| Satellaizer
Aveva una fobia senza logica, ma non significava che non sapeva analizzarla, che non sapeva capirsi. Prima aveva reagito male perché non si aspettava quel gesto, invece era rimasta serena per la stretta di mano in azienda perché volontariamente l'aveva toccata e, di conseguenza, fatta toccare. Quando Marie fu vicina sentì di nuovo il cuore accelerare senza capirne il motivo. Con lo sguardo basso, movimenti lenti ed entrambe le mani afferrò timorosa la sinistra di colei che aveva difronte. Rimase per un attimo ferma, accarezzando la morbida mano con la delicatezza con cui avrebbe toccato un neonato. Poi, sempre lentamente, l'alzò fino al viso. Era così strano... non ne era certa ma forse... forse stava lievemente tremando o forse... erano solo brividi, languidi brividi. Chiuse gli occhi e appoggiò delicatamente la mano di Marie sulla sua guancia. Sentì come piccole onde di tepore propagarsi dal viso a tutta se stessa. Era come immaginava, ora non aveva nessuna paura anzi, era piacevole, come poggiare il viso su un cuscino di piume. Sembrava tanto un'innocente bambina alla scoperta di un nuovo mondo. La guancia posava poco più in su del palmo, sempre con delicatezza mosse il volto facendosi accarezzare, improvvisamente sentì caldo. Un calore dolce, calmo e incredibilmente sereno... non era la prima volta che provava qualcosa di simile, scavò nella memoria e l'ultima volta che qualcuno l'aveva accarezzata era la sua povera e premurosa madre. Riaprì gli occhi, in tutto il suo agire non aveva considerato i sentimenti di Marie, la quale se ora la considerasse strana, era davvero poco. Piano tolse le sue mani dalla sua, lasciando a lei la scelta di ritrarre la mano dal volto, senza sottrarsi. Sentiva il cuore battere veloce, ma era diverso, un battere più sano, un battito accelerato ma anche calmo come il mare in una notte d'estate.
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