Pomeriggio al parco

Nota: corsivo = pensato

Kagura

Quel pomeriggio non aveva proprio voglia di studiare; ci aveva provato, ma alla fine l'aria tiepida che si faceva strada fra le tende e la finestra socchiusa l'aveva spinta ad abbandonare definitivamente il lavoro scolastico e concedersi una passeggiata nel parco.
Voleva solo trovare una panchina e sdraiarsi a pancia in sù lasciando vagare lo sguardo fra i disegni arzigogolati che i rami e le foglie degli alberi intrecciavano con i raggi del sole.
Vagò per un po' all'interno del parco indecisa su quale fosse il posto migliore dove fermarsi. La sua attenzione fu attratta da una panchina non molto discosta dalle altre che stava però ai piedi di un albero che sembrava accoglierla fra le sue braccia grandi e possenti. Inizialmente con un po' di disappunto notò che si era già seduta un'altra ragazza. Restò per un minuto buono a fissarla decidendo sul da farsi.
Poco male pensò vorrà dire per una volta che rinuncierò alla mia consueta solitudine
Improvvisamente con passo deciso si avviò verso la panchina.

Nota: parlato

Kagura

Sul momento fece appena caso all'aspetto della ragazza seduta, notò solo di sfuggita che aveva i capelli raccolti in tante treccine, che non guastavano per niente al colpo d'occhio. Vedendo che si spostava per lasciarle posto sulla panchina si sentì in dovere di ringraziarla, non senza un po' di sorpresa per quella cortesia inattespettata.
Hem grazie.... borbottò, per chiudere in fretta la questione.
Dopodichè si lascò cadere per lungo sulla panchina con le mani intrecciate dietro la nuca per avere un posto comodo dove appoggiare la testa. Occupava più di metà dello spazio pur avendo lasciato i piedi per terra invece che appoggiarli sul bordo come era solita fare: non ci sarebbero state.

Kagura

Dopo che si era sdraita aveva chiuso gli occhi cercando di rilassarsi e svuotare la mente dai troppi pensieri che come sempre la affollavano. Dopo circa un minuto il suo respiro diventò regolare e ben cadenzato, si stava godendo la brezza che soffiava leggera facendo frusciare le chiome degli alberi. Nonostante tutto però avvertiva prepotentemente la presenza della ragazza seduta al suo fianco, sicuramente era solo frutto della sua immaginazione, ma si sentiva osservata, come se da quando aveva chiuso gli occhi l'altra non avesse fatto altro che guardarla intensamente. Questo suo nervosismo era tradito soltanto da una leggera tensione che le permeava ogni parte del viso, cosa che la portava ad avere ogni tanto dei leggeri movimenti, dovuti a qualche muscolo che non era riuscito a sopportare quell'immobilità forzata.

Kagura

Dopo qualche tempo si risolse ad aprire gli occhi e vedere finalmente che, come in fondo si era aspettata, la ragazza non la stava guardando, anzi probabilmente era lontanissima dall'aver mai pensato ad una cosa del genere. Non sapeva se essere contenta o meno di questa scoperta, ma quasi inconsciamente si rilassò ed assunse un'espressione più naturale. Si accorse però di essere comunque nervosa, sperando di poter stemperare la tensione buttò lì qualche parola. Magari aveva voglia di chiacchierare.
Spero di non darti fastidio anche se sono semisdraiata, scusa, occupo un sacco di spazio, non ti dispiace vero? disse, senza accennare minimamente a spostarsi.

Kagura

Fortunatamente la ragazza rispose con quel po' di disinvoltura che le fece capire che non le sarebbe dispiaciuto fare una chiacchierata. Ruotò leggermente gli occhi verso l'alto per poterla guardare mentre parlavano e si accorse nel frattempo si era leggermente sporta verso di lei. Non potè non notare che nonostante prima non l'avesse guardata con molto attenzione aveva dei bei lineamenti che stavolta la incuriosirono.
Per fortuna, credevo di averti dato fastidio sorrise leggermente, contenta di non dover fare polemica a riguardo.
Sì, vivo qua vicino, in un condominio a qualche minuto a piedi da questo parco, studio in questo quartiere ma non ho voluto prendere una stanza nel dormitorio, preferisco avere una casa solo per me. Omise il fatto che così avrebbe avuto meno scocciature da parte del padre.

Kagura

Era riuscita a farla sorridere, già qualcosa, anche perchè guardandola più attentamente si accorse che con un sorriso ad illuminarle il viso, era veramente carina.Rimase abbastanza sorpresa scoprendo che frequentavano la stessa scuola, ma la cosa non le dispiacque, anzi accolse la notizia con un pizzico di divertimento. Cercò di ricordarsi se l'avesse mai vista prima, forse di sfuggita ma non ne era sicura, di certo doveva essere più grande altrimenti l'avrebbe sicuramente notata fra le altre classi del suo anno, ma fino a quel momento non aveva avuto motivo di interessarsi a lei.
Davvero? Proviamo.....tiro ad indovinare... si finse pensierosa alzando scetticamente un sopracciglio Non puoi essere più piccola perchè io sono solo al primo anno, e non puoi nemmeno avere la mia età perchè altrimenti mi ricorderei sicuramente di te, devi essere per forza più grande, sbaglio? sapeva di aver fatto centro e non nascose l'aria soddisfatta che aveva naturalmente assunto, non senza un po' di malizia che le brilava neglio occhi.

Kagura

La perspicacia non ti manca disse riendo. Poi rimase per un attimo impietrita dall'intensità dello sguardo che Helene le puntava dritto negli occhi. Lo sostenne per un po' cercando di indagare nelle profondità che poteva nascondere. Scorse un turbinio di emozioni che prima non aveva notato e tirandosi sù a sedere in modo da stringerle la mano che le aveva improvvisamente teso si presentò: Kagura Saitou
Helene aveva una mano inaspettatamente calda a confronto della sua che manteneva in ogni caso un temperatura costante e quel contatto le lasciò una piacevole sensazione tanto che faticò a separarsene.