All'ombra di un albero

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Camminava con andatura lenta e il capo chino, i capelli rosso fiamma splendevano sotto la luce del sole cocente ed il tik tak prodotto dal fodero della katana che ad ogni passo sbatteva contro la cintura era appena udibile.
La portava sempre con se, la sua katana, dietro la schiena. Il fodero nero brillava alla luce ed aveva delle fantasiose incisioni floreali visibili esclusivamente al sole.
Un altra giornata di noia.
Era ancora presto e decise di riposarsi qualche minuto all'ombra di un albero del grande cortile che campeggiava all'ingresso del grande collegio.
Svoltò a destra ritrovandosi sull'erba soffice e scelse l'albero piu lontano dai gruppi di ragazzi che chiacchieravano e ridevano rumorosamente.
Si sedette e poggiò la schiena al tronco, chiuse gli occhi è cercò di rilassarsi un poco.
Che sto facendo qui?
Si chiese per abbandonarsi ai pensieri che danzavano disordinati nella sua mente.

Takako

Camminava senza meta in quel parco, pieno di gente e coppiette che si scambiavano effusioni. Evitava di guardare quelle scene perchè ancora ci soffriva riguardante il tema amore. Si spostò in una zona piena di alberi e isolata da tutti, notò quella ragazza appoggiata all'albero e immersa nei suoi pensieri e non potè fare a meno di notare la katana che aveva con se, era affascinante con quei suoi capelli rossi ma di certo Takako non avrebbe provato un approccio con la sconosciuta e poi con quale scopo?
Le passò davanti lentamente guardandola con la coda dell'occhio mentre si allontanava

L'erba che scricchiola sotto il peso dei passi non è confondibile con nessun'altro suono al mondo. Credeva di essere sola e invece qualcuno la stava disturbando. Aprì gli occhi e il suo sguardo gelido si posò su una ragazza che le stava camminando di fronte. Incrociò il suo sguardo.
C'è qualche problema?
Chiese con una voce tagliente, fredda, senza interrompere il contatto visivo con la ragazza.
Una folata di vento scosse le ciocche color sangue di lei, che sembrava aver inchiodato i suoi occhi castani nelle pupille dell'altra.

Takako

Sentì le parole della ragazza così si voltò verso di lei, il suo sguardo la inchiodò non sapeva bene cosa stesse provando ma ebbe quasi un tentennamento con i suoi occhi che la scrutavano, si riprese dopo qualche istante e con tono indifferente le rispose "Nessun problema, scusa se ti ho disturbato è che sto cercando di uscira dal parco del collegio e tornarmene a casa... cavolo è quasi un labirinto" disse scocciata tra se e se quasi dimenticandosi dell'altra

Ven ascoltò le parole dell'altra senza dire nulla, continuando a fissarla dritta negli occhi. Poi si alzò, scrollò i vestiti dall'erba e si avvicinò alla ragazza che sembrava volesse allontanarsi il prima possibile.
Le afferrò un polso e la tirò a sè.
Le prese il mento tra il pollice e l'indice per indirizzarlo verso il suo viso, priva di delicatezza, l'altra era piu bassa di lei.
Sicura?
Chiese riferendosi al problema e fissando ora gli occhi dell'altra a pochissimi centimetri di distanza. Il suo viso come i suoi occhi non lasciavano trasparire alcuna emozione.

Takako

Si sentì afferrare per un polso e prendersi il mento in quella menira, ma chi si credeva di essere di certo Takako non era una che si lasciava sottomettere. La guardò dritta negli occhi mentre un fulmine rabbioso li illuminava, si scanso dalla sua presa con forza "Ma chi ti credi di essere?" le disse con tono più o meno calmo, sapeva che aveva una katana e non era così stupida da provocarla dato che non conosceva minimamente quella tizia

Per la prima volta una qualche emozione sembrò sfiorare il viso bianco della rossa, un ghigno campeggiava sul suo volto e non fece nulla per nasconderlo.
Non reagì minimamente alle parole dell'altra e rimase immobile.
Una che sa dov'è l'uscita.
Rispose calma.
Non sapeva perchè, ma importunare così le ragazze la divertiva.
Sghignazzò nuovamente poi si voltò lasciandola libera e si incamminò dalla parte opposta di dove era diretta l'altra ragazza poco prima.
Il sole stava calando pian piano.

Takako

Aveva capito perfettamente il suo giochetto e di certo non le avrebbe dato la soddisfazione "Non pensare che io ti preghi di aiutarmi a trovare la strada" disse seguendola un attimo "Se la trovo da sola bene se no amen" disse allontanandosi nuovamente da lei alla ricerca del cancello, al massimo sarebbe rimasta lì di certo non aveva paura aveva sempre vissuto un periodo per strada ed era sopravvissuta quindi cosa poteva accaderle nel giardino di un collegio?

Si fermò un secondo per rispondere alla ragazza che non sembrava affatto stupida come le altre.
Potresti incontrare persone malintenzionate.
La stuzzicò un poco.
Magari potrebbero addirittura essere armate...
Lasciò la frase in sospeso mantenendo un sorrisetto beffardo e fissandola allontanarsi.
Era da molto che non scambiava così tante parole con qualcuno, in genere faceva fuggire chiunque. Non aveva un'ottima fama in quella scuola.
Invece quella ragazza sembrava diversa dalle altre, massì, forse si sarebbe divertita quella sera.

Takako

"In un collegio ci sono persone così? O bene siamo proprio al sicuro" disse sarcastica benchè stesse parlando con una che andava in giro con una katana "E dimmi un po' tu sei armata perchè dovrei seguire te e fidarmi?" le chiese con tono provocatorio, vedeva che l'altra si stava divertendo e in fondo anche lei

La ragazza era proprio arguta. Le piaceva.
Perchè se avessi voluto farti del male l'avrei già fatto.
Rispose allungando il braccio verso il manico della katana e picchiettandoci sopra con le dita.
E poi...
Aggiunse avvicinandosi di nuovo qualche metro.
Non sono cattiva.
Le sussurrò all'orecchio sorridendo, come per confessare qualcosa che qualcun altro non avrebbe dovuto sentire anche se intorno a loro regnava il deserto.
Si guardò intorno, si era fatto buio.
Fissò nuovamente la ragazza poi si voltò un'altra volta verso la via che stava percorrendo poco prima. Indugiò qualche istante e riprese a camminare.

Takako

Quando le si avvicinò nuovamente così cercò di far finta di nulla anche se quella ragazza iniziava ad attrarla in maniera disarmante, quando fece per allontanarsi notò il suo tentennamento così le si avvicinò con due passi "Allora dato che non sei cattiva mi fiderò di te" rispose anche lei in un sussurro "Magari iniziando a dirmi il tuo nome così non ti chiamerò sconosciuta" disse sorridendo leggermente

I visi delle due ragazze ora erano distanti pochissimi centimetri l'uno dall'altro. La ragazza dai capelli corti si era avvicinata ancora di più a Ven rispondendole con il suo stesso sussurro.
Il mio nome è? ...
Riflettè un secondo la rossa, continuando a fissare l'altra negli occhi.
Fece per avvicinare le sue labbra a quelle dell'altra ma si fermo a pochissimi centimetri dalla sua bocca. Si stavano stuzzicando a vicenda e questo le piaceva. Non poco.
Sorrise e si allontanò di nuovo dalle labbra di lei.
Chiamami Ven.
Disse voltandosi nuovamente.
Vogliamo andare?
Continuò, invitandola a seguirla.
Riusciva a sentire le cicale notturne unirsi al canto della notte e se non si fossero sbrigate le avrebbero chiuse dentro.

Takako

Fermò per qualche istante il fiato sentendo le sue labbracosì vicine, a quanto pare anche lei non era indifferente all'altra "Ven..." ripetè in un sussurro per poi seguirla "Io mi chiamo Takako" disse affiancandola nuovamente "Tu hai una stanza nel dormitorio?" chiese per spezzare il silenzio che si era creato mentre raggiungevano l'uscita

Continuando a camminare ascoltava le parole dell'altra ragazza ma non rispose subito. Sembrava immersa nei suoi pensieri. Nel frattempo avevano raggiunto il grande cancello che si stava per chiudere davanti ai loro occhi.
Corri.
Le ordinò con voce estremamente calma guardandola intensamente negli occhi, prima di prenderla per mano e cominciare a correre verso il cancello.
Arrivata a qualche metro dalla chiusura Ven si lanciò in avanti trascinando con sè Takako e finirono a terra con un bel ruzzolone, impolverate, ma fuori.