e ma così mi inviti a nozze ahahahahahahaha
Jubeifece una vera e propria volata verso il reparto. arrivata di corsa, il medico già la aspettava, e Jubei non aspettò che le dicesse nulla. saltò sul lettino e si tolse la maglietta, rivelando, strano per una ragazza così ingenua, un intimo parecchio provocante. comunque, un po' la professionalità, un po' la coscienza delle eventuali conseguenze, fece in modo che il corpo atletico e generoso della ragazza ricevesse un'occhiata appena, prima che i sensori e torninali venissero applicati con precisione. Jubei dal canto suo, aspettò pazientemente, anche se, la nuova amica che aveva conosciuta le faceva sperare che tutto finisse abbastanza in fretta.
avete corso fino a qui vero..? domanda retorica..
eppure non si direbbe. la preparazione atletica è da invidia ai migliori campioni mondiali.. ma questo non è una novità anche lui usava il plurale. Jubei solo allora fece un sussulto di sorpresa, ricordandosi quei piccoli particolari che fino ad allora le erano sfuggiti..
Jubei.. fece con aria colpevole
Jubei ha indicato se stessa al plurale.. al chè il medico fece una risata per sollevarla dal peso della relativa leggera colpa
non datevi pensiero. penseranno ad una ripercussione dell'amnesia, quindi è tutto a posto. in quanto medico, anche se non era esattamente il suo campo di competenza, sapeva benissimo dell'esistenza delle personalità multiple, ma quello che aveva Jubei era tutt'altro.. non solo entrambe le personalità erano consce dell'esistenza, entrambe erano simbiotiche, e non parassitarie come lo sono normalmente, ed ancora più strano, parlare con una è come parlare con entrambe, in quanto entrambe posso tenere un discorso con la stessa persona anche passando da Inner a Outer e viceversa. se poi andiamo al metodo con cui questo succede, entriamo nel campo della fantamedicina pura. alcuni l'hanno battezzata in modo poco originale "sindrome di Hulk-Banner". la portà ruppe i pensieri del cardiologo, Jubei era rilassata e in una sorta di meditazione, in modo da non falsare le misurazioni. girando l'occhio, vide che era entrata l'altra dottoressa, oncologa, che avrebbe prelevato un po' di sangue per continuare le analisi. ci volle un'ora buona, prima che il cardiogramma diede un risultato soddisfacente e accurato. si stupì della pazienza che aveva quella ragazza.. la quale, come se leggesse nella mente, si svegliò, notando la seconda dottoressa e smanacciando un saluto semplice ma di affetto sincero. stavolta si sdraiò, era ormai tutto pronto, e la donna prelevò quasi mezzo litro di sangue, che andò a riempire una decina buona di fialette.
ora sta buona per un po'. fino a domani avrai comunque dei giramente di testa, e potresti sentiri debole... Jubei sta bene! squittì la ragazza in risposta, facendo sorridere la donna. quasi un'ora e mezza. il che voleva dire che era ora di cena. gli esami fatti a quell'ora, per Jubei erano l'unico modo per prenderla abbastanza a digiuno. ubbidiente e dolce, solo una cosa la rendeva una monella di prim'ordine: il cibo. inutile chiederle di restare a digiuno. non lo avrebbe fatto. quindi, dovevano aggirare il problema prendendola prima dei pasti..
quand'è che vi siete scambiate l'ultima volta? una domanda abbastanza frequente...
i passi risuonavano attutiti e puliti. ma non ce ne sarebbe avuto alcun bisogno. le persone che lo vedevano non potevano farsi una brutta idea. bel vestito, curato e alla moda. aveva già controllato nella camera che doveva andare. vuota. sospirò. gli era stato detto qualcosa di sbagliato. qualcuno, avrebbe pagato. un vecchietto gli attraversò la strada. aveva quelle stampelle a quattro gambe, che si tenevano tipo carrello da spesa
Nonno, dove posso trovare Jubei? nella sua stanza non c'è.. sono un suo zio, e ho saputo che è qui da un po', ma non la vedo.. il nonnino si girò
Jubei.. ah.. la dolce Jubei.. inutile cercarla nella sua stanza. dovreste rovistare l'intero ospedale se volete andare a colpo sicuro senza saperlo il nonnino aveva "centrato" la questione..
ma se provate la stanza li in fondo a destra, qualcuno dice che oggi è stata per molto tempo li.. grazie Nonnino.. salutamela quando la vedi.. non manchrò.. eccome se non mancherà. sarà il suo ultimo saluto che riceverà...
quand'è che vi siete scambiate l'ultima volta? Jubei non rispose. e la felicità e consueta allegria svanì tutto d'un tratto. mosse di scatto la testa verso l'altra ala dell'ospedale. verso
quella camera. scese dal lettino, attraversando i pochi metri rapidamente. aprì la porta, quasi cautamente, diede un'occhiata,
Ora.... l'eco della sua ultima parola, e contemporaneamente la risposta alla domanda fatta dal medico, non erano ancora svanite che la ragazza era sparita alla loro vista. i due si guardarono come due bacucchi. ma immediatamente si ripresero. il medico prese il cercapersone, richiedendo immediatamente siuto alla sicurezza, mentre la donna parlava all'interfono.
fate seguire Jubei. non ostacolatela. entrate in azione solo quando ha finito. si guardarono nuovamente. pochissimi medici sapevano della condizione speciale di Jubei. tutti gli altri sapevano della amnesia, e di un certo problema alle vie aeree che le impediva di lasciare l'ospedale.. tenere segreta una personalità come quella era impossibile.. scossero il capo. era tutto nelle mani di Jubei..
la porta era socchiusa, e non fece rumore quando venne aperta. al primo colpo d'occhio, notò subito la ragazza voltata di schiena. ma non corrispondeva al suo bersaglio. però il suo istinto gli diceva che era vicino.. molto vicino.. come un gatto, si avvicinò, il baluginio nella mano destra rivelò un coltello da combattimento. afferrò la ragazza con la sinistra, bloccandola, con la destra le mostrò il coltello.
sta buona e non urlare. o farai conoscenza con il mio amico. una profonda.. conoscenza.. sottindendo che sarebbe stata la sua gola a fare quel tipo di spiacevole incontro..
devi solo fare que.... non finì la frase.. d'istinto fece per colpire, ma nemmeno il braccio rispose. una sottile corda rossa lera legata attorno al polso
ma quando..? ma quello che era peggio, anche il suo collo era stato legato, e poteva percepire l'impossibilità di respirare farsi sempre più opprimente. istintivamente portò la sinistra al collo, laciando la presa sulla ragazza. in quell'istante venne trascinato indietro, a terra. chi lo affrontava sapeva il fatto suo. smuovere 100 kg di puri muscoli non era un'impresa da tutti... cercò di tagliare la corda con il coltello, ma uno schiocco e un dolore acuto indicarono che il polso era stato slogato.. cercò di urlare, ma solo un mugugno senza senso ne uscì, e dopo cadde di schiena per terra, tagliandoli quel poco di respiro che ancora aveva. cercò immediatamente di rialzarso, ma un piede lo colpì dritto alla cassa toracica. tre, no quattro costole furono immediatamente rotte, altrettanto incrinate. il combattimento era finito ancora prima di iniziare.
non ci provare. la voce, bassa e minacciosa, aveva solo in fondo in fondo un ricordo di quella dolce e gioiosa di prima. Jubei si avvicinò a Giglia, lasciando l'uomo privo di sensi alla mercè della sicurezza. le prese la testa tra le mani, avvicinandosi tantissimo, gli occhi ambrati e preoccupati che scandagliavano tutta la pelle visibile
stai bene? sei ferita? la voce era bassa e decisa, ma era udibile la preoccupazione e la "dolcezza" che comunque rendevano Jubei sempre Jubei... la abbracciò. ignorando tutto il resto, mormorando continuamente
Scusa.. Scusa.. Scusa...Edited by Fallen Angel - 8/9/2015, 15:26