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| Alice Claradei La gentilezza di Marie lasciò Alice senza parole. Non sapeva come comportarsi, cosa fare, cosa dire, quindi rimase ferma in silenzio, rossa perché non riusciva a rispondere. Imbarazzata dalla sua eccitazione di essere sul punto di fare un - breve - tragitto in auto con Marie. Per come si sentiva il quel momento, tutto la rallegrava, almeno internamente perché all'esterno era un po' bloccata. Però, quando vide l'auto di Marie, le sembrò la macchina più bella di tutte. Era un'auto di proprietà solo della ragazza, per Alice anche questo era fantastico.
tocca a te ora: indicami la strada e fidati, non ci vorrà molto
Le disse Marie, richiamando Alice da quel mondo dove era finita, nel quale vedeva se stessa e Marie, con due grandi cappelli, occhiali scuri, i finestrini aperti ed il foulard svolazzante al collo, che in macchina viaggiavano a tutta birra per una strada di montagna, sfidando la calura estiva. Tornata nella realtà, si rese conto di non aver prestato troppa attenzione alla strada che avevano fatto. Panico iniziale. Per fortuna riuscì a scorgere la luce dell'insegna della pizzeria che avevano appena lasciato. Il suo dormitorio era a poco meno di un chilometro, seguendo sempre il marciapiede ed attraversando solo una volta, poco dopo una curva.
Ehm..dunque...da que...di là...
Indicò la direzione, ma si dimenticò di dire dove dovevano girare.
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