Sai Hachi... la verità è che volevo tenerti legata a me, a costo di metterti il collare.
Nana Osaki – NANA
Il labbro inferiore di Nana “Hachi” Komatsu tremò per un secondo quando vide quello che avrebbe dovuto sistemare. Oh, accidenti a quegli idioti di Nobu e Shin! Il tavolo era rovesciato e tutto quello che in teoria avrebbe dovuto esservi sopra la superficie in legno regolare che Nana stessa aveva costruito era per terra, lattine di birra vuote compreso, oltre a una consistente quantità di carte e piatti di plastica. Hachi per un momento considerò seriamente di scappare e tornare al suo paese. Poi immaginò la faccia che Nana avrebbe fatto se avesse trovato quel disastro una volta rientrata e, terrorizzata, si accucciò per recuperare le cose da buttare. «Bene!» esclamò, chiudendo la mano a pugno a agitandola verso l’alto. «Ce la farò!» Cominciò col raccattare i piatti di plastica. Poi uni le mani e richiamò tutte le sue forze, implorando che, almeno quella volta, il Grande Demone Celeste le donasse di mantenere intatte le dita. Preso un lato del tavolo e tirò, mugugnando maledizioni non meglio definite. Ecco, c’era quasi, ormai era sollevato per tre quarti... fu in quel momento che il campanello suonò, facendole perdere la concentrazione. La reazione fu immediata: o?»lasciò cadere il tavolo e si morse la lingua che era fuoriuscita dalla bocca a causa dello sforzo.
«Ciao Hachi! Guarda che cosa ti ho comprato...» Nana era entrata dalla porta, agitando la confezione di un collare da cani rosso carminio. Poi si accorse che la sua coinquilina era a terra, seduta scompostamente sulle ginocchia e che era sul punto di piangere.
«Mi sono morsa la lingua. » mugolò quella a spiegazione, mentre una lacrimuccia debordava. Nana alzò gli occhi al cielo e si inginocchiò accanto all’altra. «Dai, fa vedere...» Hachi imbronciata, tirò fuori la lingua. «Dai, non è niente.» Non l’avesse mai detto... la ferita le riservò uno sguardo a metà tra il supplichevole e l’indignato. «Ok, vediamo se così ti passa la bua.» Nana sogghignò e la baciò, esplorando la bocca dell’altra con la lingua. Poi si staccò, si alzò e si reco in bagno, lasciando l’altra seduta a terra con un’espressione stupefatta. «E mettiti quel collare. Sei mia.»
«Nana!» Hachi trovò la forza per protestare.
Nana fece quella sua risata roca e la guardò sorridente: «Scherzavo!»
*
«Ehi, Nana... che significava quel bacio di ieri per te?» non sapeva come aveva trovato la forza di chiederglielo. O forse sì. Nobu e Shin avevano lasciato due o tre lattine di birra –
avevano.
«Te l’ho detto. Sei mia.» Non sentendo risposta si girò e vide che Hachi la fissava, mentre i suoi occhi brillavano. «Da-davvero?»
«Ho la faccia di una che sta scherzando?»
«NANA! »
«PER L’AMOR DI DIO, HACHI, STACCATI IMMEDIATAMENTE DAL MIO BRACCIO!»
Eccola qui... che ne pensate? L'ho scritta abbastanza di getto, è la prima volta che scrivo su queste due e vorrei sapere se sono una frana completa (_ _)