| Kimiko Kojima
Il locale era buio, illuminato solo da neon che variavano di colore in colore. C’erano due piani: il primo, dove c’era la pista da ballo; il secondo, più piccolo, come una specie di balconcino, dove c’era il bar e alcune poltroncine bianche. Quello era un party privato, dove lei, dopo aver baciato uno dei tanti vip che vi entrava, era riuscita ad entrare nel grandissimo Party’s Andreas. Andreas era uno dei politici più famosi degli Stati Uniti, sempre a caccia di belle ragazze e bei ragazzi. Aveva sempre adorato i locali, dove si potevano conoscere tante belle ragazze. Ecco perché, per quella occasione, aveva scelto un abito che copriva poco e niente, che lasciavano intravedere le gambe lunghe e perfette. Per non parlare che per quella sera, invece di legare i capelli nelle due code laterali, aveva optato per una coda alta. Ma nessuno le si avvicinava: erano tutte intente a strusciarsi contro dei ragazzi. Quel giorno aveva deciso un locale etero, solamente perché le ragazze dei locali omosessuali le conosceva tutte. Lì aveva già classificato le ragazze con la voce più melodiosa, l’aspetto più attraente, ed il profumo più delicato. Quindi, ora era alla ricerca di una stupidissima ragazza etero con cui passare la notte. Girò lo sguardo annoiato verso il barmen, un uomo sui quaranta che face acrobazie con i cocktail, mentre guardava maliziosamente i sederi delle cubiste e il seno in bella mostra di Kimiko, sventolando una mano, mettendo in bella mostra la fede all'anulare. Ecco, lei odiava gli uomini sposati che lavoravano nelle discoteche e ci provavano con tutti: decisamente disgustosi. Che noia, pensò, mentre si fissava le unghie smaltate di azzurro. Fece scorrere lo sguardo sui ragazzi in pista, tutti con il membro dritto, poi sulle ragazze, che strusciavano il seno prosperoso sopra i petti dei ragazzi. Si sarebbe unita anche lei in quella orgia indiretta, se solo fossero state tutte ragazze: lei era bisex, ma solo poche volte era stata con gli uomini. Sbuffò, quella che si prospettava una serata di pazza gioia si era rivelata una stupida e noiosa serata. O forse no?
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