Yuri's Heart ~ GDR Yuri, Manga, Hot & Soft Yuri

Caffetteria, Aperta 24 ore su 24

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|_Tatus_|
CAT_IMG Posted on 24/11/2011, 23:19     +1   -1




Takako

Quando le si avvicinò chiedendole di ridarle i soldi le sorrise e le mise una mano sul viso delicatamente "Ma non c'è bisogno... la prossima volta offri tu ok? Così siamo pari" disse dandole una piccola carezza per poi rendersi conto del gesto un po' troppo intimo forse e quindi tolse la mano e le sorrise leggermente imbarazzata.
Si avviarono verso la macchina e appena furono vicine l'aprì con il telecomando e aspettò che entrasse per prima l'altra
 
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.:|NiHaL|:.
CAT_IMG Posted on 24/11/2011, 23:24     +1   -1




Linalee

Rimase stupita da quel nuovo contatto fisico, ma capì che era un gesto affettivo e si tranquillizzò.
Si avvicinò alla macchina, dopo aver annuito sorridendo alla proposta di Takako, e si sedette sul sedile accanto al guidatore.
Si allacciò la cintura e attese Takako.
 
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|_Tatus_|
CAT_IMG Posted on 24/11/2011, 23:28     +1   -1




Takako

Salì anche lei e allacciò la cintura, mise in moto e scaldò un po' il motore. Uscì dal parcheggio e attese le indicazioni di Linalee per portarla a casa.
"Allora mi faccia da navigatore e la porto alla sua dimora" le disse con tono scherzoso rimanendo poi in attesa.

Il collegamento poi lo farai tu dato che è casa tua xD
 
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.:|NiHaL|:.
CAT_IMG Posted on 24/11/2011, 23:32     +1   -1




Linalee

Va bene!
Rispose sorridendo, entusiasta nonostante la notte insonne.
Le diede tutte le indicazioni per arrivare a casa sua, fin quando non si trovarono accanto al portone.

Certo =D Abbi pazienza che non mi ricordo se Linalee aveva già una cosa o me la devo inventare ora X°°°D Appena ho fatto inserisco il link qui ^^


Continua qui!

Fatto =D
 
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isabj98
CAT_IMG Posted on 14/2/2015, 21:13     +1   -1




Sasha Elliot

Un'altra mattina era iniziata per Sasha, un'altra giornata caratterizzata da stanchezza, infatti ormai da qualche tempo soffriva di un'insonnia irritante, che non la faceva dormire in alcun modo. Nelle notti in cui riusciva a riposare di più, dormiva soltanto qualche ora. Aveva provato a prendere qualche specie di sonnifero naturale, d'altronde non aveva nessunissima intenzione di andare da un dottore, ma ovviamente non le avevo dato alcun sollievo.
Anche quella notte fortunatamente era passata ed era comunque riuscita a dormire più di quanto si sarebbe aspettata, ma non poté evitare di alzarsi molto presto. Guardando l'orologio che segnava le 5:30, dopo essersi rigirata un paio di volte, fece un espressione mista fra disperazione e rassegnazione, passandosi le mani sul volto e sfregandosi gli occhi, segnate da occhiaie che nonostante tutto non erano esageratamente marcate.
Decise allora di alzarsi, con calma dal letto matrimoniale, per dirigersi direttamente in bagno: aveva bisogno di una doccia. Arrivata in bagno, si diresse verso la doccia, non senza darsi prima un fugace sguardo al volto attraverso lo specchio, un volto stanco, e gli occhi rossi, questa volta di un rosso cupo, che davano al suo viso un tratto quasi inquietante, in contrasto in modo innaturale con la sua pelle, così bianca e candida.
Dopo essersi fatta la doccia ed essersi vestita, con i suoi soliti vestiti neri, l'unico colore che compariva nel suo armadio, interrotto occasionalmente da qualche sprazzo di bianco qua e là appartenente a delle magliette, si sistemò i capelli, semplicemente buttandoli tutti da una parte e lasciando l'altra metà del capo rasato, scoperto.
Aveva fame, questo era stato il suo secondo pensiero, il primo era stato quello di dover trascinarsi in bagno per una doccia, ma non aveva voglia di cucinare, inoltre voleva prendere un po' d'aria.
Il primo posto che le venne in mente in cui poteva andare era la piccola caffetteria, che si trovava non troppo lontana dal suo appartamento e che avrebbe potuto raggiungere a piedi. Non era la prima volta che ci andava, e non le era dispiaciuto per niente soprattutto perché non era un posto molto affollato, almeno quando andava lei, e poi era aperto 24 ore su 24. Le era capitato di ritrovarsi lì anche in piena notte, quando le sue crisi d'insonnia erano davvero insopportabili e lì era riuscita a trovare un po' di tranquillità e serenità, molto più che nel suo letto rigirandosi tra le lenzuola cercando e aspettando che Morfeo l'accogliesse tra sue braccia, davanti ad una tazza di camomilla o molte volte anche di birra. Un posto tranquillo a cui sarebbe andata a fare visita ancora una volta.
Prese e indossò il suo cappotto, rigorosamente nero. Fuori non faceva troppo freddo ma neanche così caldo da uscire indossando soltanto una maglietta.
Dopo circa 10-15 minuti di passeggiata, in cui respiro quell'aria fresca di cui aveva bisogno, Sasha arrivò alla meta: era praticamente vuoto a quell'ora come si aspettava e sperava, d'altronde non le piaceva la confusione e tanto meno i posti affollati.
Entrò nella caffetteria, si diresse verso il bancone principale, ordinò una tazza di caffè rigorosamente nero anche quello, senza zucchero, ne latte, ne miele, puro e semplice caffè, amaro e forte. Andò a sedersi poi ad un tavolino abbastanza isolato e vicino alla finestra. Seduta, aspettava la sua bevanda osservando fuori dal locale, fissando un punto vuoto e indefinito di ciò che si trovava fuori. Concentrata sulla città, ancora spenta, a parte qualche macchina, i lampioni accesi, che illuminavano la strada, e il buio, che nonostante la luce, ancora prevaleva.
 
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Ukio
CAT_IMG Posted on 17/2/2015, 16:28     +1   -1




Anja Fortune

Cinque spaccate e gli occhi che si aprono in automatico. Nessuna sveglia, nessuna luce che filtra dalle finestre ed ancora nessuna compagnia ad allenarsi eppure per Anja non c'è stato modo di riposare un secondo di più. Tornata solo nel pomeriggio del giorno precedente dalla zona di guerra ha oramai assunto ritmi atipici esattamente come le reazioni fisiologiche. La coperta viene spostata, le gambe che ruotano mentre il busto si solleva portandola seduta al bordo del letto. Allunga la mano per prendere la bottiglia d' acqua sul comodino e berne una sorsata prima di alzarsi riponendola su di esso dopo averla chiusa. Avverte e gode della freschezza che è arrivata a portare sollievo alla gola arsa prima di accendere la luce ed aprire le persiane osservando le luci fuori dalla caserma. Tutto pacifico, tranquillo, la città che dorme al sicuro dietro a quelle mura che delimitano il confine tra il mondo militare e quello civile. Un sorriso accennato, ma sincero, a quel pensiero prima di allungare le braccia per stiracchiarsi facendo scrocchiare la schiena prima di rifare il letto con rapidità, del resto le basta meno di un minuto per riportarlo alla perfezione. Anni di addestramento che si condensano oramai in ogni piccolo gesto quotidiano, esattamente come subito dopo aver terminato col letto si mise a fare il proprio quotidiano addestramento: riscaldamento, flessioni, addominali, esercizi per le gambe e quant' altro. Quando terminò erano ormai le sei e si concesse quindi una doccia di dieci minuti con l' acqua calda, praticamente bollente. Un lusso che non sperimentava più da mesi e che ora si gode con gli interessi. Uscita ed asciugatasi prese i vestiti, immancabilmente gli anfibi perfettamente puliti, pantaloni militari da mimetica cittadina notturna ed una maglia a maniche corte nere del proprio corpo d' appartenenza passò allo specchio per pettinarsi i capelli fino ad eliminare ogni nodo ed ogni traccia di possibile "ribellione" dall' acconciatura scelta prima di prendere portafoglio, chiavi e cellulare e quindi, dopo aver indossato i propri rayban a specchio ed il basco uscire. Faceva freschino, ma niente che una soldatessa come lei non potesse sopportare anzi, tuttavia il buio era davvero eccessivo per non risultare ridicola con gli occhiali che finirono rapidamente nel taschino sul seno sinistro. Una passeggiata rapida, dieci minuti appena visto il passo di marcia usato con pausa per comprare le sigarette, raggiungendo così la caffetteria ancora aperta non troppo distante dalla caserma. Una figura che spicca tra le altre esattamente come lei seppur per motivi diversi. Magra, abiti scuri e soprattutto degli occhi rossi che contrastavano in maniera impressionante col pallore della pelle. Avrebbe messo in soggezione diversi soggetti, non lei che le sfilò avanti per sedersi ad un tavolo vicino seppur spostato diagonalmente di un posto. Indecisa se quella ragazza stesse o meno bene andò a prendere il pacchetto di sigarette nuovo ed a frugarsi nella tasche per comprendere che non si era ricordata di prendere l' accendino. Una smorfia di disappunto prima di alzarsi, sigaretta tra le labbra, ed avvicinarsi al tavolo di Sasha prima di domandare Buongiorno, chiedo scusa per il disturbo, ho dimenticata l' accendino. Per caso ha da accendere? La voce profonda, dotata di un carisma intrinseco a richiamare l' attenzione senza però risultare dura.



Edited by Ukio - 17/2/2015, 16:46
 
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isabj98
CAT_IMG Posted on 20/2/2015, 20:38     +1   -1




Sasha era tranquillamente seduta al suo tavolo, ancora in attesa del suo ordine, immersa nel silenzio della caffetteria, scandito soltanto da leggeri rumori di passi in lontananza, alternati ai rumori della macchina del caffè, segno che probabilmente il suo ordine sarebbe arrivato presto, fino a quando entrò nel bar una figura, abbastanza singolare. Era una donna, indossava pantaloni mimetici, i capelli raccolti sotto il basco e una maglietta a maniche corte nere, che fece soltanto a vederla, scorrere sulla schiena un brivido di freddo a Sasha. Fuori non faceva così caldo da poter uscire in maniche corte, ma a quanto pareva la ragazza appena entrata non la pensava esattamente come lei.
Le passò davanti e andò a sedersi in un tavolo vicino. Per tutto il tempo da quando era entrata Sasha inevitabilmente non era riuscita a staccarle gli occhi di dosso, d'altronde le sembrava una ragazza alquanto singolare, anche nel modo di camminare.
Dopo che la ragazza si sedette, Sasha continuò a guardarla, ma senza darlo a vedere, a differenza di poco prima, continuava infatti a fissarla con la coda dell'occhio, soltanto a volte le rivolgeva occhiate vere e proprie, evitando ovviamente di incontrare i suoi occhi.
Ad un certo punto estrasse da una tasca un pacchetto di sigarette. Sasha avrebbe decisamente preferito che non si mettesse a fumare, aveva smesso soltanto qualche anno prima e cercava di stare sempre il più lontano possibile da quelle maledette sigarette e dal loro fumo. All'improvviso però la ragazza si interruppe dopo aver posizionato una sigaretta tra le labbra, si alzò in piedi e si diresse in direzione di Sasha. Se in un primo momento Sasha credette che si stesse semplicemente allontanando, fu smentita l'attimo dopo quando la ragazza le rivolse la parola, anzi una domanda.
La voce di quella ragazza sorprese Sasha, una voce, forte, potente e decisamente profonda, a tratti quasi intimorente.
"Si figuri. No, mi dispiace non ho da accendere."
Sasha rispose, il tono di voce era deciso, ma nonostante ciò visibilmente intimorito. Non la guardava negli occhi, non riusciva a reggere il contatto visivo, con quegli occhi che in un fugace sguardo aveva notato essere marroni, di un marrone chiaro, nocciola, un colore bellissimo, le rispose guardando quindi la sigaretta che teneva tra le labbra. Doveva ammettere che quella ragazza la metteva a disagio, più di qualsiasi altra persona, però non voleva davvero che fumasse, quindi aggiunse:
"Mi scusi, ma penso che non potrebbe fumare qui" questa volta il tono di voce era più deciso e fermo. Ovviamente non era sicura che le sue parole la facessero desistere dal fumare, ma almeno doveva provarci. Sasha aveva indossato la sua maschera e nonostante quella ragazza la mettesse in soggezione più del solito, doveva recitare la sua parte anche se forse sarebbe risultato più difficile del solito.
 
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36 replies since 23/11/2011, 00:09   370 views
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