A spasso fra i negozi!

Satellizer

Uscì anche lei, col vesti pronto per essere comparto. Si incamminò assieme a Marie alla cassa. Guardando l'abito che stringeva fra le mani << Il primo vestito comprato insieme, sono così felice... >> Sorrise, felice, ma forse anche un po' malinconica. In quel suo carattere ingenuo l'unica cosa di adulto era quel filo, sottile e invisibile, di malinconia, di una tristezza recondita.
Arrivarono alla cassa, poggiò prima il suo d'abito, la commessa passò l'etichetta col prezzo sul lettore e infilò il vestito nella busta. << 85 euro >> << Si >> prese il portafoglio dalla tasca posteriore del Jeans e pagò.

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Più che un invito a prendersi un gelato, era un invito a nozze per Satella che annuì contenta. << SI! >>
La gelateria era lì vicino, cercò un tavolino vuoto e si sedette. Già c'erano due piccoli listini ad attenderle, ne aprì uno ritrovandosi davanti coppe, coni, piattini riempiti di gelati d'ogni tipo. Non c'era nemmeno bisogno di dirlo quanto fosse golosa, non sapeva che scegliere...
<< C'è perfino il cioccolato all'arancia! >> aveva messo gli occhi su una coppa di dimensioni non proprio trascurabili, ne avrebbero mangiato almeno due persone vicino, non se una di loro era Satella ovviamente. Oltre la cioccolata con scorze d'arancia, c'era fior di latte, nocciola, pisatacchio e panna montata. Praticamente una coppa di vetro con un buon diametro riempita di gelato.
<< Credo di aver deciso >> una bambina nel paese dei balocchi, uguale. << Tu che prendi Marie? >>
Una cameriera sarebbe arrivata da lì a poco a prendere le ordinazioni.

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Una donna con un sorriso affabile e giovanile venne con un blocchetto e una penna vicino al tavolino << Benvenute, cosa posso portarvi? >>
<< Per me un "Orange Passion"! >> Annotò le parole di Satella, aspettando Marie.
Quanto era passato da quando si era fermata in un gelateria? Probabilmente una vita. Più si sentiva... normale più era euforica, come se ogni secondo di quel normale appuntamento, uscita o come la si voglia chiamare, la liberasse da un peso, rendendola più leggera.
L'aveva già pensato un'infinita di volte, ma lo fece ancora, era stata davvero fortunata ad incontrare Marie... non aveva mai dubitato dell'amore, ma che esistesse la sua anima gemella qualche volta non era stata così sicura eppure, aveva trovato qualcuno che si preoccupi per lei, prima di tutto...
Si scosse, la capacità di perdersi nei suoi pensieri era pari solo alla sua ingenuità.

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Sorrise anche lei a Marie, chissà, magari l'aveva letta nel pensiero, non era poi così difficile.
Accettò la sua mano, stringendola dolcemente, cominciando ad accarezzarla con le dita. Tutto era cominciato con quel gesto... pensandoci ora, fu davvero una stupida a reagire come aveva fatto nella tavola calda.
Sempre dolcemente, con delicatezza, intrecciò le dita con le sue,era una sensazione così bella... Molte volte aveva sentito parlare dell'amore, di come si riesce a diventare un tutt'uno, ad unirsi.. pensava fossero solo stupidaggini, storielle da bambine e invece, eccola lì, ad arrossire e guardare con un risolino imbarazzato la sua amata...
<< Ti amo.. >> mimarono le sue labbra, la voce era così bassa che nessuno avrebbe potuto sentirlo, se non Marie.

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<< Buon appetito! >> Prese anche lei la sua coppa di gelato, altro che allenamento, con tutto quello zucchero avrebbe dovuto correre per giorni.
Iniziò dal gusto del cioccolato all'arancia, gustandoselo ad ogni cucchiaio. Era davvero buono e morbido.
<< È stata un'ottima idea fermarsi qui >> disse contenta, mentre dal cioccolato passò al pistacchio, << Fosse per me ci verrei ogni giorno. >> Sorrise, alzando lo sguardo su Marie per poi tornare alla coppa. << Ma credo che come minimo ingrasserei >>

Satellizer

Arrossì alle parole di Marie, anche se dovette sforzarsi per scacciare il ricordo di ciò che era accaduto l'ultima volta...
Continuò a mangiare il suo gelato un po' pensierosa, la sera al loro ritorno avrebbe dovuto chiamare Violet e chiedere se domani poteva andare a casa, non pensava avrebbe mai fatto una richiesta del genere.
Ora che ci pensava... funzionerà davvero? Ciò che le accadeva, la sua paura improvvisa erano legate a quella casa? Per forza lo erano... Avrebbe rivisto la sua matrigna, suo padre, Violet e... Luis. Se Violet ora la vedeva come una sorella in tutto e per tutto, non era assolutamente lo stesso con lui, lei e Luis non erano fratelli, e non solo perché metà del loro sangue era di genitori diversi...
Pure se si erano rivisti quella mattina, pensare a lui le rimetteva ancora agitazione.
Un po' di cioccolata cadde dal cucchiaino, finendo sul suo jeans.
<< Cavoli... sapevo che sarebbe successo. >> Prese un fazzoletto di carta dal contenitore al centro del tavolino e pulì. Per sua fortuna le cadde poco, perciò non rimase quasi nulla sul pantalone.

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<< Si si... per fortuna non mi sono macchiata >> mangiò un'altra cucchiaiata, stando più attenta questa volta.
<< Stavo pensando a domani... >> Mosse un po' il cucchiaino nella coppa, nello spazio lasciato vuoto dal gelato. << sarà una buona idea andare a casa mia?... non so se servirà a qualcosa e soprattutto, mi dispiace che tu debba seguirmi fra persone estranee e in una casa che non conosci, sicuramente sarai a disagio. >> Sospirò rassegnata, voleva divertirsi, ma le preoccupazioni non sapeva proprio lasciarle da parte.
<< Forse è davvero qualcosa che dovrei affrontare con le mie forze... anche se sono sicura, appena davanti al cancello scapperei da te come una bambina spaventata... >> non era triste né depressa, solo preoccupata.