Yuri's Heart ~ GDR Yuri, Manga, Hot & Soft Yuri

Dormitorio ospedaliero per osservazioni, la "casa" di Jubei Outer

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CAT_IMG Posted on 30/4/2015, 09:12     +1   -1

Legionario delle armate Yuri

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Giglia

Il brontolio della pancia di Jubei le strappò un leggero sorriso e infondo dato l'orario un po'di fame era venuta anche a lei. La seguì ancora, già stava diventando naturale per lei farlo, fino ad una sala d'attesa dove si sedette accanto Jubei. Quando le sorrise incrociò il suo sguardo, d'istinto si voltò imbarazzata per poi riprendere a scrutarla quando aveva chiuso gli occhi. Per qualche ragione era come se la conoscesse da tempo. Rimase incantata a fissarla per un po' poi delicata come un gatto balzò in piedi e si mise davanti la vetrata che dava sul giardino. Il verde l'attirava sempre, sia esso un bosco o un'aiula, non tanto per amore delle piante - di cui comunque aveva una buona conoscenza - quanto perchè è sul verde che si incontravano gli animali che adorava.
Si sarebbe stesa volentieri sul erba del prato ma il pensiero di uscire non la sfiorò, aveva l'impresione che lontano da Jubei il luogo in cui era l'avrebbe messa molto più a disagio. I suoi occhi caddero di nuovo sulla ragazza e di nuovo le venne da sorridere, l'entusiasmo e l'allegria sono contagiosi se sono sinceri.
Nel silenzio della sala all'improvviso si sentì il trillo del cellulare di Giglia. Era un messaggio di Lilia che chiedava se stesse bene, non potè che rassicurarla dato che oltre a sentirsi bene ora non era nemmeno più annoiata.
 
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CAT_IMG Posted on 30/4/2015, 13:22     +1   -1


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Jubei

sembrò quasi addormentarsi, ma la sua fame era puntuale come un orologio svizzero ,se non di più, in quando poteva avegliarla più tardi o più presto, in base a una strana capacità di capire quando fosse pronto. vide Giglia alla vetrata, e si alzò lei stessa avvicinandosi alla ragazza Jubei aiuta spesso in quel giardino. a Jubei piace fare qualcosa di utile. dopodichè, affiancandosi a lei se vuoi dopo Jubei ti mostra il giardino. da qui se ne vede solo un pezzo, e tutto intero è molto più bello. si voltò, incamminandosi verso l'uscita, porgendole la mano, stavolta, e non afferrandola come prima. vieni, sono certa che hai fame. Jubei ne ha di certo. sarebbe un peccato non approfittarne..
 
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CAT_IMG Posted on 1/5/2015, 10:26     +1   -1

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Giglia

Esitò qualche attimo fissando la mano di Jubei, titubante la prese saldando dolcemente la presa. Risalendo poi con gli occhi fino al suo volto le scappo un risolino divertito tra i resti dell'imbarazzo che ancora sentiva.Si infilò la mano libera in tasca prendendo il cellulare, scrisse due parole e le mostrò a Jubei sorridendo contenta: << Jubei-oneechan >>
Giglia era figlia unica e diverse volte si è chiesta come fosse avere una sorella o un fratello, Jubei somigliava tanto alla sorellona che immaginava, non per l'aspetto ma per l'attaccamento che avrebbe desiderato fra lei e sua sorella.
Senza accorgersene stava facendo lei la parte della bambina, infondo sapeva del suo essere empatica con le persone, tendeva ad essere come la vedeva chi aveva accanto, ovviamente se chi aveva accanto le piaceva, e l'affetto datole subito da Jubei non poteva non piacerle.
"jubei-neechan" o anche solo "onee-chaan"... chissà se riuscirà mai a chiamarla così con la sua voce.
 
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CAT_IMG Posted on 3/5/2015, 16:29     +1   -1


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Jubei

Afferró la mano di Giglia, e immediatamente partì verso la sala da pranzo, ma non quella normale, aperta a tutti e quindi molto chiassosa, confusionaria ma verso la sala del personale, più piccola, ma dove le persone erano quindi più amichevoli e socievoli. Inoltre era proprio li che le tre donne avevano dato appuntamento a Jubei. La strada era abbastanza breve, e appena entrate il clima non era più quello caotico dei corridoi, familiare certo, ma pur sempre caotico, qui invece era molto più personale. Inoltre appena entrati incontrarono un serio e altero primario di chirurgia che a quanto pare aveva appena finito di mangiare, e pure lui non poté esimersi dal buttare un sorriso alla ragazza che gli passava accanto, smanacciando un saluto molto infantile. Il posto era aperto su due lati, e uno di essi dava proprio sul giardino che prima aveva ammaliato Giglia, s olo da un'altra angolazione. Si sedette ad un posto abbastanza isolato e con una buona visuale, e non fece in tempo a sedersi che un "Juby...." Ne catturò l'attenzione e voltandosi vide la ragazza di prima, una cuoca ovviamente a giudicare dall'abito di lavoro, che diede proprio a Jubei due vassoi già pronti, chiaramente il pranzo per lei e Giglia. Lei depose i vassoi sul tavolo, scoprendo dalla carta stagnola, per tenerli al caldo, e fece cenno a Giglia di mangiare. Non è un ristorante di lusso, ma quello che preparano le ragazze con passione forse è anche più buono.. Disse Jubei per invogliare Giglia a mangiare..
 
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CAT_IMG Posted on 5/5/2015, 22:05     +1   -1

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Giglia

Non aveva mai avuto un grande appetito ma l'atmosfera piacevole e la vicinanza di Jubei conciliavano bene la sua voglia di mangiare. Nonostante le sue parole però in un ospedale di solito non si hanno molte aspettative sul cibo, cominciò a mangiare e il primo boccone un po' smentì il suo pregiudizio, il pranzo non era affatto male. Mentre mangiava con molta calma si guardò intorno, il posto era poco affollato e soprattutto dal tavolo si vedeva di nuovo il giardino, cosa che probabilmente l'attirava di più delle amichevoli facce dei conoscenti di Jubei.
Ancora un po' timidamente attirò l'attenzione di Jubei seduta con lei tirandole leggermente la manica, mostrandole ciò che aveva appena scritto sul cellulare << è un bel posto e conosci tanta gente, non sembra un ospedale. Mi piace >>
Da quando non parlava ha dovuto imparare a sintetizzare i suoi pensieri, cosa non proprio facilissima perché rischiava sempre di non farsi capire a pieno. Ciò unito ad un intrinseca timidezza è davvero un brutto ostacolo alla sua voglia di comunicare che invece non è diminuita anzi, è in continua crescita, soprattutto incontrando le persone giuste.
Aspettò che Jubei leggesse poi cancellò velocemente e scrisse altre poche parole: << Anche il pranzo è buono! >>
 
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CAT_IMG Posted on 7/6/2015, 23:35     +1   -1


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Jubei

la fame pantagruelica della ragazza invece non si smentì, e fece man bassa di tutto ciò che le capitò a tiro, e ad una velocità tale che fini prima di Giglia, che inceve aveva mangiato forse un terzo di quello che aveva mangiato lei. Jubei è felice di sapere che tu ti trovi a tuo agio.hanno detto che, visto che è uno dei pochi reparti a lunghissima degenza del giappone, non hanno badato a spese nell'organizzazione. o almeno è questo che Jubei ricorda. hanno spiegato a Jubei per quasi un'ora regole e storia di questo ospedale, e questo è tutto quello che si ricorda.. ridacchiò colpevole, per poi tornare con il discorso a loro due. vedrai che starai benissimo. se hai finito, possiamo andare. altri devono mangiare, inoltre Jubei deve mostrarti il suo giardino, e ora che vi è ombra, è un luogo perfetto per riposare dopo pranzo. si alzò sparecchiando, no provando a sparecchiare -CRACK-, e infatti pochi istanti dopo una delle cuoche apparve dal nulla sollevando una costernata Jubei sai suoi compiti e spedendola a riprendere Giglia al tavolo. non si era rotto nulla, era tutto in materiale infrangibile, e/o usa e getta, ma comunque la delusione di Jubei era tangibile.. Jubei è un disastro pigolò a mo' di scusa a Giglia, porgendole la mano per alzarsi...
 
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CAT_IMG Posted on 11/6/2015, 11:48     +1   -1

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Giglia

Le parole di Jubei la fecero riflettere, i genitori le avevano detto che doveva rimanere in osservazione solo per due o tre giorni, ma perché era in un ospedale per lunga degenza allora? Per un attimo ebbe il timore che potesse esserci qualcosa sotto ma la ragione la convinse che probabilmente ci stava pensando troppo, magari era solo perché la struttura è vicino casa sua e meglio attrezzata di ospedali comuni.
Il flusso di penserei duro più del pasticcio di Jubei, nemmeno il rumore la distrasse. Rimase qualche secondo con lo sguardo vuoto verso la mano di Jubei per poi scuotere il capo e afferrarla alzandosi. Nella distrazione del momento si "dimenticò" che non poteva parlare, mosse le labbra con tutta l'intenzione di scandire voce e pensieri come aveva fatto per tutta la vita prima dell'incidente. Il risultato non fu certo la sua voce ma la mimica di qualcuno che sta per dire qualcosa e ci ripensa all'ultimo istante, uno spettacolo alquanto buffo considerando il rossore sul viso di Gigilia. Aveva abbassato lo sguardo rassegata, imbarazzata e ancora un po' triste per qualcosa che in tre anni non aveva ancora del tutto accettato. Cerco di ricomporsi il prima possibile, scacciando ogni cosa e provando ad apparire normale davanti Jubei, una lacrima però la tradì scivolandole sulla guancia. Ogni volta che tentava di essere normale riusciva solo a peggiorare le cose.
 
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CAT_IMG Posted on 12/6/2015, 07:49     +1   -1


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Jubei

se vi era una cosa che Jubei sapeva fare magistralmente, almeno una, era quella di avere un istinto di protezione verso chi le sta attorno, e un'empatia fuori dal comune. non si aspettò che Giglia si mettesse a piangere proprio in quel momento, ma percepiva qualcosa: non era semplice tristezza, quello che la ragazza provava. era vera e propria sofferenza. non ne afferrava completamente il motivo, e comunque avrebbe aspettato che fosse lei a confidarsi, in un modo o nell'altro. quindi, afferrò la mano che Giglia le porse, e senza alcun indugio, la tirò delicatamente e la abbracciò stringendola a se. le appoggiò una mano sulla testa, coccolandola, e vista la differenza non irrilevante di altezza, il volto di Giglia era appoggiato al morbido e alquanto abbondante seno di Jubei. eppure, il senso di tenerezza di quel gesto era genuino. Jubei era solare ed espansiva, ma pochissime persone ispiravano in lei un senso di protezione come quello di Giglia. non disse nulla nemmeno lei, qualsiasi parola, sentiva, avrebbe rovinato quel momento, e sperava che il calore di Jubei avesse la capacità di riscaldare l'anima di Giglia, che le sembrava, fino a quel momento, gelida e inospitale..
 
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CAT_IMG Posted on 20/6/2015, 23:12     +1   -1

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Giglia

Rimase ferma, sorpresa e stupita come se fosse il primo abbraccio della sua vita. Il cuore cominciò a batterle veloce, lasciando un terpore che dal petto si diffondeva a tutto il corpo.
Le lacrime sul volto divennero due, tre, quattro ma non divennero un pianto, rimasero goccie di rugiada.
Non sapeva che fare, le emozioni avevano superato la ragione. Eppure era solo un abbraccio...solo un abraccio...da quant'è che qualcuno non l'abracciava?
Rimase immobile, con lo sguardo basso e il volto dolcemete premuto sul seno morbido e accogliente come tutto il resto di Jubei.
Non riuscì a ricambiare quel gesto, non riusci ad allontanarsi, non riuscì a dire nulla. Tre anni di silenzio le stavano intorpidendo non solo le labbra ma tutto il corpo, emozioni e sentimenti rimanevano congelati dentro di lei, piu erano forti più freddo avevano intorno. Freddo che silenzioso le aveva tolto già tanto, forse troppo.
 
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CAT_IMG Posted on 19/7/2015, 14:16     +1   -1


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Jubei

l'abbraccio amorevole di Jubei era molto amorevole, e lei stessa chiuse gli occhi, mentre accarezzava i capelli della piccola Giglia, quasi con fare materno. sentiva il calore delle goccie delle lacrime che la ragazza in qualche modo tratteneva, anche se a fatica, erano gocce roventi, magma, ma che le dava una grande gioia sapere che in qualche modo, la ragazza si stava sfogando.. Jubei sarà sempre qui con te. quando vorrai, Jubei ci sarà sempre. Noi ti proteggeremo da qualsiasi cosa. quindi non aver paura! lo disse senza pensarci, e forse non si accorse di aver usato il plurale.. che ne dici, andiamo a vedere il giarno? Jubei ti mostrerà tutto quello che ha fatto, e vedrai che è molto bello e accogliente!
 
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CAT_IMG Posted on 20/7/2015, 09:17     +1   -1

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Giglia

Dopo i battiti veloci sentì qualcos'altro in petto, come un vuoto, una sorta di nodo alla gola, la sensazione che si prova a riabbracciare qualcuno che si ama dopo anni di distanza.
Le parole di Jubei la sorpreso, se il silenzio fosse continuato probabilmente avrebbe indugiato troppo in quell'abraccio. Si discostò piano, sollevando il volto ancora un po' umido e arrossato, annuì e dopo aver incontrato i suoi occhi per pochi istanti si voltò verso il giardino. I pensieri ripresero la loro logica e iniziò a pensare alla situazione e di nuovo tutto le pareva così strano. Strano perchè era qualcosa di nuovo, strano perchè nessuno le aveva mai detto parole come quelle di Jubei, strano perché strana le appariva Jubei. Una parte di sè voleva solo godersi il momento, un'altra invece non poteva fare a meno di chiedersi perché una ragazza di cui sapeva solo il nome stava diventando così... importante ?
Non lo capiva, non capiva perchè Jubei sembrava tenerci a lei al punto di dirle da proteggerla. A quel punto scattò un piccolo flash, aveva detto Noi? Si, ne era sicura aveva detto Noi ti proteggeremo. Ora voleva chiedere ma controllò di avere il cellulare in tasca e decise di aspettare finché non si presenterà l'occasione in giardino.
 
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CAT_IMG Posted on 20/7/2015, 14:08     +1   -1


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Jubei

appena le due ragazze si separarono, Jubei non perse l'occasione per pattarle la testa come si farebbe con un micio in cerca di coccole, e subito dopo la prese per mano conducendola, attraverso il labirinto di corridoi e porte, di fuori, all'aria aperta, nel giardino interno dell'ospedale. il cambio di aria fu veramente radicale: dall'aria secca, asettica, controllata e immobile, densa quasi come melassa che si respirava all'interno dell'edificio; a quella dell'esterno, leggera e allegra, giocherellona, con i piccola sbalzi di temperatura, il vento che, a volte giocoso, a volte severo, non si stanca mai di soffiare, ora in una direzione, ora in un'altra. un paesaggio da favola, da poesia. anche se non silenzioso ne tranquillo, la sensazione di pace che regalava era veramente profonda. non erano i soli, e tra le persone (poche) che visitavano quel posto, una coppietta di anziani, lei era la paziente, lui era venuto a trovarla, passeggiavano, ad una velocità che pure una lumaca avrebbe trovato lenta, ma felici di essere ancora li, un'altro giorno, assieme. salutarono le due scheggie bianco e cremisi, probabilmente ricordandosi quando anche loro, decenni prima, correvano senza posa, verso il loro radioso futuro. Jubei portò Giglia al centro del giardino. era molto particolare: la forma era quella tipica di un pallone da rugby, con un anello esterno, dove si passaggiava, e uno interno, che circondava una fontana dove sguazzavano tantissimi pesci rossi, animale porta fortuna, attorno alla fontana, vi erano le panchine, per poter ammirare i riflessi di quei pesci, e tutto attorno, erano disposti alberi e piante, ordinati, puliti, e sempre curati. ovviamente non era Jubei che aveva iniziato tutto, ma la sua inventiva e la sua voglia di fare aveva contagiato il direttore, che le aveva dato dato il permesso di apporre piccole modifiche.. e ora era felice, visto che proprio quel giardino era diventato il punto di orgoglio dell'intero complesso. le piante, se si faceva, caso, erano tutte piante mediche, ognuna con il suo cartellino, a spiegarne l'origine, gli usi. un enorme Aloe si stagliava proprio davanti a loro, con le sue foglie carnose e morbide, ma che, se non attenti, potevano pungere dolorosamente. a farle ombra, un salice imponente, la pianta da cui si ricavano vari medicamenti. vi era poi una Cinchona, e una rarissima pianta di mirra.. e tantissime altre. questo è il rifugio segreto fi Jubei disse, radiosa la ragazza, spalancando le braccia come veler abbracciare tutte quelle piante, parecchie molto più grosse di lei...
 
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CAT_IMG Posted on 21/7/2015, 10:37     +1   -1

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Giglia

Il verde della natura era sempre piacevole da vedere e mentre veniva portata al centro del giardino rimaneva sempre più stupita, da dentro non aveva intuito la grandezza del posto. In città si era abituata a vedere zone verdi che di verde avevano ben poco, una piazzetta o un parco non le ricordavano la sensazione di correre per le ripidità di una montagna o l'umidità gli insetti e il gelo dell'acqua di un piccolo torrente nascosto in una valle. Invece in quel posto, al centro di ferro e cemento c'erano piante fiori e alberi che non sembravano in cattività. Cominciò a guardarsi intorno, soffermandosi su piante che non aveva mai visto e riempendo i polmoni di un aria che conosceva benissimo. Senza accorgersene sorrise, smettendo di sentirsi portata ma iniziando a correre verso quel mondo nascosto insieme a Jubei.
Arrivati al centro rimase affascinata non più solo dal luogo ma dalla visione di Jubei, era il ritratto della felicità, per la prima volta rimase incantata per la bellezza di qualcuno.
Ma istinto e curiosità dentro di lei erano troppo per rimanere imbabolata, la fontana con i pesci catturò il suo sguardo convincendola ad affacciarsi sul bordo e guardare dentro come una bambina alla sua prima esperienza. I pesci rossi dentro erano più grandi di quelli che aveva visto nei negozi e le scaglie erano davvero luminose, forse perché erano in buona salute. Senza pensarci allungò la mano verso un pesce vicino al bordo, sporgendosi pericolosamente, sembrò lasciarsi toccare e invece guizzò via lasciando solo qualche schizzo. Lo spostamento d'acqua le fece rendere conto del gesto un po' infantile e impulsivo, si voltò verso Jubei, mostrando un viso già più felice e sereno.


Se qualcosa non ti torna dimmelo che aggiusto


Edited by Giglionero - 22/7/2015, 17:28
 
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CAT_IMG Posted on 21/7/2015, 15:01     +1   -1


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ahhhhhh caspita... l'idea è molto bella... ma non è un boschetto, più una sorta di giardino botanico.. temo purtroppo, che la cura e le continue attenzioni di giardinieri, pazienti, visitatori e di Jubei stessa, non lo rendano un posto adatto per una cucciolata di micini... mi spiace tantissimo.. inoltre, ogni pianta è catalogata e contrassegnata, e ognuna ha una precisa funzione medica o farmaceutica.. del resto, è sempre un ospedale, e per quanto io stesso sia un amante senza ritegno di ogni felino, non credo venga accettato come inquilino un micio..
 
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CAT_IMG Posted on 22/7/2015, 16:28     +1   -1

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