Con un lungo e profondo sospiro, Miranda chiuse il libro che stava leggendo, posandolo con cura sulla scrivania. Quella settimana doveva presentare la bozza della sua tesi di laurea, ma si trovava con ben'altro per la testa. Con il caldo di quei giorni, non aveva gran voglia di studiare, e, a peggiorare la situazione, ci si metteva la sua inesistente, se non problematica, vita sentimentale.
Miranda si tolse gli occhiali da vista dalla sottile montatura rossa, poggiandoli sul suo libro di geologia, e si stropiccoò gli occhi, cercando di dare sollievo ad un principio di mal di testa.
«Miranda! Ti ho portato il solito!»Sollevando lo sguardo, la giovane sorrise ad un ragazzo alto e magro, con i capelli scuri che gli ricadevano da un lato, vestito da cameriere.
«Oh Stive! Non sò come farei senza di te...»I due si conoscevano da quando Miranda aveva iniziato a frequentare l'università, ovvero un paio di anni prima, ed era grazie a lui che aveva trovato lavoro in quel particolare locale, gestito da sua zia. Si trattava di una libreria che, forse per capriccio della titolare, o per uno spiccato senso degli affari, comprendeva anche una caffetteria ben assortita e una sala lettura. Stive si occupava appunto della caffetteria, mentre Miranda aveva il compito di controllare la libreria e la sala lettura, facendo a turno con la titolare. Quel tipo di attività commerciale riscuoteva un enorme successo, soprattutto durante il periodo scolastico, ma d'estate, con la chiusura delle scuole, non erano molto frequentate, ma di lavoro ce ne era comunque.
«Triplo caffé deccaffeinato in pieno stile italiano extra zuccherato! Proprio come piace a te...» disse il ragazzo, porgendole una tazza bianca con la stampa di un panda. Miranda prese la tazza e, tenendola stretta con entrambe le mani, se la portò alle labbra sottili e carnose, iniziando ad assaporare la calda bevanda scura, per poi rilassare le spalle, appagata.
«Perfetto... Grazie mille Stive! Oggi ne ho ancora più bisogno...»Stive sorrise raggiante, per poi poggiarsi sul bordo della scrivania di accettazione della libreria, guardando Miranda con occhio critico. Sporgendosi verso di lei, con fare cospiratorio, le chiese:
«Allora, dimmi... Com'è andato l'appuntamento con quel mio amico?»Sospirando, Miranda posò la tazza sulle gambe fasciate dai jeans scuri, tenendola salda, mentre gli altoparlanti continuavano a trasmettere come sottofondo l'ultimo pezzo dei Maroon5. Sapeva che quella conversazione sarebbe giunta, prima o poi, ma non aveva gran voglia di parlarne. Non che Stive non fosse una brutta compagnia, anzi, ma non le andava di toccare certi argomenti.
«Bhe, che dirti... Non è andata male, però... Sai com'è, ultimamente i ragazzi non sono la mia priorità...»Gli disse, incassando la testa nelle spalle, mentre arrossiva lievemente. Si era trovata bene in compagnia di quel ragazzo, presentatole proprio da Stive, ma, chissà perchè, non provava alcuna attrazione per lui. La cosa, almeno, non era allarmante: Miranda aveva frequentato alcuni ragazzi, ma, stranamente, la scintilla non era mai scattatta, chissà perchè...
Stive si drizzò e, con l'aria di chi la sapeva lunga, disse all'amica:
«Vuoi sapere come la penso? Secondo me, hai paura che qualche bel maschione possa inzuppare il suo biscotto nella tua tazza...»Quest'ultima dovette faticare parecchio per evitare di sputare il caffé che stava bevendo: tossendo e con il volto in fiamme per l'imbarazzo, Miranda cercò di darsi un pò di contegno.
«Insomma... Ma che razza di discorsi fa?» «Lo sapevo! Su, forza... Di a zio Stive qual'è il problema...»Disse Stive, beccando in castagna l'amica che, con fare nervoso stringeva la tazza per metà piena. A Miranda non piaceva parlare di argomenti come il sesso, ma per fortuna con Stive si poteva parlare di tutto.
«Non so se sia per quello... Cioè, non è che sono verginella, però... Diamine, il solo fatto di immaginarmi con un uomo mi da il voltastomaco!» Ecco, l'aveva detto! Era una cosa che si teneva da quando aveva scoperto la sottile arte dell'eros... Stive non rimase sorpreso, però.
«Non ti capisco... Noi uomini ti facciamo schifo? Eppure io li adoro!... Ma non è che sei anche tu omosessuale?»Sospirando, Miranda poggiò la tazza sulla scrivania, dopo averne bevuto un altro sorso di caffé: aveva pensato più volte a quell'evenienza, ma non ne era poi tanto sicura. In fondo, aveva fatto sesso solo con un ragazzo in vita sua... Che le mancasse l'esperienza?
«Sinceramente parlando, non ne ho idea... Sai bene che non ho avuto molte relazioni, ma mi sono limitata solo ai maschi... Boh, sono alquanto confusa su questo argomento...»Stive sospirò, cercando di trovare una soluzione al problema.
«Bhe, sicuramente non puoi valutare la cosa in modo equo... Hai avuto rapporti solo con un patner, quindi non hai modo di fare termini di paragone... Secondo me dovresti sondare un pò l'ambiente, guarda, sarei disposto a rinunciare alla mia omosessualità solo per fare piacere a te, ma non penso sarebbe una buona idea...» «Lasciamo perdere, va... Cambiamo discorso...»Detto questo, Miranda sperava di poter chiudere lì quell'argomento e, ringraziando il cielo, Stive non infierì, e tornò a lavoro. Stiracchiandosi, Miranda si diede una sistemata al cartellino che aveva appeso alla sua t-shirt bianca e, recuperando dei libri, si alzò per andarli a riporre negli scaffali.
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Intanto dagli altoparlanti partì Born it Down dei Linkin Park, una delle band preferite della ragazza.
«The cycle repeated as explosions broke in the sky...all that I needed was the one thing I couldn't find...» iniziò a intonare la ragazza, mentre iniziava a sistemare i libri sugli scaffali...