Nei corridoi

Ikaros

Non poteva arrivare in ritardo, semplicemente non poteva! Ikaros camminava a passo incerto verso la sua classe, cercando di non correre perchè avrebbe sollevato gli sguardi di tutti. E poi era vietato correre nei corridoi, e le regole andavano rispettate. Camminava col capo chino, una borsa a tracolla che teneva con una mano, come per assicurarsi che non scappasse via.
Quando finalmente arrivò davanti alla sua aula, tirò un respiro di sollievo notando che alcuni studenti eran ancora a chiaccherare lì fuori.
Si passò una mano sulla fronte, sollevando il ciuffo che la ricopriva, e si sistemò esitante vicino a loro, notando con la coda dell'occhio una ragazza per la quale tutte avevano occhi. Era di un'altra classe, sembrava più grande di lei.. Stava in piedi vicino alla finestra e la luce le colpiva i capelli riempiendoli di riflessi che l'abbagliavano. Sembrava tutto così perfetto in lei.. il modo in cui muoveva le labbra, in cui le inclinava in un sorriso sottile.. la sua chioma lucida che le conferiva maestosità.. L'aura che emanava quella ragazza era incredibile. Ma Ikaros sapeva che una come lei era irraggiungibile. La percepiva come lontanissima, ma come le altre non poteva fare a meno che ammirarla, seppur in disparte.
Mentre era così intenta ad osservarla, qualcuno la urtò involontariamente e le fece scivolare la borsa dalla spalla.
Allarmata per il tonfo sordo e il contenuto che in parte ne era uscito ricoprendo il pavimento, si affrettò a raccogliere tutto, senza più guardare in direzione di alcuno.

Ikaros

Aveva avuto così tanta fretta di sparire da lì dove probabilmente la stavano guardando tutti che, sbadata com'era oltretutto, si dimenticò il suo libro più importante.. il suo diario. Era rosa e pieno di ritagli, foto, adesivi.. Era un po' la sua bibbia. Lì raccoglieva i suoi pensieri, raccoglieva le sue poesie, e metteva immagini delle persone che ammirava di più. Erano tutte ragazze.
Molto rossa in viso, quando sentì che la ragazza dai capelli violetti la chiamava, si voltò e imbarazzata prese dalle sue mani il suo diario.
Ci mancò poco che non svenne quando incrociò i suoi occhi scuri.. così misteriosi che pensò per un attimo di poterci sprofondare, tale era l'abisso in cui la conducevano. Rimanere lì a fissarla inebetita non era certo la cosa migliore da fare.. Che stava facendo? Doveva ringraziarla!
Scosse la testa in maniera piuttosto forte, e balbettò:
G-Grazie Onee-sama!
Poi si strinse il diario al petto, chiedendosi se il suo cuore non si sarebbe fermato da un momento all'altro, dato che molte ragazze le gettavano occhiate di profonda invidia.

Ikaros

Quando Tsumugi le sorrise, provò una strana sensazione dalle parti dello stomaco. La povera Ikaros esitò, poi annuì con l'aria di un cucciolo in balia del suo padroncino.
-Si, Onee-sama! Ehm.. Tsu-tsumugi.-
Arrossì violentemente quando pronunciò il suo nome e guardò ostinatamente da un'altra parte. Le sembrò di essere in tale intimità senza onorifico..
Esitò ancora, poi vedendo i suoi occhi inchiodati su di lei tentennando aggiunse con voce un po' acuta ma precipitosa:
-Ehm, Mi sono appena trasferita! E.. non conosco bene questo posto..-
Arrossì di nuovo, stupendosi di aver confessato ad un'estranea il suo senso di smarrimento. Le sembrava di aver detto anche troppo, avrebbe voluto sprofondare.. ma qualcosa la tratteneva lì, davanti a quella bellissima persona. Saltò da un piede all'altro, controllando se la lezione non stesse già per iniziare.

Ikaros

Ikaros spalancò gli occhi stupita, quando Tsumugi si offrì di aiutarla.
Poteva sentire i gridolini delle ragazze intorno a loro, che la rendevano estremamente nervosa.
-Il mio nome è Ikaros!- Disse tutto d'un fiato.
Poi indicò la porta di un'aula a pochi passi.
-La mia classe dovrebbe essere quella..- fece poi, un po' triste, perchè scoprì che una parte di lei desiderava ardentemente restare in compagnia di Tsumugi.

Ikaros

A quella proposta gli occhi di Ikaros s'illuminarono.
Fece un flebile sorriso.
-S-si!-
Prese d'istinto le mani di Tsumugi e le strinse forte.
-Non vedo l'ora, onee-S.. Tsumugi.-
Esitò un momento, poi fece un profondo respiro e la salutò in fretta:
-Allora a dopo!-
Stupita della sua stessa temerarietà, abbassò lo sguardo e mollò la presa, sistemandosi la tracolla e fuggendo verso la sua classe a testa bassa.

Ikaros

Le prime lezioni per Ikaros furono pacifiche ma angoscianti. Veniva presentata agli insegnanti e ai compagni e ogni volta doveva dire qualcosa di sè. Non che le dispiacesse fare nuove conoscenze, anzi, non vedeva l'ora, ma i primi incontri erano sempre faticosi per lei.
Si concentrò particolarmente nell'ora di inglese, materia che non le riusciva particolarmente bene, ma alla fine della lezione aveva la sensazione che avrebbe faticato a tenere il passo con le lezioni di quella scuola.
Un po' sconsolata, tenne lo sguardo fisso sull'orologio per l'ultima mezzora, un po' in ansia per quello che l'aspettava: il pranzo con Tsumugi.
Quando ripensava all'incontro di quella mattina..
Che impressione avrò fatto a Tsumugi-sama..? Oddio, di cosa parleremo? Lei è così perfetta.. il suo sguardo così profondo che mi paralizza.. Come può voler pranzare con una come me?
Non si dava pace, e quando la campanella suonò le era quasi passato l'appetito. Uscì incespicando coi piedi, sistemandosi bene la tracolla sulla spalla, e dopo aver trattenuto il respiro per un momento, individuò la bella ragazza dai capelli violetti. Le si avvicinò timidamente ed esclamò, espirando finalmente: Onee-sama!
Ops. Era più forte di lei, chiamarla così la faceva sentire a dovuta distanza.
Si chinò, aspettandosi un rimprovero.
Scusa.. volevo dire, Tsu-tsumugi..
Si sistemò le pieghe della gonna della divisa in maniera un po' nervosa.

Ikaros

La guardò cercando di evitare i suoi occhi ammalianti e le rispose piano: Bene.. anche se non so bene come farò per inglese.. è una materia così orribile, non si capisce niente!
Poi sollevò lo sguardo ed esclamò scuotendo la testa: Ma-ma.. cosa dico?! Di sicuro a Tsumugi-sama non interessano queste cose!
Sembrava che stesse parlando da sola.
Poi aggiunse, incerta: C-comunque s-si, mi sono portata qualcosa..
Infatti non voleva rischiare di sedere da sola in mensa il primo giorno.
Si sarebbe sistemata in un posto tranquillo a consumare il suo bento.