anno, il giorno in cui mi ha presa dall’orfanotrofio, festeggiavamo sempre come in occasione di un compleanno. All’inizio m’imbarazzava da morire, devo ammetterlo, ma col tempo è diventato tutto naturale. Ieri era quel giorno e anche se non voglio più alcuna festa, vostro padre mi ha regalato comunque qualcosa. >>

<< Capisco… È sempre stato così mio padre, almeno per quanto i miei ricordi possano essere validi.

Lui deve considerarti una figlia…ma perché allora ti comporti quasi come uno dei nostri dipendenti? >>

<< Quando ho terminato la scuola superiore volevo fare qualcosa per la famiglia… ma non volevo andare via così....Questo è il mio lavoro, nella mia casa. >>

<< E ne sei felice? >>

<< Non desidero nulla di più. >>

La guardò ancora, come se nei mesi trascorsi e che ancora trascorrono a casa sua non l’avesse vista abbastanza.

Se suo padre considerava Maria come una figlia, voleva dire che aveva una sorella?

Sollevò lo sguardo verso una piantina sul davanzale della finestra.

<< Mi chiedo se è una dote di mio padre o una coincidenza che abbia due figlie che voglio fare qualcosa per lui… >>

<< Io non sono sua figlia, non sono come voi. Lui…ha sempre sentito la vostra mancanza. Prima che tornaste, spesso l’ho visto fissare per lungo tempo la foto di una bambina… così come vostra madre.

Comunque Miyuki-sama… Sono curiosa di sapere una cosa:

Che desiderate voi per il futuro? >>

<< Eh? Perché questa domanda? >>

<< Così >>

Rimase a pensare un attimo. Cosa desiderava per il futuro? Nessuno glielo aveva mai chiesto così direttamente.

<< Il nulla >>

Stavolta fu Maria ad essere sorpresa. << Il nulla? >>

<< Si…il nulla >>

<< Il nulla… il nulla… >> Lo ripeteva per tentare di dare un senso a quel termine, ma proprio non vi riusciva.

<< E che sarebbe? >>

<< Il nulla è il nulla. >>

Si alzò e uscì dalla camera, Maria la seguì con ancora il dubbio della sua risposta.


Desidero il nulla…

E lei.

Il nulla senza lei, non sarebbe possibile.

Lei senza il nulla,  non può stare con me.

Il nulla è l’assenza di tutti i miei legami, la fine della paralisi causata dalla mia famiglia. Paralisi che sarebbe ingiusto rompere da me… Paralisi da cui da sola non posso sfuggire, legami che non posso tagliare. Non posso essere così inettamente egoista.

Solo lei può…

Forse è per questo che silenziosamente la porto, la strascino ancora e sempre più in me.


<< FERMA! >>

Shizuma sobbalzò a quell’urlo, per poco non le scappava il bicchiere che aveva in mano.

<< Mamma, che c’è?! >>

<< Non bere! non è acqua quella. >>

Fissò il liquido trasparente nel bicchiere, eppure pareva acqua.

<< È un sonnifero, bevilo così e dormiresti chissà quanto. >>

Posò il bicchiere quasi fosse diventato incandescente. << E che cavolo ci faceva sul tavolo un sonnifero in un bicchiere?! >>

<< Mi si è rovesciata la boccetta, volevo recuperarne un po’ e l’ho messo lì, ma penso che ora dovrò buttarlo. Non posso conservarlo così. >>

La madre di Shizuma era dottoressa, aveva la casa sempre rifornita d’ogni farmaco esistente. L’infermeria d’Astrea non era nulla a confronto.  

<< Qualche volta mi avveleni… >>

<< Però tu devi stare attenta a ciò che bevi >>

<< La prossima volta chiederò se in un bicchiere in cucina c’è acqua o sonnifero, hai ragione. >>

<< Sorellona! >>

La voce di Moriko fu accompagnata dal rumore della porta d’ingresso che si chiudeva.

<< Bentornati >>

Moriko e il padre erano usciti per far compere, Shizuma invece era rimasta insolitamente a casa. Normalmente era la prima ad andarsene in giro per la città, facendo la vita di chi ancora non ha nulla da fare ne da pensare, tanto ci sono i genitori.

Ma negli ultimi giorni aveva la testa da tutt’altra parte e con più d’un pensiero.

Il tempo era passato e quasi finito, il Giorno stava per arrivare e con esso l’incombere della promessa che aveva fatto. Doveva mantenerla, ad ogni prezzo.

Nulla di più semplice se tutto dipendesse da lei: una corsa fino alla maestosa chiesa in cui Miyuki si sposava, spalancare il portone d’entrata con il petto che si gonfiava ancora per l’affanno, e prendersi la sua compagna. Portandola via.

Portandola via… questo era l’intoppo che, sicuro come la morte, avrebbe avuto.

Miyuki non si sarebbe fatta portare via, lo sapeva…per quanto l’avrebbe odiata per quella resistenza sapeva che sarebbe finita così.

Fosse stato quell’idiota, così lo considerava dal suo incontro con lui, del padre a mettersi fra loro lo avrebbe superato.

Fosse stato l’inutile finto nobiluomo dello sposo a bloccarla, avrebbe oltrepassato anche quello.

Ma se Miyuki diceva “NO” tutto sarebbe finito.

Come sempre, fra le solite urla della madre alla Moriko combina guai, si estraniò anche quel giorno al quotidiano casino di casa sua e si sporse dal balcone, poggiando i gomiti un po’ abbronzati alla ringhiera.

Un venticello fresco giocava cauto con i suoi capelli e le accarezzava affettuoso il viso.

Come in un dipinto una venere, Shizuma rimaneva immobile a contemplare il placido dell’oceano.

E chi passava e aveva la fortuna d’osservarla, anche se preso dalla frenesia o dalla fretta, si concedeva un attimo per ammirarla. Madre natura era stata abile con lei, almeno con il suo corpo e il suo volto, con i capelli e suoi occhi. Occhi che dovevano discendere dall’oceano che miravano e le stelle che li sovrastavano.

Ne la madre, ne la sorella, ne il padre, avevano davvero la sua bellezza, era unica e rara. Come se Dio avesse pensato alla sua idea di bellezza e gli avesse dato forma carne e anima.

Un anima unica come il corpo, che aveva in se tutto, onnipossente. Follia, coraggio, egoismo, ardimento, inadeguatezza, ribellione, gelosia, ma anche dolcezza, affetto, amore e lealtà, non mancavano neppure desiderio, malizia e perversione. Oltre ad essere anche profonda e complessa come poche altre.

<< Un idea, una soluzione, non chiedo poi tanto… >> Bisbigliò al vento, che le rispose monotono come sempre, con un fruscio lievissimo.

<< Sorellona…mi manca. >>

Non si era accorta della sorella uscita e poggiata con la schiena alla ringhiera accanto a lei. A volte le pareva un fantasma tanto era silenziosa. Rare volte, dato che spesso faceva confusione in casa con le amiche…

<< Chi ti manca Moriko? >>

<< Pensi che la rivedrò? >>

A volte la odiava per questo, e non poco. Sembrava tanto uno specchio in miniatura che la seguiva. Ogni volta che pensava a qualcosa di suo, d’intimo, del profondo di se stessa, Moriko pareva rivelarglielo, riflettendolo su se stessa.

A lei mancava, certo a lei… lei che ci ha vissuto insieme per così poco tempo. Quanti saranno stati? due, tre mesi al massimo che è stata ad Astrea nella loro camera. A lei mancava…non a Shizuma.

Shizuma che l’ha vista ogni santa mattina ad ogni risveglio, dall’età in cui un bambino fa ancora la pipì a letto fino alla fine dell’adolescenza.

Shizuma che l’ha vista piangere per la nostalgia di casa, che doveva portarla per mano fino al letto e cullarla per aiutarle il sonno. Che l’ha vista imparare a scrivere una lettera per volta e contare i numeri sulle dita, che l’ha vista disperarsi per il primo voto basso e la prima lite, che si è beccata sgridate e punizioni al posto suo, per non vederla piangere. Che l’ha vista strappare la foto d’un uomo adulto quando il primo sangue era già scorso.

Shizuma che l’ha vista e guidata nelle prime volte in cui si conosce il proprio corpo. Che l’ha vista meravigliarsi al primo fiore piantato da lei, e trasformarsi alla prima lettera del padre.

Shizuma che l’ha vista innamorarsi per la prima volta e, pur se ora non ne andava così fiera ma l’avrebbe rifatto comunque, l’ha fatta lasciare.

Shizuma che l’aveva vista vivere accanto e insieme a lei la vita d’ogni singolo giorno dei suoi anni.

Shizuma che ora, all’improvviso, non la vedeva più.

Forse solo un bambino strappato al grembo materno poteva ammettere di provare ciò che provava lei in quel momento.

<< Non chiederlo a me, non lo so e non lo voglio sapere. >>

<< Sorellona, io voglio vederla. >>

<< E IO CHE DOVREI FARCI!? >>

Le sue urla improvvise scossero il quieto paesaggio che le circondava, ma non sembrarono sfiorare Moriko.

<< Io… voglio Miyuki-sama… >>

Portò il braccio all’indietro e lo lasciò scorrere come una molla compressa, la smorfia di Moriko già spaventata non la vide nemmeno.

Intorno alle braccia alzate dalla sorellina per riflesso, portò le sue. La mano che si era fermata un pelo prima della guancia le carezzò il volto e la strinse forte a se. Sentendo vicina la sua voce bambina.

<< Sorellona… Moriko ti ha fatta piangere? >>

Nel tempo trascorso in casa sua, mai aveva pianto. I genitori non ricordano più il suo volto in lacrime, se mai lo hanno visto così.

<< Non sto piangendo >> parevano dire le sue lacrime silenziose.

<< Io… Moriko… ti fidi di me? >>

La guardò con quegli occhi che tanto volevano uguagliare quelli di Shizuma.

Annuì.

<< Allora sopporta ancora per un po’. >>

Si strinse di più a lei, rendendosi conto di quanto sia importante avere una sorella maggiore.


Un bicchiere nascosto dalla madre su una mensola, luccicò per un brevissimo intenso istante.   


<< Tamao-chan…andiamo a dormire ho sonno… >>

<< Si, si, ora andiamo. Ciao ragazze, buona notte >>

Salutate le altre, Nagisa e Tamao salirono il piano che separava la loro camera dalla hall.

<< Nagisa… tutto bene? >>

<< Certo…ho solo sonno. >>

<< Sicura? >>

<< Si…perché?  >>

Un attimo di silenzio parve spezzare le labbra di Tamao.

<< No niente. >>

<< Tamao-chan… >>

Vide la compagna che le camminava accanto con lo sguardo basso, disperso chissà dove.

<< È successo qualcosa? >>

Tamao non le rispose questa volta.

<< Qualcosa con Chikaru? >>

Negò con un cenno del capo. << A me non è successo nulla…

Nagisa-chan… dov’eri prima? Non ti ho vista per un po’. >>

<< Eh? Ecco…volevo fare una passeggiata sulla spiaggia però…mi sono accorta che è più grande di quanto pensassi >>

La fissò mentre le dava quella risposta con una vaga espressione d’imbarazzo tipica di lei.

<< Davvero? >>

<< Si, non mi credi? >>

<< No. Conosco il tuo volto quando menti…è così carino. >>

<< C-carino? >>

<< Comunque…perché vuoi mentirmi? >>

<< Ecco… >>

Nagisa divenne bordeaux e iniziò a giocare  nervosamente con le dita.

<< E dai Nagisa… cosa ti sta succedendo… io… è da allora che voglio chiedertelo. Non è la prima volta che non so dove vai e che fai e… voci assurde ho sentito. >>

<< Voci? >>

<< Si. >>

<< Che voci? >>

<< Una ragazza, una mia amica mi ha detto che ti ha vista mentre baciavi una ragazza nella biblioteca, altre dicono che non era l’unica volta… addirittura dicono…che con le ragazze del primo anno ti comporti come Shizuma…

Io penso che siano tutte bugie ed assurdità, perché non può essere che tu sia diventata così…tu sei >>

<< Io non ne sarai capace vero?! Lo pensi anche tu…tutte lo pensate! >> il rossore dell’imbarazzo sparì, lasciando posto ad altro.

Solo a quelle parole dette con un po’ di rabbia improvvisa, prima che la compagna dicesse altro, Tamao già capì cosa stava per dirle.

<< Mi hai sempre visto come una bambina da proteggere…una povera stupida incapace di difendersi. Sapevi che mi sarei fatta prendere da una come Shizuma perché sono così incapace da non poter mai essere una ragazza che sa badare a se stessa e ottenere ciò che vuole. Bè allora… sappi che adesso non è più così! >>

Chi era la ragazza che aveva accanto? Non poteva essere la sua Nagisa…o si?

Forse è stato l’entrata improvvisa di Chikaru nella sua vita a distrarla o forse il suo legame con lei si stava rompendo, non ha capito prima quali pensieri assillavano la sua compagna. Quasi iniziò a farsene una colpa.

<< Tutto quello che hai sentito è vero e anche poco fa… avevo voglia di qualcosa e l’ho preso fino a che non ne volevo più nulla…come ha fatto lei con me. >>

Ora che Shizuma è andata via la sua compagna aveva bisogno d’affetto e amore più che mai e forse è per colpa sua se ora lo trova nella forma più bassa, ma meno dolorosa.

Il fato avvolte ha un ironia crudele degna delle migliori menti corrotte: prima, quando Nagisa era felice con Shizuma, era Tamao a dover soffrire per un amore desiderato con tutto il cuore, ora che è lei ad essere felice con Chikaru, è la sua compagna a patire. E, non paco di tale operato, il destino si sta divertendo a far nascere nel petto di Tamao l’immortale tarlo del dubbio… Se non si fosse mai avvicinata tanto a Chikaru, ora che Shizuma non è più lì ad Astrea, avrebbe realizzato il suo primo vero desiderio?

<< Mi dispiace Nagisa. Io…non ho mai pensato questo di te, quando  dicevo di volerti proteggere da Shizuma non era il pensiero che tu saresti stata sua vittima a muovermi. >>

Vedendo la compagna quasi piangere per le sua parole, Nagisa sentì un buco al cuore, quello che si crea quando crediamo d’aver ferito qualcuno a cui siamo legati.

<< Tamao-chan… mettiamoci una pietra sopra, ok? >>

Tamao la guardò stupita, ma le sorrise lasciando correre anche quella notte.

Infondo il passato non si cambia e alla fine, colei che ha avuto sempre Nagisa accanto è lei, prima di tutte. E questo non cambierà per un po’.

Chi aveva bisogno dei cambiamenti? Stavano insieme e questo è ciò che importa, finché aveva tutta la notte per guardarla e accarezzarla sarebbe stata felice.

A Nagisa voleva bene prima di tutto, l’amore l’aveva promesso a Chikaru. Ma nemmeno lei sapeva quale delle due cose occupava di più il suo cuore, e non voleva saperlo.

<< Shizuma, è arrivato qualcosa per te. >>

<< Per me? >>

La mamma le diede una busta, appena la prese sentì che era pesante per essere solo carta ed era anche avvolta nel cellophane.

L’aprì e vi uscì una bottiglietta di cristallo, con la forma d’una provetta lunga e un tappo di sughero  per chiuderla. Dentro vi era un foglio magistralmente arrotolato.

Che strano…

Aprì il foglio, solo allora si accorse che il mittente aveva come cognome Rokujio.

Vi invitiamo formalmente e cordialmente a partecipare alle nostre nozze il 20 giugno nella Chiesa Madre di Misaki. Teniamo alla vostra presenza.

Non dimenticate questo invito cartaceo.

Non si sarebbe mai aspettata di ricevere l’invito per il matrimonio, che sia stata Miyuki stessa a mandarglielo? Che sia una vera e propria richiesta d’aiuto? Eppure… il padre era stato abbastanza chiaro nel dirle di non tornare davanti ai suoi occhi.

Perplessa richiuse il foglio dorato nella bottiglietta in cui era. Invito o no, ci sarebbe andata comunque a quel matrimonio, e non per far da spettatrice.


 
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Shizuma93
CAT_IMG Posted on 28/6/2013, 18:05     +1   -1




Che suspance xD
 
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Darkangel86
CAT_IMG Posted on 28/6/2013, 18:48     +1   -1




e mo che succede?Non oso pensare ahahaha XD
 
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Frenki931
CAT_IMG Posted on 4/7/2013, 14:51     +1   +1   -1




Ecco il primo dei quattro finali che ho scritto, spero non vi dispiaccia troppo XD

Il testo è troppo lungo per pubblicarlo, quindi metto qui il link per vederlo.
CLICK
 
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|_Tatus_|
CAT_IMG Posted on 4/7/2013, 23:30     +1   +1   -1




Bello questo finale anche se io non accetterei mai una cosa del genere
 
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Darkangel86
CAT_IMG Posted on 5/7/2013, 00:54     +1   +1   -1




Questo finale e troppoooooo bello anche perche alla fine lei sta con tutte e due e nessuno e deluso.Bravo complimenti monkey-hynco-48
Il disegno alla fine loro due sono troppo hot!monkey-hynco-99
 
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Shizuma93
CAT_IMG Posted on 5/7/2013, 15:27     +1   +1   -1




E' stato un finale emozionante,anche se molto utopistico :) Dolce e intenso,anche se io,personalmente,mi sentirei di quotare Tatus. Sarebbe una situazione troppo caotica per me.
Ma l'utopia e il far "filare tutto liscio come l'olio" è giustificabile dalla licenza poetica xD
Molto bello,bravo!
 
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Frenki931
CAT_IMG Posted on 5/7/2013, 19:28     +1   -1




Abbastanza irreale come finale, lo so, mi è stato detto più volte, ma che volete farci allora ( come adesso ) ero fatto cosi XD
Comunque negli altri finali mi sono sforzato di non rimanere questo "triangolo" fino alla fine.
 
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Darkangel86
CAT_IMG Posted on 5/7/2013, 22:38     +1   -1




sono d'accordo anch'io con shizuma e tatus.infatti credo che sia meglio una scelta perche cosi finisce troppo bene ci deve essere per forza un cuore spezzato si sa! ;)
 
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Frenki931
CAT_IMG Posted on 11/7/2013, 21:21     +1   -1




Ecco il secondo finale, tutto per Shizuma e Miyuki. Il terzo invece, sara Shizuma X NAgisa.
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Frenki931
CAT_IMG Posted on 21/7/2013, 11:45     +1   +1   -1




Ed ecco anche il terzo finale, per Shizuma e Nagisa.

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Darkangel86
CAT_IMG Posted on 22/7/2013, 20:13     +1   +1   -1




Wauuuuuuuu dire stupendo e poco non ho parole baa60776 il finale poi JFBQ00191070412A complimenti questo vapitolo e super!
 
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CAT_IMG Posted on 9/9/2013, 23:40     +1   +1   -1

Capitano delle armate Yuri

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Bellisimo progetto, per ora ne ho letto solo alcune ma sta certo che riuscirò piano piano a leggere tutte le parti. Spero che riuscirai a mettere altri capitoli :D
 
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163 replies since 21/1/2013, 20:03   2516 views
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