| Frenki931 |
| | Grazie per i complimenti, e il monumento XD, mi riempiono di gioia. Eccone un'altra allora, questa forse ad un livello un po' diverso dalle altre. Ma vabbé, spero piacerà pure questa. Quando un angelo ti ama Può un ricordo destarsi, sfilarsi le coperte della memoria, infilarsi la veste del tuo cuore e camminare dietro, accanto, sopra i tuoi stessi passi?
Frustrazione, accanimento, egoismo, dolore, indifferenza, bisogno, possessione, schiavitù. Tutte, erano solo effimere sensazioni fra le sue braccia. Vetri in frantumi, fiori estirpati, strappati e lasciati morire a terra, pezzo dopo pezzo. Notti bollenti, asfissianti, stremanti fino allo sfinimento. Sensi di colpa al mattino, inutili. Guardarla leccarsi le ferite, coprirsi i graffi insanguinati, i morsi infiammati, i seni imperlati di sudore, la rosa rossa deturpata. Non serviva a nulla, nulla serviva a nulla. Freddo gelido, una mattina in cui anche il sole non poteva vederla, preferiva nascondersi, fissare qualche grigia nube, meno cupa di lei. L’alba di una nuova notte che doveva arrivare. Nuova, ma dallo stesso dolore.
Nero. Il nero penetrava gli specchi della serra, i fiori erano più rigogliosi, la luce del mattino li benediva da quando non era più sua la mano che li curava. Portava freddo, portava nero, a chiunque toccasse, a chiunque intersecasse la vita con la propria. Portava i semi della morte, nella memoria ne aveva gli amari frutti.
Bianco. Il lago bianco, riflesso del riflesso delle nuvole. Kaori… Più di lei, era gelida più di lei l’acqua. Riaffiorava la lunga gonna, mentre affondavano le ginocchia. Sempre più giù… Kaori…Kaori! Azzurro, sul fondo azzurro era il suo desiderio. Le sorrideva, era ancora la più bella, era un Iris splendente, il più splendente. Nessuno potrà mai sostituirla. Nessuno. Scappava dalle sue mani, scompariva, turbata dalla sua carezza. Eppure era lì in quello specchio d’acqua, sorrideva, triste. Triste come l’abbandono mascherato da sorriso.
Rosso. Familiare rosso, iridi cremisi, sono destino. Il suo destino. Fino in vita, non era abbastanza, fino al petto… fino al cuore il gelo dell’acqua doveva arrivare. Lo sentiva, tremava, ma non poteva uscire, non poteva abbandonare quel riflesso. Lei le farà compagnia, vederla era una gioia immensa, Kaori era lì, i suoi occhi la vedevano chiara, era vicina, le bastava così. Come un arcobaleno, come una ragazza malata, Kaori scomparve. Il grigio era sempre più cupo, forse dal paradiso qualcuno cominciò a piangere per lei, o ferse, iniziò solo a piovere. I ciliegi spogli non le davano riparo, ma riparo non cercava. Gocciolava la sua divisa, gocciolavano i suoi grigi capelli, gocciolava il cielo e il cuore. Gocciolava rosso sotto il nudo ciliegio, cremisi come le iridi di Kaori. Perché? Perché?!
<< Calmatevi presidentessa… per favore. >> << Sai anche tu che non posso farlo, quindi non chiedermelo! >> << Vi prego, è inutile >> << Cosa dovrei fare allora? Rimanere qui e aspettare? COSA?! >> << Stiamo facendo il possibile, non è la prima volta che… >> << Non m’importa nulla, devo trovarla subito, adesso! Come ho potuto… >> << Sta piovendo, aspettiamo almeno che smetta >> La fissò, ammutolendola con lacrime pronte ad esplodere. Aumentò il passo, uscì da Miatre, e si avventurò per la quindicesima volta tra i prati fangosi e impantanati d’Astrea. Erano ore che pioveva senza alcuna sosta, lampi sferzavano il cielo seguiti da tuoni minacciosi e vicini. Shizuma… dove sei? È colpa mia… È solo colpa mia… Ti prego Vergine Maria… fa che non le sia accaduto nulla … ti prego… L’ho lasciata sola… Non volevo… Oggi dovevo stare con lei, dovevo capirlo… Sono una stupida… Poche gocce d’acqua salata sporcarono la pioggia che cadeva. Oggi… è morta Kaori… oggi è il compleanno del suo dolore… oggi l’ho abbandonata a se stessa. Vergine… ti prego…permettiti di rimediare… Pensavo che l’avesse dimenticato, pensavo che lasciarla con Nagisa anche stanotte avesse ucciso la sua pena…Sono stata stupida. Stupida…. Perdonami, Shizuma… perdonami, dimmi che lo farai. Perdonami… Le lacrime esplosero affannate. << SHIZUMA! >>
<< Puoi ascoltarmi? Puoi sentirmi coi tuoi occhi? Mi dispiace. Mi dispiace ma non posso accettare le tue parole. Non posso vivere, non posso essere felice senza di te. Ho provato, solo perché sapevo che lo volevi… che lo volevi davvero… Ma non posso. Non posso. Io voglio solo rimanere con te, poter ancora proteggerti dalla cattiveria di questo mondo. Io… non posso accettarlo, non posso. Senza te… come in apnea, posso solo essere serena finche il respiro non finisce poi… poi devo riemergere, ho bisogno di te ma…l’oceano non termina, non raggiungerò mai più l’ossigeno. >> La pioggia non si placava, sentiva la pelle diventare fredda, pallida, aveva ancora la scheggia di vetro nero fra le dita, la stringeva e il palmo sanguinava. Faceva male, ma non importava. << Shizuma…sama. >> Una figura, luce fra gocce di cielo, iniziò a camminare verso di lei. Passi caldi, lenti, intimoriti. << Ka… Kaori… Sei davvero tu? >>
<< Miyuki-sama! >> << Nagisa… >> << State cercando anche voi Shizuma sama? >> << Non… io… non so più dove cercarla. >> << La vostra gamba… >> << Non è nulla. >> << State sanguinando! >> Zoppicava vistosamente Miyuki, il taglio non sembrava grave ma doveva far male. << Non è nulla… Devo trovare Shizuma, lei… lei potrebbe… >> << Oggi, è quel giorno vero? Oggi è morta Kaori vero? >> << Si… >> << Per questo dobbiamo trovarla il più presto possibile, potrebbe fare qualche sciocchezza e io…io non potrei mai perdonarmelo. >> << Vi prometto che la troverò >> << Nagisa… >> << Voi dovete tornare e farvi medicare, non potete continuare così. >> Si avvicinò a lei, le poggiò le mani sulle spalle. << Mi dispiace aver dato a te un tale peso… ma lei ha bisogno di qualcuno ora più che mai… ha bisogno più di te che di me… >> << Non… non è un peso per me. Io amo Shizuma. >> << Lo so… anche lei ti ama, ti ha amato da subito, l’ho visto chiaramente, ma devi aiutarla… ti prego Nagisa, sii forte. >> Raccolse le forze per tornare a Miatre, le sue speranze erano con Nagisa, non poteva fare altro per Shizuma. Doveva accettarlo, solo Nagisa poteva riuscire dove lei ha sempre fallito. Solo Nagisa…
Fermata, congelata prima di toccare il suolo, era la pioggia. << Perché ti fai questo? >> Gettò lontano il vetro tagliente e corse. Corse verso di lei. << Io non voglio! >> Frenò l’impulso di stringerla << mi dispiace >> poi l’abbracciò. Si aspettava fosse un’altra illusione, un altro scherzo che il cuore gli giocava in quel infausto giorno, invece provò la morbidezza del corpo fra le sue braccia. Il sangue della mano le macchiò la divisa e quel piccolo calore sembrò arrivare fin all’intimo più profondo della sua anima. << Sei tu vero… Non… non sto sognando vero?...Ka-Kaori. >> La ragazza, che non aveva ricambiato il suo abbraccio né l’aveva respinta, la fissò. La fissò a lungo con gli occhi rubino, in silenzio. << Si…Sono…Sono Kaori. >> Shizuma la strinse di più, fino a trascinare a terra entrambe. << Mi sei mancata… Mi sei mancata tanto Kaori… >> Kaori incastonò le dita legando le mani, si abbandonò su di lei, sul suo corpo bagnato, sui vestiti sporcati dalla terra. << Mi dispiace Shizuma… >> << Non andartene ti prego, non andare più via. Ti prego… >> Mai aveva visto Shizuma così…aveva il suo cuore lì, fra le mani. Poteva ucciderlo con solo una leggera stretta. Poteva farlo sanguinare come sanguinava il suo in quel momento << Starò con te… sempre… non importa del resto… >>Ma non lo fece. Il bacio, il tocco fra le labbra umide, fu come cadere nei ricordi, nella memoria. << Vieni con me >> Era un angelo, un angelo gli tendeva la mano. La prese e si sollevò dal pantano che era la terra, che era la sua anima. Passo dopo passo, sotto il battere della pioggia che non diminuiva, raggiunsero una casa che imperava la collina. In quella casa, c’era ancora la foto di loro due. << Shizuma sa… Shizuma dovresti toglierti i vestiti. >> Era in uno stato difficile da descrivere, stava in piedi, appoggiata al muro accanto la finestra. Fissava il vuoto. << Kaori… >> << Sono qui >> Non capiva, né voleva farlo. Era davvero lì con Kaori? Era davvero un miracolo, un angelo sceso col temporale? O forse anche l’ultimo pezzo di cuore che ancora batteva si era arreso? Aveva forse raggiunto la sua amata? Non capiva, né voleva farlo. Osservò Kaori toglierle i vestiti, era imbarazzata, lo sentiva nelle sue mani che tremavano. Forse anche gli angeli tremano. Si sentì presa per mano e portata sotto la doccia calda, sentì rinascere dentro se la vita, un buco si riempiva, scompariva. La baciò ancora, con la paura che potesse scomparire in un attimo, che la magia potesse finire, strinse a se i rosei seni e ancora una volta le sussurrò le due parole che non aveva più avuto la possibilità di dirle. La sentiva piangere piano, sperava piangesse di gioia, guardò ancora i suoi occhi rossi e sorrise. Quel sorriso era bellissimo. << Sei la mia amata Shizuma, non voglio che tu soffra. Non voglio che tu soffra mai più. >> Quel sorriso, era di Nagisa. Ed ecco postata anche questa... di FF "corte" su StraberryPanic! ho esaurito la scorta XD, qualche tempo fa scrissi una storia più lunga, circa 60 capitoli di lunghezza variabile, su un possibile continuo dell'anime, se qualcuno vuole posto anche quella.
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