Clinica "villa dei fiori"

Zara

La mora se la rise quando anche Hilda scherzò un po' sul proprio seno, pur non potendo fare a meno di notare una certa malizia nelle sue risposte.

Oh, capisco... disse lei, accomodandosi subito su uno dei tavolini del bar e intimando a Hilda di fare altrettanto Beh, posso immaginare che con quelle due belle "qualità" avrai fatto stragi di cuori non indifferenti aggiunse mantenendo la sua facciata scherzosa prima di puntellare il tavolo coi gomiti e appoggiare il viso sulle sue mani, fissando la rossa con i suoi particolari occhietti violacei Beh, non che io sia stata da meno, sia chiaro... anche se buona parte delle mie relazioni non sono state molto... stabili... disse subito dopo abbassando per un attimo lo sguardo. Non voleva scucirsi subito con lei, perciò decise di mantenersi sul vago, almeno per il momento Malgrado questo, non ho ancora perso le speranze, sai? Sono certa... anzi, sicurissima, che un giorno troverò la ragazza giusta

Hilda

Si sedette al tavolino difronte Zara, poggiando un po' alla buona il camice sullo schienale della sedia, assicurandosi almeno che non toccasse terra.
<< Strage di cuori... >> per un attimo una sfumatura di malinconia apparve nei suoi occhi, per poi diradarsi << è vero ma solo in parte. Non sono mai stata il tipo da relazioni, lunghe o corte che siano. >> Negli anni Hilda è stata a letto con molte ragazze e anche ragazzi ma una, due volte al massimo poi non li rivedeva più. Solo il primo amore durò quasi un anno ma finì male e fu maggiormente colpa della stessa Hilda e del suo carattere allora ancora più immaturo e complicato.
Resse il suo sguardo fino a quando Zara non lo abbassò, aveva degli occhi davvero belli, come il resto. Era davvero difficile trovare difetti in quella ragazza. Non aveva mai visto una russa in persona ma se erano tutte così cominciava a considerare l'idea di emigrare.
<< La ragazza giusta... come farai a riconoscerla? >> Fosse stato qualcun altra avrebbe detto che la ragazza giusta, l'amore e cose simili non esistono, che alla fine tutto si riduce ad istinto e chimica, che la ragazza giusta non è altro che un compromesso tra immaginazione e realtà. Però tacque, per una volta ciò che l'attirava non era solo l'aspetto ma anche l'io di chi aveva difronte. Appena l'aveva vista l'aveva inquadrata come la classica brava ragazza, di quelle un po' sornione ma l'istinto le diceva che qualcosa non andava, che non'aveva l'apparenza delle solite ragazzette di buona famiglia a cui solitamente non lanciava nemmeno uno sguardo. Era diversa, l'istinto questo le sussurrava e la sua curiosità la spingeva assieme al desiderio sempre più verso Zara.

Zara

Come farò a riconoscerla, dici? ripetè Zara, rialzando subito lo sguardo prima di dire, anche se un po' timidamente Beh... se prometti che non mi prenderai per scema o altro... penso che il mio tipo ideale sia qualcuna non solo bella, ma anche forte e gentile allo stesso tempo... qualcuno come te, per esempio

Oh, Matrioska, l'ho detto davvero?! fu il pensiero che balenò subito dopo nella testa di Zara, la quale, dopo essere arrossita di colpo e resasi conto di ciò che aveva appena detto, mise le mani davanti a sé e disse, con tono molto imbarazzato C-Cioè, non fraintendermi, non è che voglia corteggiare proprio te, ma... il fatto è che mi sentirei fortunata ad avere una col tuo carattere come ragazza e... ecco...

Non ci volle molto prima che la russa si rendesse conto da sola che la sua spiegazione non se la sarebbe bevuta nemmeno il suo vicino di casa, perciò, una volta fermatasi un attimo a riprendere fiato, si schierì la voce e disse Ok, forse è meglio essere sinceri e onesti... non chiedermi bene il perché, ma non appena mi hai chiamata per la visita non ho potuto fare a meno di rimanere... "affascinata" dai tuoi occhi e dai tuoi modi di fare... è come se avessi sentito una certa... affinità tra noi due

Hilda

Era sorpresa, stavolta non troppo però, era da tempo che non riceveva una confessione così. Forse "confessione" era esagerato ma nell' ambiente che frequentava si finiva sul fisico senza nemmeno l'ombra dei sentimenti. E fino ad allora le era sempre andato bene così.
Sorrise divertita << pensavo di essere stata la sola ad essere rimasta colpita dal primo sguardo >> cercò i suoi occhi e rimase a scrutarli per qualche secondo. << Sei bella, sincera e anche coraggiosa... >> era ovvio che Zara attendesse una risposta ma Hilda indugiava di proposito, tenere gli altri sulle spine le era sempre piaciuto.
<< Ma non so se sei il mio tipo. >> la voce era suadente e maliziosa, quasi superba. Distolse qualche attimo lo sguardo per poi alzarsi. << vado a prendere qualcosa che mi aiuterà a decidere, aspettami qui mi raccomando >> le fece l'occhiolino e si diresse al bar.
Tornò poco dopo con due bucchieri di vetro, uno riempito di Jin per se e un altro con un cokteil del colore del succo d'arancia che pose davanti Zara. Non aveva preso qualcosa di alcolico anche a lei perché solitamente pochi gradivano alcol la mattina, non che Hilda fosse una gran bevitrice ma in situazioni del genere non lo faceva mai mancare.
Le sorrise divertita << Bevi, é il ringraziamento per essere stata così sincera. >> prese un sorso dal suo bicchiere << appena finirai se ti fidi... troveremo un posto più tranquillo per parlare >>

Zara

Era fatta... aveva detto chiaramente ciò che c'era da dire e non si sentiva affatto pentita di ciò... ma la reazione da parte di Hilda fu ciò che la stupì maggiormente. La rossa infatti non sembrava affatto contrariata, e a riprova di questo si complimentò con la russa per essere stata così sincera e coraggiosa, andando anche a prenderle qualcosa da bere.

Succo d'arancia, eh? Ottima scelta, è l'ideale per riprendere le energie come si deve... commentò iniziando a bere la bevanda Oh sì, davvero rinfrescante e rigenerante aggiunse gustandosi il sapore dell'arancia fino in fondo, finendolo nel giro di poche ma ben dosate sorsate.

Ah... mi ci voleva proprio, sai? Una buona dose di vitamina C come questa non guasta mai! disse subito dopo prima di tornare a fissarla curiosa e chiederle, mentre accavallava le gambe con fare sensuale Ma tornando a noi... posso solo chiederti quale sarebbe questo posto più tranquillo a cui accennavi? Giusto per curiosità, ovviamente...

Hilda

Ora che l'osservava col bicchiere fra le mani e il pungente sapore del jin sulle labbra si sentiva ancora più sicura. Bere qualcosa quando voleva stare vicino qualcuno era un vizio che rispettava sempre, senza era come se non riuscisse ad essere se stessa. Fortunatamente non esagerava mai così tanto da farlo diventare un problema.
<< Se lo dicessi dove sarebbe la fiducia? >> sorrise furba << Vedi... stando qui più tempo che a casa questa clinica non ha più segreti per me >> infilò la mano nella tasca del camice, cacciando un anello con tre chiavi e cominciò a giocarci sul tavolino. << Con le chiave giusta possiamo nasconderci da occhi e orecchi indiscreti... >> gli altri tavoli, pur non essendo affollati erano comunque occupati da persone, pazienti e medici. Sia lo sguardo che la voce divennero profondi e lascivi, senza mai perdere quel pizzico di giocosità maliziosa << Cosa credi, sono timida io... >>

Zara

Rimase ad ascoltare in silenzio ciò che disse la rossa, e non appena vide quel piccolo mazzo di chiavi il suo sguardo si fece molto più curioso.

Dunque basterebbe una sola chiave per assicurarci una dolce privacy? Mi suona piuttosto intrigante come idea le disse sostenendo senza timore lo sguardo di Hilda mentre si appoggiava al tavolo in maniera leggermente più sensuale, lasciando che il seno fosse un pochino di più in bella vista.

E sia, allora. Voglio fidarmi di te le sussurrò mentre le si allargava un sorriso furbetto sul viso Continuiamo pure la nostra discussione altrove

Hilda

Buttò giù l'ultimo sorso di liquore e si alzò << Andiamo allora >> Si rinfilò il camice, non tanto perché si scocciasse di portarlo in mano quanto perchè senza camice indosso qualcuno poteva insospettirsi se l'avessero vista andare dove intendeva.
<< Mi segua principessa, non ci vorrà molto. >> disse con fare umile e porse la mano a Zara col palmo verso l'alto, sfoggiando un divertito galateo. Pareva un leale servo o un gentiluomo che porge la mano alla sua padrona per aiutarla a scendere dalla limousine.

Zara

Volentieri... dottoressa le diede corda Zara, alzandosi anche lei e accettando la mano di Hilda prima di incamminarsi insieme a lei, cosa che la portò a ricordare vaghe reminiscenze sul suo passato ricco e sfarzoso...

Era da tempo che la mora non era più una principessa o una nobile, ma non poté fare a meno di ammettere che certe attenzioni erano ancora molto piacevoli, in effetti.

Da questo momento mi affido umilmente alla tua guida, e mi auguro che la nostra privacy si riveli remunerativa per entrambe

Hilda

<< Lo sarà mia cara... lo sarà >>
Nel largo corridoio, pochi passi fuori la sala ristoro, c'erano due ascensori per i piani superiori. Hilda li raggiunse con accanto Zara e premette il pulsante, la cabina già era al piano perciò si apri subito.
Dentro erano sole, premette il pulsante per il terzo piano e le porte si chiusero.
Aveva già lasciato correre troppe occasioni per aspettare ancora. Agilmente bloccò il corpo di Zara fra lei e la parete dell ascensore per poi avvicinare le labbra al suo orecchio e sussurrare poche sensuali parole, già bagnate d'eccitazione << Non puoi tornare indietro ora... >> scese fino al collo, vi poggiò le labbra per poi assaporare un primo dolce morso della pelle rosea e delicata della sua nuova preda. I capelli cremisi si poggiavano leggeri sul seno della russa mentre il camice, lungo e un po' largo, le accarezzava il resto del corpo.
L'ascensore emise un trillo prima che le porte si aprissero, Hilda le prese la mano e iniziò a condurla attraverso il piano riservato alle camere dei degenti.

Zara

La ragazza continuò a seguire la rossa fino all'ascensore, sul quale una volta salite, a sorpresa venne bloccata fra la rossa e la parete e ricevette un lieve morso sul collo, al quale reagì con un mugolio strozzato...

E chi ti dice che ho intenzione di tornare indietro? le disse maliziosa e per niente impaurita dal fare di Hilda, la quale non perse tempo e, una volta giunte al terzo piano, si lasciò guidare attraverso il corridoio del piano stesso, notando non poche stanze

Sai... non l'ho mai... fatto in un ospedale... con una dottoressa, poi... ma qualcosa mi dice che non me ne pentirò affatto

Hilda

Comminò sicura nel corridoio, come se stesse davvero accompagnando un paziente.
<< È reciproco, non avrei mai pensato di trovare qualcuno interessante tra i pazienti. Scopriremo insieme se in ospedale è... più divertente. >>
Arrivarono in un ala senza camere, solo porte chiuse. Hilda si fermò davanti una di queste, la targhetta segnava "Analisi del sonno". Se l'avessero scoperta rischiava parecchio, non solo lei non era autorizzata ad entrare in quella stanza ma usarla per "altri scopi" e per giunta con una persona con cui aveva avuto a che fare come dottoressa non era una trasgressione così leggera... potevano cacciarla dalla facoltà se volevano. Tutto ciò però non la turbava, anzi il proibito non faceva altro che accrescere la sua impazienza.
Infilò la chiave dentro, lo scatto della serratura segnò l'inizio di tutto ma in quel momento una voce tuonò autoritaria da una decina di passi dietro di loro.
<< Dottoressa >> le arrivò il cuore in gola ma all'esterno rimase di una calma impressionante. Un uomo in camice si avvicinò alle ragazze. << Che ci fa una tirocinante qui? >> << Il dottor Kazama mi ha incaricato di accompagnare la paziente per l'analisi. >> il dottore parve crederci << Tsè, quello lì non avverte mai quando prenota una stanza, crede che i suoi pazienti abbiano diritto a tutto. Va bene tanto non c'è nessuno, sta attenta e richiudi dopo. >>
Appena si fu allontanato tirò un sospiro di sollievo, entrò velocemente dentro con Zara e richiuse la porta alle sue spalle.
La stanza era spaziosa, con un letto completo di lenzuoli freschi e cuscino al centro, un mobiletto con sopra i marchingegni per l'anali del sonno e una finestra chiusa da una tenda scura. Anche se giorno nella stanza c'era la stessa luce fioca della sera.
Chiuse a chiave e si poggiò alla porta, incrociò le gambe e rimase a fissare Zara curiosa della sua reazione.

Zara

La mora annuì e continuò a seguirla senza fiatare, avvertendo un misto di paura ed eccitazione nel girare cpn Hilda. Non appena arrivarono davanti ad una porta che recava la scritta "analisi del sonno" Zara era già pronta per fare domande, ma l'arrivo di quello che doveva essere un superiore di Hilda le fecero subito cambiare idea e limitarsi ad annuire alla storiella inventata dalla rossa.

Grazie al cielo, l'uomo parve cascarci e le lasciò sole, ma Zara non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo mentre entrava insieme a Hilda dentro la stanza, il cui interno la stupì non poco.

Caspita, questa sì che è una bella stanza esclamò mentre si toglieva la giacca e la posava assieme alla sua borsetta in un punto sicuro della stanza dove non avrebbe intralciato nessuno Ti conosco da pochissimo, ma mi piace già il tuo gusto in fatto di atmosfera... aggiunse prima di voltarsi verso di lei e fissarla in maniera quasi lasciva e concludere dicendo Non so tu, Hilda... ma ho già una certa voglia di farmi.. visitare da te... siglando il tutto con un occhiolino e un bacio volante

Hilda

Sorrise al suo leggero bacio << Ma che bimba impaziente >> per mano la portò fino al letto per poi farla mettere seduta. << direi di cominciare dal petto di cui vai tanto fiera allora... >> Non era mai stata "Hilda la dottoressa" in quei momenti, dopo tutto era la notte che le sue voglie si svegliavano e di certo non era col camice. << Vuoi svestirti per me o ci penso io? >> disse in piedi davanti a lei con lo sguardo verso la scollatura.
Nei suoi modi, nelle sue parole Hilda stessa notava meno potere del solito, nel sesso aveva sempre comandato lei ma con Zara sentiva di aver trovato qualcuno che, pur essendosi dichiarata, non era poi del tutto in suo potere. Non sapeva se esserne felice o no, sapeva solo che era nuovo e che l'intrigava.
Nello studiare ogni centimetro di Zara si morse il labbro cremisi, un gesto involontario e con una certa sensualità.

Zara

Si lasciò accompagnare sul letto e si sedette, per poi ascoltare la sua domanda sul chi l'avrebbe svestita e ridacchiare divertita

Non preoccuparti, lo faccio io per te disse mentre si abbassava solo un momento per slacciarsi i tacchi e poi lanciarli via per la stanza, per poi abbassare sensualmente le spalline del suo candido vestito Ti avviso, però, le mie due "qualità" potrebbero lasciarti di sasso... aggiunse prima di abbassare per bene il sopra del vestito e mostrare il suo seno, che come avrebbe potuto scoprire la stessa rossa, non aveva un reggiseno a sorreggerlo.

Proprio così, tesoro... visto che mi stanno su da sole, non ho bisogno di sostegni... disse con tono ancor più lascivo, per poi mettersi con le mani appoggiate sul materasso e aggiungere Cominci pure con la visita, dottoressa Hilda... la via è libera...