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Complesso Idro-termale: Le Terme di Pari-Banu, luogo di lavoro attuale di Sheherazade

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CAT_IMG Posted on 12/1/2015, 21:05     +1   -1


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le terme sono di proprietà del figlio del padrone di Sheherazade, che dopo aver ottenuto la laurea in ingegneria gestionale ad Oxford, iniziò da questo, allora, piccolo centro termale poco visitato nel mettere alla prova le sue capacità di "tycoon" o imprenditore. acquistata a poco prezzo dai precedenti proprietari, che non vedevano l'ora di sbarazzarsene causa assenza di tempo (e soldi) per renderlo una meta per turisti e persone normali che volevano semplicemente rilassarsi. in breve tempo, grazie ad aggiunte, ammodernamenti, ristrutturazioni, ma senza rinunciare al fascino di un complesso termale tradizionale, il luogo divenne noto per la sua qualità, eccellenza, trattamenti estetici e ortopedici, infatti l'ultima aggiunta fu un albulatorio di fisioterapia, con tanto di medici e infermieri, con una piccola piscina per poter eseguire riabilitazioni e massaggi in acqua. insomma, se era per tempo libero, per rilassarsi, o per superare un trauma o riprendere la forma, allora il complesso Pari-Banu fa per voi. una volta che gli affari presero il volo, e le spese ingenti vennero ammortizzate, fu a quel tempo che Sheherazade entrò dalla porta come, apparentemente, una nuova massaggiatrice orientale per donne (al contrario di quello che si pensi, non vi è alcun trattamento a "luci rosse", tutto è assolutamente improntato al relax, e, come molti bagni tradizionali, è rigidamente diviso in due zone maschili e femminili.), vista la sua capacità in quel campo, e alla sua vastissima conoscenza di olii, erbe e trattamenti estecici ma anche tonificanti e di conservazione della tonocità. in realtà, non ci volle molto prima che la capacità di Sheherazade di gestire qualsiasi cosa, che sia una casa o una multinazionale, venisse notata dal proprietario che la mandò li come massaggiatrice, ma in realtà buona parte dei miglioramenti erano frutto delle sue idee: la ginnastica (o idro-gym), la fisioterapia e molti altri dettagli che diedero veramente un'impennata alle visite (e al profitto... ). il giovane proprietario quindi decise di lasciare in gestione le terme a una signora di sua fiducia, che però avrebbe avuto il dovere di ascoltare ogni consiglio che Sheherazade le avrebbe dato... nessuno avrebbe sospettato che quella bella, ma taciturna, giovane e umile ragazza in realtà era l'artefice di tutto quel complesso...

 
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CAT_IMG Posted on 12/1/2015, 21:43     +1   -1


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Sheherazade

un trauma. nessuno ne ne sarebbe accorto, questo certo no, ma il realtà Sher aveva appena subito un grosso, ENORME, trauma. ma torniamo dall'inizio: dopo aver passato 10 ore di volo per andare dall'Arabia Saudita al Giappone, cosa che le provocò uno squilibrio non indifferente a causa del fuso orario, di quelle piccole feste e ricevimenti che teneva, al fianco, no, mai al fianco... un'odalisca che sta al fianco del suo padrone.. la sua educazione non lo avrebbe mai permesso... vero che allo sceicco non sarebbe importato gran chè, ma le apparenze dovevano essere salvate.. anche perchè non erano le sole personalità arabe presenti.. e un comportamento simile sarebbe stato visto come un offesa dagli altri magnati del petrolio saudita... insomma... già tutto questo scombussolamento, per poi scoprire che in realtà tutto quel viaggio non era altro che il "SUO" viaggio pre-nozze! ovviamente non ne era stata informata, del resto, non era necessario, qualsiasi decisione che il suo padrone avesse preso per lei le andava bene.. ma comunque era una grossa sorpresa sapere che doveva essere data in sposa al figlio maggione del suo padrone. quando lo seppe, appena ovviamente era sola con lui, gli si gettò ai piedi, piangendo e implorando, chiedendo tra le lacrime e i singhiozzi in che modo avesse offeso il suo padrone tanto da convincerlo a mandarla via.. era disperata. quell'uomo, per lei, che le aveva dato una casa, l'aveva nutrita, istruita, mantenuta, educata e che ascoltava i suoi racconti, i suoi consigli, e giocava a scacchi per tutta la notte, per lei era tutto. l'unica persona che, nonstante lei fosse un'odalisca, la trattava quasi come suo pari. era disperata. non capiva perchè, non comprendeva.. ed era inutile che lui le spiegasse che proprio per quelle stesse motivazioni NON poteva tenerla segregata come schiava. una donna con le sue capacità, la sua intelligenza, doveva essere capace di esprimere tutte le sue possiblità, e se l'etichetta non lo permetteva ad un'odalisca, lo permetteva eccome ad una moglie... ma, c'è un ma, come in tutte le storie: il giorno fissato per far incontrare i due promessi sposi.. fu il suo padrone ad avere una grossa e inaspettata sorpresa... il figlio maggiore si era già sposato. e si. con una bella giapponese, anche lei laureata come il marito (effettivamente si erano conosciuti ad Oxford ed era proprio li che lui aveva deciso di andare in Giappone...) e lui aveva tenuto la cosa nascosta perchè voleva separarsi da quella che considerava l'enorme eredità del padre. voleva che il suo nome nascesse da zero, che fosse il nome di qualcuno che era partito dal basso ed era salito, e non di chi ha ottenuto solo una fortuna per essere nato nella famiglia giusta. pensava che fosse solo una visita che un genitore lontano faceva al figlio... e invece si ritrovò a dover confessare di essere già sposato... un incontro che, per entrambe le parti, e anche per Sher, non andò proprio come previsto. ma fu allora che l'idea fatale venne proposta: assumere Sher come dipendente. una donna come quella non meritava di finire i suoi giorni in un'harem. quindi, il suo padrone propose al figlio di assumerla e di vedere come la sua intelligenza poteva aiutarlo. se la proposta venne accettata solo come un compromesso poco oneroso... immediatamente il ragazzo cambiò idea in merito: quella ragazza parlava pochissimo, così esile che un soffio di vento poteva portarla via... eppure... ovunque andava sembrava che una fata si fosse insediata con lei. che fosse un ufficio di poco conto o una segreteria davanti ad un CdA... il lavoro procedeva speditamente.. quasi magicamente... persino i garbugli peggiori, finanziari, tecnici, o pratici che fossero... sparivano come neve al sole. non ci credeva.. quindi decise di darle la direzione di tutto un centro termale che aveva acquistato da poco: dapprima solo consigli e idee... il nome poi era tutto idea sua... poi, quando tutto andò bene, fu la stessa Sher, che timidamente e quasi paurosa di mancare rispetto, chiese se poteva lei stessa lavorare in quel complesso.. era una grande conoscitrice di olii ed essenze, ed una massaggiatrice come pochi se ne potevano trovare.. ovviamente la proprosta venne accettata senza pensarci.. e in poco tempo la ragazza varcò la soglia di quel palazzo del relax: la vecchia direttirice venne infomata, che tutte le migliorie erano merito di quella giovane ragazza che venne portata da proprietario in persona.. ma era una donna acuta, (non sarebbe stata direttrice se non lo fosse stata) e le bastò guardare gli occhi di quella ragazza per prenderla immediatamente sotto la sua ala protettrice. da quel giorno.. era passato appena una settimana...
 
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CAT_IMG Posted on 13/1/2015, 10:21     +1   -1
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Ahlen

Relax. Sì, era decisamente l'unica cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Di rilassarsi, distendere i nervi e smettere di pianificare l'omicidio di sua madre in 27 modi differenti... tutti i quali sarebbero comunque finiti col suo arresto.
Dio, quella donna. Non si vedevano praticamente mai, grazie all'Oceano che le separava, ma quando la madre decideva che era il momento di andare a trovare sua figlia nulla poteva impedirglielo. E, soprattutto, nulla poteva impedirle di riuscire a far infuriare Ahlen nell'arco di una, indeclinabile, colazione.
I discorsi erano sempre gli stessi, quando sarebbe tornata a casa? Quando si sarebbe trovata un uomo? Quando avrebbe iniziato a lavorare col padre per apprendere il mestiere? Riusciva quasi a scorgere, nel silicone che ricopriva qualsiasi muscolo del viso di sua madre, i tic di nervosismo provocati dalle sue risposte eludenti e monosillabiche. Continuare a ripetere che di uomini non ne voleva era inutile, come ripetere un po' tutto il resto. Sua madre era un carro armato, uno di quei cingolati sovietici della seconda guerra mondiale che si mangiavano 325 chilometri di terreno gelido alimentati solo da miscela e bestemmie in russo. Quando decideva una cosa era quella. Tant'è che non aveva considerato il fatto che, se lei era dotata di radar e cannone telescopico, sua figlia era paragonabile ad un bunker anti guerra nucleare. Continuavano così con la loro guerra fredda, fatta di silenzi, domande ripetute e risposte annoiate. Quando c'era anche suo padre a fare da mediatore le cose erano più semplici. Con papà era sempre tutto più facile, Ahlen sapeva benissimo di essere la luce dei suoi occhi e suo padre sapeva benissimo che la figlia stravedeva per lui.
Tornò coi pensieri al luogo dove si stava dirigendo, adorava quel posto. Era un tempio di tutto ciò che di piacevole c'è nella vita, oltre che un'ottima scusa per tagliare corto su tutto ciò che riguardava il cappuccino con sua madre..
Emise un silenzioso mugolio di noia mentre parcheggiava l'auto nel posto dedicato del complesso. Scendendo vide un dipendente, nascosto sul retro fissare l'auto, poi lei, con un sospiro. La scena la fece sorridere fra sè e sè, anche se non seppe se fu la sua F12 Berlinetta o le sue gambe detestabilmente magre, fasciate nei pantaloni a vita alta, a provocare tale reazione nel ragazzo.
Chiuse l'auto, si sistemò la camicetta di seta, maniche larghe, stile anni '60, i bordi inferiori morbidamente infilati nei pantaloni, per poi avviarsi all'entrata della struttura.
Si diresse alla reception dove una ragazza le sorrise, accogliendola con un buongiorno, Ahlen si avvicinò ulteriormente, una mano che si appoggiava al bordo del banco, in un gesto automatico.
Buongiorno, ho un appuntamento a nome McNair. Cognome non tipicamente giapponese, ma nemmeno tipicamente americano, che avesse un antenato scozzese? Non se l'era mai chiesto.

Edited by Tarja - 13/1/2015, 15:23
 
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CAT_IMG Posted on 17/1/2015, 14:32     +1   -1


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Sheherazade

quella sarebbe stata una giornata diversa dalle altre. ne era certa, sin dal mattino presto, quando si era alzata, e, dopo essersi preparata aveva raggiunto quel complesso termale per passarci un'altro giorno di lavoro. ne era certa perchè quando aveva appoggiato le mani sulla scrivania queste avevano iniziato a formicolare immediatamente, cosa che era successa pure una settimana prima... e la settimana prima fu un evento veramente unico ed eccezionale! del resto, era anche grazie a questo "sesto senso" se lei, la Direttrice, riusciva a mandare avanti un complesso grande diversi campi da calcio e con quasi duecento dipendenti diversificati in una cinquantina di compiti completamente diversi tra loro. la settimana prima l'arrivo del Principale fu una vera rivoluzione. sapeva che non si faceva di certo avvisare, e piombava quando e come gli pareva, ma che assieme a lui arrivasse quell'esile giungo di ragazza, proprio non se lo aspettava. Sapeva, ovviamente, che era lui stesso che dirigeva quel centro durante i primi 3 anni, quando la popolarità stava crescendo, i clienti erano sempre più e più affezionati.. e ora, che c'era solo da mantenere un andamento di punta, lei poteva solo dirsi felice. le difficoltà erano tante già così, figurarsi se doveva anche incrementare le consistenti entrate del complesso.. poi, scoprire che buona parte delle innovazioni, idee e modifiche che furono apportate, e che irrimediabilmente crearono il successo di quel posto venivano tutti dalla giovane, esile e umile ragazza accanto a lui.. no, quessa si che era una Sorpresa! le venne presentata come Sheherazade, e le venne indicata come una ragazza dall'intelligenza dannatamente acuta e dalle capacità di massaggiatrice senza eguali, e che avrebbe lavorato con lei in quel posto prorio come prima massaggiatrice araba del centro. infatti tra le novità vi erano massaggi arabi e indiani, che sarebbero stati appunto eseguiti da Sher.. (lei la chiamava così. troppo lungo il suo nome, e troppo tempo per pronunciarlo era tempo sprecato e clienti che dovevano aspettare tropo a lungo senza necessità.. molto cinica, ma anche redditizia) quindi, la ragazza aveva due qualità: la prima, l'intelligenza, le bastò guardarla bene negli occhi. si, fu un'impresa. la ragazza, forse spaventata, o magari non abituata a questo genere di attenzioni, rifuggiva il suo sguardo. solo dopo una breve parola del Principale, lei alzò la testa a malincuore. è bellissima! fu la prima cosa che le venne in mente. incredibile quando una ragazza potesse essere bella! era sposata da quasi 20 anni, felicemente sposata, una rarità per le donne in carriera giapponesi.. mai aveva guardato altri uomini con desidero, figuarsi se guardava altre donne come una yurikko... ma quella ragazza le risvegliava pensieri che.. scosse la testa! ora non era il momento.. la guardò negli occhi, solo qualche secondo appena, prima che la ragazza fu vinta dalla vergona, vergogna? e si ritraesse come un riccio, pronunciando un bassissimo Warina! di scuse, con una voce così dolce e musicale... che le orecchie appena la percepirono e l'effetto fu immediatamente paradisiaco.. chissà che sarebbe successo se avesse parlato a voce piena... ma quello sguardo le bastò, e oltre una profonda tristezza, un po' di paura, tutto coperto da nuguli di umiltà... in fondo quelli erano gli occhi di qualcuno sveglio e attento, la cui mente lavorava come un meccanismo perfetto.. e i suoi dubbi, almeno su quel punto, svanirono. il secondo.. beh, lasciò due giorni alla ragazza che si ambientasse, poi, dopo chiusura, le chiese se sapeva cosa doveva fare in quel posto. tutte le domande abbero risposte accennate con la testa (dopo quel giorno non la sentì parlare più. ma andava bene così) quindi si preparò, si ssdraiò e lasciò che la ragazza le eseguisse il massaggio che le veniva indicato come "arabo". si faceva massaggiare da ogni nuova assunta (i maschi avevano come cavia il suo stesso marito.. una storia lunga...) in quando lei stessa un tempo lo era, e sapeva bene quando una ragazza era brava, quando era inesperta e quando proprio negata.. doveva essere sincera: quella giovane ragazza, quasi spaventata, non le dava come impressione, nonstante una bravura assicurata, di poter fare qualcosa di così eccezionale.. ma probabilmente era solo abituata alle altre massaggiatrici, che tendevano a mettere a loro agio le clienti anche con parole e indicazioni.. mentre lei non lo faceva. non la vide mentre si spalmava un olio di origine indiana.. in realtà la provenienza la scoprì solo dopo il massaggio.. e furono le dita, quasi senza preavviso, che si appoggiarono sulla schiena della Direttrice a farle fare un viaggio oltre il suo stesso corpo.. la pressione, i movimenti, tutte e dieci le dita, i palmi, erano al posto giusto nel momento giusto. la forza era perfetta (ma era veramente così forte? ma se pesava forse forse 50 chili...), applicata dove serviva, lieve dove necessario. fu qualcosa di incredibilmente, nessuna delle sue dipendenti era anche solo lontanamente paragonabile a lei, ed aveva massaggiatrici la cui fama faceva il giro del mondo.. durò solo 15 minuti, lei stessa si stupì, quando erano ormai passati 5 giorni, al fatto che furono solo 15 minuti e non di più.. sembrava che fosse li da ore. scosse la testa.. quel ricordo era vivo e presente, e lo avrebbe esaminato affinchè il complesso ne traesse in maggior beneficio. non era cinica, non in maniera estrema almeno. se i clienti erano felici, allora anche i conti lo erano. causa-effetto. banale ma efficacie. diede uno sguardo giù, verso il parcheggio, il suo studio dominava l'ingresso del complesso, e la Ferrari che parcheggiò in quel momento le fece capire che anche stavolta aveva azzeccato. conosceva quella ragazza, sapeva chi era e sapeva anche che era una cliente molto esigente, ma, nella sua lingua, molto esigente voleva dire anche con un portafoglio molto fornito... bastava trovare la combinazione giusta per aprirlo.. e in quel momento digitò la combinazione: di preciso, erano due messaggi, il primo alla ragazza nella Hall. oltre a quello che aveva prenotato, doveva proporre a lei, e solo a lei, di essere la Prima cliente di Sher. nessuno fin'ora aveva mai avuto una seduta con lei, e anche sul sito indicava come prossimamente la possibilità di avere massaggi arabi e indiani, otre a quelli tradizionali. il secondo messaggio fu ovviamente a Sher, la chiamava nel suo ufficio e le diceva di prepararsi. avrebbe fatto a breve il suo debutto nel mondo de lavoro, voleva che ne fosse pienamente consapevole e preparata...

nella Hall, il messaggio URGENTE lampeggiava prepotente, e visto il mittente venne aperto in tempo zero, per scoprire che era un'offerta alla cliente che stava attraversando la Hall... qualcosa di veramente speciale se addirittura la Direttrice ne era scomodata.. ascoltò la ragazza, e come sempre rispose buongiorno Miss, per favore la volta carta d'identità e la tessera sanitaria (prassi comune, per svariate ragioni sanitarie e di sicurezza) è già tutto pronto per il vostro arrivo, e.. anche un piccolo extra, che sono sicura troverete estremamente piacevole: una massaggiatrice araba di cui... vi innamorerete alla prima seduta. le consegò una cartolina con gli orari, i nomi di chi l'avrebbe seguita e le stanze in cui doveva recarsi (nel caso di massaggi personali. ovviamente le terme e le saune erano collettive) e in fondo in fondo vi era solo indicato un nome: Sheherazade, sala 1, massaggio arabo..
 
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CAT_IMG Posted on 17/1/2015, 18:55     +1   -1
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Ahlen


Annuì leggermente alla richiesta della ragazza di vedere i suoi documenti, dimenticava sempre la prassi che tenevano in quelle Terme, nonostante ne fosse una cliente assidua e soddisfatta.
Appoggiò la sua Birkin di pelle, di un morbido marrone chiaro, sul banco della reception e dopo averla guardata per un attimo, quasi beandosi della vista, la aprì, cercando poi al suo interno il portafoglio.
Si poteva dire tutto di Ahlen, ma non che non avesse buon gusto. Qualsiasi suo acquisto, che fosse da pochi o da migliaia di dollari era oculatamente mirato a cose assolutamente meravigliose. Che fossero borse, scarpe o macchine Ahlen non comprava mai tanto per spendere. Lei comprava solo il meglio.
Perchè, del resto, era assolutamente certa che il meglio fosse ciò che si meritava. Era un insegnamento di papà quello, che le cose migliori spettano a chi se le merita e lei l'aveva sempre preso per una filosofia di vita. Forse perchè era viziata o, forse, perchè in tutto ciò che aveva fatto nella sua vita aveva sempre avuto successo
Trovato il portafogli lo estrasse dalla borsa per trarne i due documenti richiesti dalla receptionist e ascoltò le sue parole inarcando leggermente un sopracciglio.
Prese dalle sue mani la cartolina che le veniva porta e lesse ciò che vi era scritto mentre la ragazza svolgeva il suo dovere controllando i documenti per poi restituirglieli.
Massaggio arabo di cui mi innamorerò... Questi giapponesi sanno come fare soldi. O meglio, sanno come farceli spendere. Pensò divertita, le labbra si corrucciarono leggermente curvando la bocca lievemente verso destra, gli occhi a malapena stretti, in un'espressione che lasciava trapelare che i suoi pensieri fossero comici.
Grazie, sono sicura che rimarrò assolutamente deliziata come sempre rispose cordiale, tornando a portare i profondi occhi grigi, un velo di matita a renderli ancora più grandi e magnetici, sulla ragazza. Riprese i documenti che quella le stava riconsegnando e li rimise a posto.
Certo una ragazza come Ahlen, in mezzo alle donne giapponesi, doveva sembrare una specie di divinità. I Capelli ricci la avvolgevano come una morbida criniera e quei due occhioni grigi, con cui osservava il mondo, dovevano apparire letteralmente come due specchi sul Nirvana.
Ammise con se stessa che l'idea della massagiatrice araba la incuriosiva e la intrigava. Nei suoi viaggi attorno al mondo aveva visitato anche paesi arabi ed era rimasta a dir poco incantata dalla cultura di quei luoghi. Tutti ne conoscevano solo le dicerie, le maldicenze, ma come ogni cosa nascondeva i suoi splendori e le sue meraviglie che Ahlen aveva avuto la fortuna di scoprire.
Si diresse al suo appuntamento normale, con la massaggiatrice che di solito l'aveva in cura e mentre si rilassava sotto quelle mani esperte continuava a domandarsi come potesse essere giunta lì una ragazza araba. Difficile diventare una donna in carriera in quei posti, se ce l'aveva fatta doveva sicuramente essere molto fortunata... o una donna fuori dal comune.
Si prese il suo tempo, godendosi le cure e i bagni termali del posto, intrattenendosi anche in piacevoli chiacchiere con le clienti che aveva conosciuto frequentando quell'oasi di pace.
Quando, infine, venne il momento di godere del suo "piccolo extra" ebbe un brivido di trepidazione e si diede mentalmente della sciocca. Si rivestì nello spogliatoio della Sauna e si sistemò per essere non solo presentabile ma, come sempre, al suo meglio. Non perchè dovesse dimostrare qualcosa a qualcuno ma perchè essere impeccabile era qualcosa che faceva così intrinsecamente parte di lei che non poteva rinunciarci.
Si diresse nella saletta indicata in fondo al volantino, che stringeva in mano, la borsa sostenuta nel cavo del gomito del mesimo braccio, bussò alla porta e aspettò, la curiosità le pizzicò lo stomaco. Se c'era una cosa che Ahlen amava erano le nuove esperienze.
 
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CAT_IMG Posted on 17/1/2015, 23:26     +1   -1


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Sheherazade

l'arrivo della ragazza nell'ufficio era paragonabile al passo di un gatto guardingo: se non sapeva di averla chiamata, probabilmente non si sarebbe nemmeno accorta che Sher era arrivata e stava aspettando nell'ufficio, in attesa di sapere cosa le avesse detto. il capo sempre chino, gli occhi schivi, l'abbigliamento invece era quelo tipico delle sue dipendenti, che tra l'altro le calzava a pennello. sospettò che lei stessa avesse messo mano ad ago e filo e lo avesse aggiustato affinchè lo potesse vestire al meglio.. come aveva immaginato, era più facile ridare la voce ad un muto che far dire anche mezza parola a quella ragazza, ma non ci poteva fare nulla. oggi avrai la tua prima cliente. sai cosa fare vero? non ascoltò, ehm.. non guardo la risposta, e tirò dritta la fai accomodare, spogliare, sdraiare. poi fai lo stesso che hai fatto a me. e tutto sarà perfetto stavolta Sher annuì. sapeva che lei stessa aveva scelto quel lavoro, più a contatto con le persone.. ma aveva anche capito di essere tremendamente spaventata dagli estranei e e di essere quasi ridicolmente timida. non credeva che quello le derivasse però dall'essere una odalisca: molte sue compagne di allora erano molto spigliate, estroverse e prendevano l'iniziativa senza problemi.. la sua educazione non era stata diversa da quel punto di vista.. quindi aveva convenuto che era proprio suo il modo di comportarsi così schivo. per quello chiese quel posto: anche per provare a vincere, o almeno imparare a controllare la sua paura per gli altri. infatti capiva che non aveva repulsione, no, era proprio spaventata del contatto, e timida oltre ogni dire.. se vuoi, ti darò un'assistente. penserà lei a tutto quando con la cliente, e tu dovrai solo fare il massaggio.. lei scosse fortemente la testa in segno di diniego. voleva fare tutto da sola. era capace di fare un mucchio di cose, sarebbe riuscita anche in questa. avrebbe accolto la ragazza, e avrebbe completato nel miglior modo che conosceva la seduta, facendo in modo che la ragazza che le era affidata andasse via contenta e che anzi, volesse tornare. niente di complicato, a prima vista. hai ancora un paio d'ore buone per prepararti, la sala numero uno è riservata a te, quindi se vuoi fare qualche sistemazione all'arredo come più ti aggrada fai pure. se vuoi mando un paio di giovanotti a fare il lvoro pesante se dovete spostare qualche mobile o armadio.. inaspettatamante, stavolta accettò, un po' titubante, ma accolse la richiesta, fece un inchino e immediatamente si congedò, andanso prima nella sua stanza personale, dove aveva già preprato molte cose: tessuti, profumi, decorazioni, candele oltre ovviamente agli olii, essenze, piccoli strumenti in avorio e un guanto particolare che le era stato regalato dalla sua maestra e che, se necessario migliorava la qualità del massaggio.. poi andò alla sala convenuta. non si perse, in quanto in circa un'ora dopo il suo arrivo aveva memorizzato ogni piano dell'edificio, e sapeva esattamente dove e come erano disposte le sale. entrò da una piccola porta di servizio, trovandovi i due giovanotti, che la aspettavano. erano ragazzi educati, con la Direttrice non si scherza su quel punto, soprattutto in caso si trattasse di Sher.. quindi presero ciò che la ragazza indicava mettendolo dove lei voleva, spostavano i mobili come lei mostrava, ovviamente non aveva proferito parola, e, cosa particolare, non venne fatta nessuna correzione. alla fine, li congedò, e loro sparirono molto rapidamente, facendo un saluto alla bella persiana. dispose lei stessa gli ultimi dettagli. mancavano quindici minuti, accese candele e essenze: ora la stanza sembrava essere un pezzo d'arabia trapiantato in Giappone.. era felice del risutato, si sentiva.. a casa, e forse la cosa le diede quel po' di coraggio in più che le serviva.. comunque, trasalì al bussare della porta, il momento era giunto! si avvicinò, la aprì, e indicò con una mano alla ragazza sulla soglia di entrare, accomodarsi, spogliarsi e sdraiarsi. il tutto a gesti precisi e rapidi. infine mostrò una piccola campanella da suonare quando la ragazza fosse pronta, in quando era prassi che la ragazza avesse la privacy mentre si cambiava e vestiva. fece un inchino. tenne sempre gli occhi bassi e camminò quasi all'indietro. mostrare la schiena era un oltraggio.. spinse la porta e sparì, in attesa del segnale che la ragazza era pronta. Sher, aveva i capelli corvini raccorlti in una morbida e ampia treccia che scendeva sulla schiena. quello era uno dei tabù che erano caduti per primi, uno dei pochi, era pardona completa di come volveva tenere i capelli.. in fondo , come fermaglio vi era una spilla d'oro, un regalo del suo vecchio padrone ovviamente e portava due orecchini di perla. l'abbigliamento era il tradizionale delle altre ragazze. aveva lei stessa evitato altri vestiti, per vari motivi più o meno importanti. anche se avrebbe preferito usare la veste di seta lunga, con le maniche ampie sull'avambraccio ma che si restingevano sul polso.. in questo modo il tessuto scorreva sulla pelle come una seconda mano.. uno dei tanti piccoli trucchi che le erano stati insegnati.. ormai più di dieci anni fa.. gli olii erano già pronti.. qundi attese solo il suono della campanella....
 
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CAT_IMG Posted on 18/1/2015, 12:11     +1   -1
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Ahlen


Poteva quasi sentire i profumi di quella stanza giungerle attraverso la porta, che venne aperta lentamente. Le sue aspettative olfattive vennero ripagate quando gli odori tipici dei paesi sauditi la colpirono, inebriandola.
Ciò che non si aspettava, sicuramente, era la ragazza che si trovò di fronte. Era di una bellezza a dir poco disarmante e passarono diversi attimi prima che si rendesse conto di essere rimasta a fissarla, il pugno ancora a mezz'aria fra i loro corpi, dove prima c'era la porta a dividerle. Aveva i tratti tipici dei paesi del sud est, gli occhi di un colore indecifrabile, i capelli erano legati in una lunga treccia, neri come l'incenso che si consumava in vari punti della stanza. Si domandò per quanto avesse dovuto nasconderli, quei capelli. Un delitto.
Buongiorno disse infine, varcando la soglia e riprendendo possesso delle sue facoltà mentali, ostentando sicurezza. L'altra non rispose e le indicò cosa fare con gesti rapidi, precisi, che non lasciavano la necessità di porre domande... a cui, tra l'altro, la massaggiatrice non sembrava molto in vena di rispondere.
Sgranò leggermente gli occhi all'inchino della ragazza. Per i giapponesi inchinarsi era cosa comune, un saluto, un ringraziamento, ma nella cultura della ragazza che aveva di fronte rappresentava tutt'altro. Si chiese se avesse già assunto i costumi locali o se fosse solo abituata a una reverenziale "sottomissione".
Espansiva.. pensò, ironicamente, mentre veniva lasciata sola, di solito le ragazze che lavoravano in quelle Terme erano cordiali e accoglievano le clienti con parole gentili, non erano certo invadenti ma rimase leggermente supita dalla laconicità con cui la donna l'aveva accolta. Ma forse se lo sarebbe dovuto aspettare, visto il paese da cui ella proveniva.
Si schiarì la voce in due brevi mormorii, soffocati. Quella stanza era talmente immersa nel silenzio e l'aria increspata dagli odori più meravigliosi che le sembrava di contaminare la sacralità di un tempio facendo rumore.
Iniziò a cambiarsi, appoggiando i suoi vestiti dove le era stato indicato, piegandoli con cura perchè non fossero sgualciti quando sarebbe stato il momento di rimetterli. Iniziava ad avvertire un certo imbarazzo al pensiero di passare diversi minuti nelle mani di una sconosciuta, di cui non sapeva neppure il nome. Non che non apprezzasse la discrezione, per carità, ma un minimo di convenevoli prima di essere toccata da qualcuno li trovava quantomeno apprezzabili.
Rimase seminuda, a coprirla solo l'asciugamano trattenuto a livello del seno da una mano. Andò a sistemarsi sul lettino limpido, profumava anche quello, non sapeva esattamente descrivere di cosa, ma sapeva di esotico. lasciò andare l'asciugamano, landolo morbidamente appoggiato sulla schiena a corpirla fin quasi alle cosce e dopo un'ultima esitazione suonò la campanella affondando poi il viso nel foro del lettino e attendendo l'arrivo della ragazza.
 
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CAT_IMG Posted on 18/1/2015, 14:59     +1   -1


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il nome della ragazza era scritto sulla cartolina ^^


Sheherazade

trovarsi di nuovo da sola le fece correre la mente a quello che era appena successo. e a quelo che sarebbe avvenuto. era già tutto pronto. un piccolo vassoio con tutto l'occorrente era li vicino e aspettava soltanto di essere preso e utilizzato. Sher si sedette, nella penombra, e cercò di rilassarsi, ripercorrendo mentalmente i movimenti, e non solo, anche utilizzando le mani, con gli occhi chiusi.. assomigliava più ad una artista marziale he ad una semplice masaggiatrice.. ma.. come la sua maestra le disse, "entrambe le arti richiedono una profonda consocenza del corpo umano, dei punti vitali e dei centri di energia.. solo, noi lo facciamo per far stare bene chi riceve le nostre attenzioni... gli altri per mandarli al tappeto.." quei ricordi le misero il sorriso sulle labbra, si alzò, e appena in tempo, la campanella suonò. prese il vassoio, e entrò nella stanza dove la sua cliente aspettava pronta sdraiata con la shiena scoperta. Sher non aveva alcun calzario, era a piedi nudi, e il pavimento non trasmetteva alcun suono, quindi solo il tintinnare del vassoio che veniva appoggiato, delle boccette di olii aperte e richiuse tradivano la posizione della ragazza.. ma quando aveva preparato tutto.. il silenzio le avvolse come un abbraccio. il profumo dell'olio che usava le coccolò il naso.. era qualcosa che non si trovava di certo nei negozi. benchè alcuni ingredienti erano ovviamente identificabili: datteri, palma, aloe, e altre piante della penisola araba, vi erano alcuni ingredienti segreti, che erano gestiti da ogni maestra in base all'esigenza, all'esperienza e allo stile personali. per esempio, il caffè, il sale marino, alcune alghe.. ma anche il papavero.. ma, era il momento di mettersi all'opera. si avvisinò dal lato sinistro, e nel momento in cui pose le sue mani, che tra l'altro aveva avuto cura di riscaldare per evitare che piccoli brividi potessero dal fastidio alla donna sdraiata, allora, in quel momento, iniziò il suo viaggio verso il vero piacere, dove una nuova definizione di benessere sarebbe stata riscritta nei ricordi, nel corpo e nella mente di quella ragazza.........


questa volta, Sher impiegò ben 45 minuti per completare tutto il suo repertorio si quel particolare tipo di massaggio. infatti aveva optato per uno stile volto a conservare, raffinare le energie che aveva recuperato nelle sedute precedenti. in modo da dare alla ragazza la sensazione che si ha quando ci si sveglia dopo un lunghissimo sonno ristoratore, quando, nel modo di dire: si ha energia da vendere. non era un massaggio stimolante, assolutamente no. solo non si sarebbe sentita assonnata ne sovreccitata.. se fosse stata la prima ragazza che avesse visitato, avrebbe eseguito qualcosa di diverso.. staccò le manì, l'olio era stato assorbito completamente dalla pelle, e avrebbe dato il suo contributo benefico alla ragazza almeno fino al giorno dopo.. si spostò, riprese il suo vassoio, e si incamminò verso la porta. silenziosa come era arrivata, silenzione se ne stava andando..
 
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CAT_IMG Posted on 18/1/2015, 16:35     +1   -1
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hai ragione, sono un colabrodo... ma penso sia plausibile che anche lei se ne sia già dimenticata x) comunque ora glielo fo ricordare
Più che altro non so se sei giunto alla mia conclusione, direi che possiamo sorvolare, però mi chiedevo.. Sono in Giappone, una americana e l'altra iraniana. Come diavolo comunicano? xD


Ahlen


Non riuscì ad avvertire i passi della ragazza che tornava dalla stanza in cui si era rifugiata, era silenziosa come un leone che caccia sull'arido terreno della Savana. L'unico rumore che rompeva il silenzio denso di profumi orientali era metallico, probabilmente un vassoio su cui aveva posto oli e creme che avrebbe usato su di lei.
Deglutì al pensiero che sarebbe stata toccata da quelle mani, l'aveva guardata solo per pochi secondi eppure era rimasta soggiogata dalla sua bellezza. Forse anche perchè dopo mesi e mesi di visi dai tratti fortemente asiatici vedere una donna come quella era stata una piacevole novità.
Sentì il fruscio di movimenti delicati e l'odore dell'olio la colpi, sapeva di palma, di dolci frutti del deserto e di altri ingredienti che spesso si leggevano sulle confezioni delle creme per la cura del corpo, che Ahlen usava abbondantemente. Coccolarsi e preservare ciò che madre natura le aveva così generosamente donato era un suo dovere.
Mani calde si posarono sulla sua schiena e non potè evitare che un breve, lieve, tremorio le attraversarre le vertebre lombari. Non ci vollero molti minuti prima che si sentisse totalmente in balia di quel tocco. La ragazza sfiorò e massaggio ogni punto della schiena di Ahlen annullando al suo passaggio qualsiasi forma di dolore o contrattura muscolare vi fosse.
Le sembrò quasi di cadere in trance, si sentiva come se dormisse, non riuscendo a muovere un muscolo di un millimetro, quasi fosse in preda a una paralisi del risveglio. Eppure avvertiva il corpo che si ricaricava sotto quelle mani come se si cibasse delle cariche elettrostatiche che quel tocco produceva ad ogni passaggio.
Una massaggiatrice di cui mi innamorerò alla prima seduta
Le rimbalzarono in mentre le parole della receptionist e, diamine, quanto aveva avuto ragione.
Perse la cognizione del tempo tanto che quando sentì le mani dell'altra terminare il contatto dovette deglutire il No che le era salito alle labbra. Sollevò la testa dal lettino la bocca già socchiusa, come per parlare, ma vide che la ragazza se ne stava andando silenziosa come era arrivata.
Afferrò l'asciugamano che giaceva accanto a lei sul lettino e comprendosi la parte anteriore del corpo si sollevò a sedere, le gambe raccolte sul lettino e appoggiate ad esso, decisa a fermarla nonostante fosse mezza nuda davanti a una sconosciuta. Del resto, quando mai il pudore era stato un problema per lei?
Aspetta.. Oddio, aveva letto il suo nome poche ore prima, sul volantino, ma continuava a guizzarle in mente senza mai giungere completo a desitazione Sha.. shei.. Sheherazade... Fu sicura di averlo pronunciato male ma aveva il sospetto che l'altra non si sarebbe sentita in diritto di correggerla per nulla al mondo... che strana cultura era la sua, lei aveva sempre corretto con una lieve asprezza di sbagliava il suo nome Ti chiami così vero? Potresti aspettare che mi rivesta? Vorrei.. rubare solo un minuto del tuo tempo le parole furono un fiume in piena, in realtà non aveva idea di cosa dirle, ma aveva sentito quel massaggio come qualcosa di così.. intimo che non scambiare nemmeno qualche parola con quella ragazza le sembrava un delitto.
 
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CAT_IMG Posted on 18/1/2015, 17:30     +1   -1


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in giapponese immagino... Sher parla il giapponese senza problemi. ma anche l'inglese va bene.


Sheherazade

stava quasi raggiungendo la porta, quando il movimento della ragazza e il suo nome "Sheherazade", storpiato ma che capì comunque rivolto a lei, le fecero fare un passo indietro dalla sorpresa. si girò verso la ragazza che iniziò a parlare a raffica, lei al momento non sapeva che fare, in quanto non aveva previsto che dopo aver finito il lavoro la sua cliente decidesse di porle alcune domande.. teneva sempre gli occhi chini, fece un'altro passo indietro, giusto per sicurezza, ma restando sempre rivolta verso la sua interlocutrice. pensò rapidamente. la ragazza non sembrava avere cattive intenzioni, e comunque per quello sapeva che.. ma non era il caso. dal fatto che non badava gran chè di parlarle seminuda indicava o che era rimasta colpita dal suo massaggio tanto da non fare caso alla cosa oppure che lei stessa non provava molto... imbarazzao.. Sher comunque non ritenne che quella richiesta le potesse dare qualche problema, anzi, poteva sapere se aveva magari sbagliato qualcosa.. quindi, annuì con la testa, rapidamente, e stavolta quasi correndo raggiunse la porta e ci sparì dietro, aspettado che avesse finito. nel momento in cui il legno massiccio le separò l'una dall'altra, Sher scivolò verso terra, ansimando. era dannatamente inpanicata, e dovette perdere vari minuti prima di riuscire a riprendere il controllo di se stessa. appoggiò tutto l'occorrente che ora non le serviva sul mobile e si sedette, aspettando che la ragazza avesse finito di rivestirsi. era indecisa se avvisare la Direttrice o meno, ma non lo fece, in quanto comunque sarebbe venuta a cercarla dopo l'orario della visita prevista. si rialzò, avvicinandosi alla porta, calcolò che circa era passato lo stesso tempo di quanto la ragazza ci aveva messo per svestirsi, quindi doveva essere pronta.. non fece in tempo a stupirsi della sua audacia nel voler rivedere quella persona. la sua mente lavorava senza sosta, eppure sentiva che poteva fidarsi.. d'istinto. la mano spinse leggermente la maniglia, e Sher attraversò, sempre a capo chino, il varco che le separava, aspettando che le venisse rivolta la parola..
 
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CAT_IMG Posted on 18/1/2015, 18:14     +1   -1
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non avevo messo in conto che lei parlasse giapponese, ma erano solo considerazioni ad cazzum, tipo pocahontas e Jhon Smith come si capiscono? Ho sempre sognato di mandare una mail alla disney :asd: :asd: :asd:


Ahlen


La vide fermarsi quasi spaventata, un passo indietro in un automatico gesto dettato dalla sorpresa, come un gatto colto in procinto di agguantare un biscotto lasciato indifeso sul tavolo del suo padrone. Sheherazade si voltò poi verso di lei mentre le parlava, gli occhi sempre bassi ma che guizzavano brevemente a fissarla, di nascosto
Le annuì in risposta prima di fuggire come una gazzella oltre la porte di legno dove già si era nascosta mentre Ahlen si svestiva. Si portò una mano a coprire le labbra mentre la realizzazione di ciò che aveva appena fatto la colpiva. Doveva averla spaventata, o sicuramente messa in agitazione, visto come aveva reagito l'araba.
Non si perse d'animo e scivolò con grazia giù dal lettino, rivestendosi in poco tempo, sistemando fino all'ultimo dettaglio il suo abbigliamento, avvicinandosi quanto più poteva alla perfezione.
Avvicinò in un passo la sua borsa e frugandovi brevemente all'interno ne estrasse uno specchietto rotondo, da trucco, con cui controllò com'era il suo volto. Aveva le guance leggermente colorite, non seppe nemmeno lei se per l'imbarazzo e se per una reazione involontaria al massaggio di cui era deliziosamente stata vittima.
Si sistemò la matita che le contornava gli occhi e si riavviò i ricci in un gesto automatico. Fu mentre riponeva lo specchietto nella borsa che sentì la porta aprirsi in un fruscio e voltandosi, ancora mezza piegata sulla borsa, vide rientrare la ragazza. Si sollevò e corrucciò per un attimo le labbra notando che l'altra aveva ancora un atteggiamento reverenziale nei suoi confronti, trovò la cosa quasi fastidiosa.
La avvicinò di un passo rimanendo però al di fuori del suo "spazio di sicurezza" per evitare di mettere a disagio quella creature che, a disagio, sembrava già esserci fin troppo.
Spero di non averti messa in difficoltà... volevo solo complimentarmi per la tua bravura si strinse lievemente nelle spalle mentre parlava, prima di avvicinarla di un altro mezzo passo, abbassando il viso da un lato a cercare lo sguardo dell'altra concentrato ancora a osservare il parquet, si scostò una ciocca di capelli che nel movimento era andata a coprirle un occhio E presentarmi terminò infine la frase, pochi attimi dopo Ahlen McNair.
Ebbe un attimo di esitazione prima di allungare la mano, scegliendo il gesto formale con cui ci si presentava in occidente. Per i Giapponesi il contatto fisico era qualcosa di estremamente sconveniente e volgare e nelle loro presentazioni si salutavano con un inchino, ma sperò che forzandola in quel formale contatto fisico, che apparteneva alla cultura di Ahlen, potesse farle intendere che con lei non doveva comportarsi con una tale sottomissione. Erano uguali, in fondo. Anzi, non in fondo, erano uguali e basta.
Non aggiunse altro, pizzicandosi con denti l'angolo destro del labbro inferiore, fu un gesto di pochi secondi ma non potè evitarlo. Le capitava sempre di tormentarsi le labbra, quando era agitata o in una situazione tormentosa.
 
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CAT_IMG Posted on 18/1/2015, 20:37     +1   -1


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ahahah sei mitica Tarja.. comunque non ti preoccupare, per ora lamia cara Sher è praticamente muta... per precisa mia volontà.. ^^


Sheherazade

lasciò che la ragazza le si avvicinasse, e stavolta non si mosse ne indietreggiò. era consapevole dei suoi movimenti, li teneva d'occhio e quindi non aveva motivo di spaventarsi per gesti avventati o improvvisi. sorrise istintivamente al complimenti della ragazza, e gli occhi si illuminarono appena per la felicità di essere stata all'altezza della sua abilità. "Ahlen McNair" era il suo nome. e in quel momento le porse anche la mano, in evidente gesto di salute e presentazione. Sher non si mosse subito, e comunque, la sua mano si avvicinò titubante, lenta, quasi esplorando i pochi centimetri che li separavano.. fino anche prese coraggio e le strinse la mano, rivelando una forza molto maggiore di quella che si poteva presumere dalla semplice costituzione.. ma non solo, anche l'altra mano strinse quella di Ahlen, e lei immediatamente ci appoggiò la fronte, un saluto a cui era abituata, di chi riceve omaggio a qualcuno di rango più alto o più importante. poi immediatamente separò e si allontanò di giusto mezzo passo, per frugare alla ricerca di qualcosa, che trovò quasi subito: una sorta di biglietto da visita, che recava il nome: Sheherazade l'Odalisca. seguito dalle sue capacità di massaggiatrice e terapeuta. non recava altre informazioni, ma era il modo più semplice per rispondere di preciso alla ragazza che le aveva rivelato il suo nome. lei stessa aveva deciso di tenere quel soprannome, che dava quel tocco di esotico e fiabesco, di lontano... appoggiò una mano sul petto, indicando che lei era la ragazza descritta da quel pezzettino di carta.. stava per dire, no, per fare qualcosa, ma dalla porta secondaria d'ingresso, quella che portava agli spogliatoi del personale, non quella dove si era rifugiata Sher, arrivarono dei colpi. qualcuno stava bussando. Sher immediatamente corse alla porta, aprendo appena, e immediatamente riconobbe l'interlocutrice: la Direttirice in persona! aprì la porta, e la fece entrare.. le bastò mezzo secondo per capire che nella stanza erano presenti due persone: ovviamente Sher ma anche la sua cliente, che a quando pare non era ancora andata via.. Sher, tutto bene? le disse sottovoce, e la ragazza annuì immediatamente, sollevata, si presentò alla cliente Buongiorno, signorina McNair. sono la Direttrice di questo centro vi era un abisso tra la muta Sher e la dominante voce della Direttrice.. mi scuso per l'arrivo così improvviso, ma sono sicura che avrete capito la.. particolarità della ragazza che avete qui vicino. ditemi, è stata di vostro gradimento la seduta? non si perdeva in chiacchere, e adava diritta al sodo. devo confessarvi, siete la prima persona su cui Sher ha avuto modo di dimostrare la sua arte, e visto che io ho scelto personalmente voi, volevo anche sapere direttamente da voi cosa ne pensate..non era una domanda, in quanto cotinuò subito dopo ma vogliamo parlarne nel mio ufficio? davanti ad una tazza di te? questa era una domanda.. ma retorica. la Direttrice non era una donna abituata a fare molte domande. in genere dava lei prima ancora le risposte.. infatti, si spostò, e fece segno alla ragazza, e anche a Sher, di seguirle...
 
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CAT_IMG Posted on 18/1/2015, 23:52     +1   -1
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Ahlen


Davanti ai gesti dell'altra non potè fare a meno di chiedersi cosa avessero fatto a quella ragazza per renderla tanto timorosa. Doveva esserle stato insegnato che chiunque era superiore a lei, evidentemente, perchè il suo atteggiamento di sottomissione e reverenza andava per al di là della semplice timidezza.
Si rincuorò per un breve momento quando l'altra, seppur titubante, le strinse la mano con decisione e rimase a fissare, gli occhi sgranati in un'espressione di puro stupore, il suo inchino, dove appoggiò la fronte alla sua mano, morbidamente stretta fra quelle di Sheherazade.
Ok, quella non l'aveva vista arrivare, trattenne con fatica un sorriso divertito, non voleva apparirle scortese, nonostante quei gesti per lei rasentassero il comico, non essendo abituata a essere trattata come una regina.
Le mani dell'altra erano morbide e piene di forza seppur fossero sottili e affusolate, guardò per un breve momento le loro mani unite quando l'altra sollevò il capò prima di cercare di intercettare nuovamente il suo sguardo, fallendo nel tentativo miseramente dato che l'araba l'aveva subito allontana di un passo, indietreggiando, prima di mettersi alla ricerca di qualcosa.
Prese dalle sue mani il biglietto che le porgeva e lesse con curiosità, si era aspettata che l'altra rispondesse, emettesse perlomeno un qualsiasi tipo di suono. Per un attimo aveva avuto il sospetto che Sheherazade non parlasse giapponese ma il fatto che le avesse porto quel biglietto da visita le fece presumere che quello era il suo modo di presentarsi e che l'altra non avrebbe fiatato.
Strinse lievemente gli occhi, non era quello che si era aspettata. Certo era che l'alone di mistero attorno all'altra ragazza iniziava quasi a farsi denso nella piccola stanza in cui si trovavano.
Odalisca? Esistono davvero ancora le odalische santo cielo? si tenne per se quella considerazione, pensando con un lieve disgusto alle donne tenute negli harem come animali esotici negli zoo safari. Sapeva che molte donne si sentivano desiderate e protette in quei posti, ma la sua mentalità occidentale non poteva concepire nemmeno l'esistenza di quelle usanze.
Tornò a guardare l'altra, aprendo la bocca, ma prima che un qualunque suono potesse lasciare le sue labbra venne interrotta da brevi e secchi colpi alla porta. L'altra si precipitò ad aprire, scattando come un soldato richiamato al dovere.
Vide la direttrice entrare e guardarla con un velo di preoccupazione che venne sollevato dall'annuire di Sher alla sua domanda. Corrucciò lievemente le labbra, un leggero di fastidio la colse per essere stata interrotta. Fastidio che non la abbandonò mentre ascoltava le sue parole. Lei avrebbe voluto parlare con Sheherazade, non con quella vecchia carampana della direttrice, tant'è che non poteva certo dirglielo, questo.
Si limitò a sorridere, le labbra carnose che si aprirono mostrando due perfette file di perle bianche. Sentì il piercing che le attraversava il labbro inferiore accarezzare la gengiva, ricordandole quanto le avesse fatto male inizialmente e quanto lei avesse negatoper non darla vinta a nessuno che non fosse se stessa.
Non rimase stupita che la direttrice conoscesse il suo nome, aveva il vago sospetto che l'offerta del meraviglioso massaggio arabo fosse piovuto proprio da quella donna. Ahlen era assolutamente certa di essere sul suo libro delle galline d'oro e che la direttrice sapesse esattamente a quanti zero ammontasse il suo patrimonio.
Ebbe la conferma al suo sospetto per ammissione diretta della donna più anziana, la invitò a parlare nel suo ufficio in una richiesta che lasciava presagire come un rifiuto non sarebbe stato accettato nemmeno per finta.
Guardò l'elegante orologio d'oro che portava al polso, iniziava a farsi tardi ma non voleva rinunciare certo all'opportunità di scoprire qualcosa su Sheherazade, inoltre la direttrice le stava già invitando ad uscire e a seguirla... ma non aveva calcolato di avere di fronte qualcuno di piuttosto testardo
Penso si possa fare rispose abbassando il polso e puntando gli occhi su Sheherazade prima, sulla direttrice poi, un sopracciglio si incarcò impercettibilmente, gli occhi grigi che si fecero furbescamente più intensi Anche se, come può immaginare, mi ero trattenuta perchè era mia particolare premura parlare proprio con Sheherazade. Le diede le spalle mentre aspettava la sua risposta, andando a recuperare la borsa che era rimasta abbandonata sull'appoggia abiti.
Ah e gradirei davvero, davvero molto un caffè, al posto del the aggiunse con voce candida, dopo diversi attimi di silenzio, mentre si avviava verso la porta lasciando intendere che avrebbe seguito la direttrice.
 
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CAT_IMG Posted on 19/1/2015, 20:48     +1   -1


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Sheherazade

lasciò che Sher passasse per prima, poi appena sentì che Ahlen voleva parlare con la ragazza, iniziò a ridere, dapprima cercando di nascondere la cosa, ma poi dovette lasciarsi andare.. era incredibile.. quella ragazza era stata un'ora con Sher e già voleva saperne di più.. seriamente? ahahah guarda, se riesci le disse tra una risata e l'altra a farle mettere insieme più di tre parole tutte in fila, Giuro! e stavolta divesse seria, estremamente seria che ti regalo un pass per tutto lo stabilimento, a Vita, gratuito. detto ciò scomparì pure lei nel corridoio, che conduceva al suo ufficio. entrando, e facendo passare la sua ospite, trovò ovviamente Sher che le aspettava su un divanetto, ma balzò immediatamente appena le vide entrare. non ci volle molto prima che la Direttrice capisse che anche una ragazza incredibile come quella araba avesse dei limiti. soprattutto se oltre a quello ci metti un quantitativo di stress psicologico non indifferente.. comunque, decisse che si sarebbero divise i compiti. lei era negata con il caffè.. Sher, cara, che ne dici di preparare tu il caffè alla nostra esimia ospite? io farò il thè, perchè con il caffè sono una totale incapace.. dopodichè sei libera.Sher annuì, scomparendo dietro ad una porta a preparare il caffè mentre la Direttrice aveva li vicino il necessario per preparare un the verse giapponese in pieno stile. non si fece fretta, non troppa, ma comunque, approfittando dell'assenza della diretta interessata, iniziò a parlarle Sher è eccezionale. ma questo credo lo abbiate già capito. dovete sapere che lei in realtà non è una nostra dipendente. cioè, non è una mia dipendente.. aveva lasciato stare modi autoritari e simili. ora era una donna che parlava ad un'altra donna. e intendeva far capire che il benessere e la sicurezza della ragazza erano al primo posto per lei. lei è una diretta dipendente del Principale. il proprietario di tutto questo posto. e, se posso permettermi, io non sarei qui se non fosse per Sher.. stava per continuare quella sorta di.. confessione? quando finalmente anche Sher entrò dalla porta, decisamente allegra e più sicura. probabilmente la presenza di una figura conosciuta come la Direttrice la rendeva più tranquilla.. chissà.. la ragazza appoggiò il caffè, ovviamente una miscela araba, preparato con un metodo originario, precisamete, dello Yemen, davanti a Ahlen, e si sedette anche lei, sul divanetto di prima, ad osservare di tanto in tanto le due donne che parlavano. tendeva comunque a non cercare gli occhi della nuova arrivata.. tornando a noi..continuò mi stava spiegando se il trattamento di Sher ha avuto il risultato che mi aspettavo... iniziò anche lei a sorseggiare il the...
 
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CAT_IMG Posted on 19/1/2015, 23:51     +1   -1
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Ahlen


Un sopracciglio si sollevò automaticamente e guardò leggermente impettita la direttrice che scoppiò a ridere prima di accennare un sorriso alle sue parole.
Sicuro. pensò ironicamente, divertita dalla promessa dell'altra. Avrebbe probabilmente perso un'ottavo dei ricavi se Ahlen avesse ottenuto un pass vitalizio gratuito per quelle terme.
Oh, mi creda, lei non ha idea di che donna piena di risorse io sia rispose dopo qualche attimo, mentre ancora si stavano incamminando lungo il corridoio. Era al fianco della direttrice che non ebbe modo, quindi, di vedere il sorriso divertito di Ahlen e lo sguardo furbo.
Seguì la direttrice nel suo ufficio e non si stupì alla reazione di Sheherazade, ormai aveva capito che l'altra viveva come se fosse costantemente su un campo minato e, ogni volta che qualcuno invadeva il silenzio che si creava attorno, era come se l'araba sentisse un poco rassicurante click sotto al suo piede.
Si accomodò su una poltroncina dell'ufficio, arredato elegantemente ma senza nulla di lezioso, adatto fino al minimo particolare al carattere della donna che le sedeva di fronte.
Seguì brevemente con lo sguardo Sheherazade che si allontanava e quando, varcando la soglia, sparì dalla sua vista tornò a concentrarsi sulla direttrice. Accavallò le gambe con un delicato movimento e, intrecciate le dita fra di loro, abbandonò le mani sopra al ginocchio, rilassandosi e ascoltando attentamente l'altra.
Ci avrebbe messo la mano sul fuoco che l'araba nascondeva qualche segreto e si chiese se questo fantomatico padrone fosse anche il suo, di padrone. Non aveva idea di chi possedesse quel luogo, non era mai stato di suo interesse. Finchè avesse ricevuto niente che non fosse il meglio da quel luogo avrebbe continuato ad andarci senza porsi domande di sorta.
Aprì la bocca per parlare ma il ritorno di Sher la zittì, era meglio evitare di mettere ulteriormente in difficoltà quella creatura che viveva già a sufficienza nel più totale disagiante silenzio.
Grazie disse guardandole mentre le serviva il caffè ma la giovane evitò per l'ennesima volta il suo sguardo e andò a sedersi sul divano su cui si era accomodata precedentemente. Le sembrò un bambino in punizione nell'ufficio del preside che aspettava il verdetto sulla sua sorte.
Slacciò le mani dalla loro posa e prese con la sinistra il caffè, rivelandosi così mancina, iniziando a sorbirlo lentamente e riappogiando di volta in volta la tazzina sul piattino che le era stato servito. Delizioso era un eufemismo.
Immagino di non dirle nulla di nuovo affermando che è stata assolutamente la cosa più rilassante, corroborante e <i>idilliaca<i> della mia vita... Non so cos'abbia nelle mani Sheherazade ma, credetemi, penso che dovrete aumentarle lo stipendio. Rispose prima di sorbire un altro sorso di caffè, sorridendo affabile e sincera alla direttrica prima, alla ragazza poi. Lasciò intendere che pensasse che Sher era una comune massaggiatrice per non tradire il segreto di cui la direttrice l'aveva resa partecipe pochi attimi prima.
 
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