Yuri's Heart ~ GDR Yuri, Manga, Hot & Soft Yuri

Racconto

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dark_soul_
CAT_IMG Posted on 31/5/2011, 22:36     +1   -1




Dato che questo a suo tempo mi era piaciuto, proviamo a vedere cosa ne pensate. Avviso in anticipo che se ci saranno commenti di cortesia tipo "Sì, bello ^_^" li considererò piuttosto male, vorrei una critica seria per quanto riuscite, sia stilisticamente che semanticamente: ergo fatemi il favore di commenti costruttivi. Potrebbero mancare dei passaggi logici, lo so, riconosco di avere un modo di scrivere piuttosto contorto, e questa è ancora la brutta copia. Perdonate la franchezza


Dietro il vetro
Li vedevo sempre lì, ogni giorno da quando avevo cominciato a poter ricordare. Passavo ore ad osservarli, a volte dilatando gli occhi per la sorpresa, altre inclinando il capo in segno di curiosità dietro cui si celava una gran voglia di capire, altre volte infine, struggendomi e partecipando dolorosamente ai loro momenti più bui. Da dietro quella grande finestra guardavo gli altri esseri umani vivere. Alcuni, lo sapevo per una certa conoscenza innata, erano miei parenti, fratelli, amici che condividevano con me gran parte di quelle noiose giornate, alcuni invece erano perfetti sconosciuti che tanto velocemente quanto entravano nella mia visuale altrettanto in fretta ne uscivano lasciando dietro di se non più che qualche faccia sorpresa o tutt’un tratto scontenta. Eppure nonostante desiderassi tanto ardentemente far parte di quel mondo, accostarmi fisicamente alle gioie semplici come quelle che provano degli amici che s’incontrano in un parco e hanno il solo piacere di stare insieme, o piangere insieme ad un innamorato la delusione cocente dell’essere respinto, o ancora respirare l’aria viziata che si respira durante un discorso particolarmente noioso, non riuscivo ad oltrepassare quel vetro. Quando lo scoprii per la prima volta, appurato che non c’era modo apparente per eludere quella sua invisibile e fredda barriera non me ne diedi troppo pensiero, in fondo ero sempre vissuta così, se anche avessi continuato in quel modo non avrebbero dovuto esserci grossi problemi. La mia ingenuità mi portò a scoprire solo molto più avanti che m’ingannavo. Col passare del tempo sempre più sovente provai a entrare nel mondo che vedevo così vicino e allettante, ma che era per me così irraggiungibile. Tentai ogni cosa, decisi di cercare in tutto il perimetro del vetro se ci fosse una qualche apertura: non ne trovai; provai a scavalcarlo, ma non avevo a disposizione mezzi per potermi issare oltre una certa altezza e ogni volta che volgevo lo sguardo al cielo il vetro sembrava continuare all’infinito fino a fondersi con questo; scavando in basso nella terra umida ottenni solo di spezzarmi le unghie e avere tanto dolore alle mani da non poter più continuare; provai a romperlo in vari modi, ma considerato che l’unica arma di cui disponevo era il mio corpo finii per riportare una serie di lividi e tagli dovuti al troppo urtare contro una superficie dura, tanto che decisi di desistere dal proseguire per quella strada. A questo punto le mie possibilità si erano ridotte, secondo quello che mi pareva, quasi a zero. Non avevo più idee e cominciai a disperarmi sprofondando in uno stato di semincoscienza sempre più cupo. Nonostante tutto però non potevo evitare che mi cadesse lo sguardo su quel mondo che non potevo raggiungere, ed ogni volta il mio bisogno di inserir mici (poterlo vivere) trovava un futile appagamento anche solo nel poterlo guardare. Sapevo che era una felicità vana, poiché non avrei avuto mai niente più che quella fredda contemplazione ma al tempo stesso esercitava su di me un’attrazione tale da non poterne fare a meno, quasi fosse una droga. Poi, un giorno successe qualcosa di molto strano, avevo allungato la mano per toccare quella superficie liscia vaneggiando di raggiungere in qualche modo un bambino che, dall’altra parte, piangeva raggomitolato in un angolo, quando invece di incontrare la solita resistenza inamovibile il vetro ebbe un sussulto e si piegò docilmente al contatto con la mia mano. Quell’avvenimento mi sorprese. La natura del mio isolamento non era forse così immutabile come avevo pensato fino ad allora. Una scarica improvvisa di adrenalina mi attraversò il corpo, sentivo di nuovo la voglia di provare ad uscire che ormai pensavo mi avesse abbandonato per sempre. Provai a spingere nuovamente, ma con molta cautela, sul vetro temendo che l’incantesimo si fosse rotto e la mia fortuna non si sarebbe ripetuta un seconda volta, invece la superficie tremolò e cedette al mio tocco formando una specie di bolla che si allargava quanto più io avanzavo. Capii ben presto che la mia conquista era stata solo parziale, adesso potevo muovermi più liberamente e avevo l’illusione di poter interagire col mondo esterno, ma la bolla poteva seguirmi solo per una quantità di spazio limitato e in ogni caso manteneva una barriera che non riuscivo a lacerare seppure sembrasse così facile farlo. Il mio entusiasmo ebbe nuovamente un crollo, ma non rinunciai, mi sentivo vicina alla meta e per la prima volta mi capitò di avere la capacità di avvertire la fugacità del tempo. I visi che vedevo tutti i giorni pian piano assumevano contorni sempre più duri e austeri, le espressioni si facevano più contenute così come gli scoppi d’ira o di gioia. Stavano invecchiando, -invecchiavano tutti!- mi dissi con orrore, certo il processo non era molto avanzato, ma ora ne coglievo nuovi segni ogni giorno. Parimenti la mia frustrazione continuava senza sosta, mi tendevo fino all’inverosimile per rompere la barriera ma questa sembrava insensibile a tutti i miei sforzi. Mi capitò poi, dopo un po’ di tempo, di trovarmi ad osservare una strana figura; dapprima non riuscii a distinguerne bene i contorni poiché era particolarmente lontana, ma finì per avvicinarsi a ritmo costante finché non giunse esattamente davanti a me. Ora la potevo vedere bene, era una ragazza dai tratti piuttosto semplici e delicati, ma non fragili. Mi accorsi che ogni giorno stava sempre nella stessa posizione, non si muoveva, guardava fisso verso di me e sembrava che stesse aspettando qualcosa. Da parte mia iniziai ad affezionar mici, in un certo senso mi faceva compagnia avere qualcuno che ritrovavo tutte le mattine come l’avevo lasciato la sera precedente e che non aveva altra occupazione che guardare verso di me, nulla sembrava turbarne l’equilibrio. Decisi di analizzarla meglio e come ormai mi era diventato familiare espansi il vetro quanto bastava perché fossimo a meno di un metro di distanza. Da vicino non era molto diversa, non fosse stato per qualcosa che assomigliava ad una scintilla di determinazione che riuscivo a scorgere nei suoi occhi. Senza preavviso sollevò un braccio e con l’indice teso additò qualcosa alle mie spalle. Indecisa se aver inteso bene quel gesto mi voltai ugualmente e, per la prima volta, notai una porta di legno scuro sulla parete opposta al vetro. Mi girai incerta verso la ragazza che accennò un sorriso senza smettere di indicare la porta. Titubante mi avviai in quella direzione e strinsi la maniglia di ottone su cui si delineò immediatamente un alone di umido dovuto al contatto del freddo metallo con la mia mano calda e fremente. Spinsi i battenti e la calda luce del sole mi investì sciogliendo la tensione e il torpore che mi avevano accompagnato fino a quel momento, trassi un lungo respiro in quell’aria nuova chiudendo gli occhi. Quando li riaprii davanti a me la ragazza di prima ora sorrideva, palesemente contenta. Dimentica di tutto quello che mi aveva oppresso fino a quel momento la seguii nella brezza leggiera di un mattino di maggio.

Edited by Shizuma93 - 30/12/2014, 19:34
 
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AngleRei
CAT_IMG Posted on 31/5/2011, 23:41     +1   -1




Ecco qui alcuni piccoli appunti, tutti di punteggiatura; niente di grave, giusto piccole limature che, imho, dovrebbero render meglio la struttura delle frasi in oggetto.

CITAZIONE
altre volte, infine, struggendomi e partecipando dolorosamente ai loro momenti più bui.

CITAZIONE
Da dietro quella grande finestra guardavo gli altri esseri umani vivere; alcuni, lo sapevo per una certa conoscenza innata, erano miei parenti, fratelli, amici che condividevano con me gran parte di quelle noiose giornate, alcuni invece erano perfetti sconosciuti che tanto velocemente quanto entravano nella mia visuale altrettanto in fretta ne uscivano lasciando dietro di se non più che qualche faccia sorpresa o tutt’un tratto scontenta.

CITAZIONE
Quell’avvenimento mi sorprese; la natura del mio isolamento non era forse così immutabile come avevo pensato fino ad allora.

CITAZIONE
Provai a spingere nuovamente, ma con molta cautela, sul vetro, temendo che l’incantesimo si fosse rotto e la mia fortuna non si sarebbe ripetuta un seconda volta, invece la superficie tremolò e cedette al mio tocco formando una specie di bolla che si allargava quanto più io avanzavo.

CITAZIONE
Quando li riaprii davanti a me c'era la ragazza di prima ora sorrideva, palesemente contenta.

PS: leggera e non leggiera.

Il racconto non è affatto male, anche se adesso sono parecchio assonnato e avrei bisogno di rileggerlo con maggior lucidità per apprezzarlo in toto, comunque, gli unici appunti che mi sento di muoverti sono quelli sopra riportati =^.^=
 
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dark_soul_
CAT_IMG Posted on 1/6/2011, 14:03     +1   -1




Bravo Rei, sapevo di poter contare su di te!

E aggiungo che quasi tutte le tue correzioni nella bella le avevo fatte, solo che per vari motivi la ce l'ho solo stampata e non avevo voglia di riscrivere tutto xD
In ogni caso, grazie della critica costruttiva u.u
 
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2 replies since 31/5/2011, 22:36   115 views
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