Appartamento di Satella

Dopo essersi diplomata in un collegio ed aver saputo della morte della madre, il padre le ha dato i soldi necessari a cercare l'indipendenza. Satellizer si è trovata un appartamento in affitto, piccolo ,ma economico e ben arredato. Con una cucina abbastanza grande, una camera da letto in cui oltre a lei entrerebbe anche un'altra persona e un corto vialetto che divide porta d'entrata e cancello.
Conscia di doversi trovare al più presto un lavoro e che non sarebbe stato facile, cerca di limitare le spese per usare il minimo possibile la discreta quantità di soldi messale a disposizione dal padre tuttavia, ha cercato di dare alla casa un aspetto dignitoso, perché sarà la sua dimora per un bel po'.

Satellizer

Dopo aver annuito fin troppo felicemente a Marie, passarono diversi palazzi e villette, fino ad arrivare davanti il cancelletto della casa di Satella.
<< Puoi parcheggiare, siamo arrivate >>
Il viale era abbastanza ampio e nonostante ci fosse qualche macchina il posto non mancava.
Scese dall'auto, visibilmente eccitata e preoccupata allo stesso tempo << A dire la verità sei la prima ospite che ricevo perciò...non so come accogliere bene qualcuno >>
Aprì il cancelletto entrando e tenendolo aperto per Marie, percorse il vialetto che divideva un piccolo giardino in due parti fino alla porta d'ingresso.
<< Prego >> disse con un sorriso, ansia ed eccitazione si mischiavano in lei, quasi stesse facendo chissà che cosa, ma non poteva farci niente, era vero che nessuno era mai entrato con lei in quella piccola casa.

Satellizer

<< Grazie... è piccola, ma per me va bene >>
Accese la luce in cucina << Siediti pure, fai come fosse casa tua. si dice così no? >> rise leggermente, forse il sorriso era davvero contagioso.
<< Purtroppo non ho molto da offrirti ma se vuoi qualcosa chiedi pure... >> Si sentiva come una vecchia signora che riceveva visite, ma non sapeva che altro dire imbarazzata com'era.
Nel lavandino c'era qualche piatto e una pentola, in angolo della stanza era appoggiata una scopa e la paletta e sul tavolo, oltre il centrotavola con qualche arancia, erano posate diverse lettere chiuse.
Vivendo solo lei, la casa era abbastanza pulita anche se nei posti più nascosti non mancava un po' di polvere. Una cosa però che che balzava all'occhio era un carrellino stile retrò in un lato della stanza con diverse bottiglie di vino rosso. Fosse stata un casa di famiglia o di un uomo non sarebbe stato poi così particolare, ma in una casa abitata solo da un ragazza era strano. Satella odia ricordare il passato, tuttavia la passione per il vino, in particolare la sangria, è una delle poche cose che il padre abbia mai condiviso con lei e solo con lei, dato che non avrebbe mai fatto bere vino ai propri figli...
<< Se non ti dispiacciano le cose un po'alcoliche, ho della sangria nel frigo, di solito verso quest'ora ne bevo sempre uno o due bicchieri >>
Per lei era una cosa naturale, non esagerava mai, ma le piaceva molto berla.

Satellaizer

<< Ok allora la prendo. >>
Aprì il frigo, dentro non vi era molta robba, e cacciò una brocca di vetro da mezzo litro riempita per tre quarti. Dentro vi era la sengria che sostanzialmente era vino rosso con zucchero e frutta. Satella adorava il vino, ma non le cose amare così aggiungeva sempre un po' di zucchero in più è abbondava con pezzi di arancia e qualcuno di limone.
Da sopra il lavandino prese due bicchieri a calice e versò per entrambe, per poi mettere i bicchieri a tavola e sedersi.
<< Spero ti piaccia, se non ho altre bevande in casa è per colpa di mio padre... fu lui a farmi provare la sangria, ne andava praticamente matto... >> l'unico caso in si sentiva parlare Satella con un po' d'allegria dei genitori era per quel drink...

Satellizer

Bere in compagnia di qualcuno era davvero diverso che farlo da soli... nonostante un imbarazzo costante, si sentiva meglio, più felice.
<< Più che al mio nuovo lavoro, brindiamo alla mia nuova collega >>
SI portò il bicchiere alle labbra ma non poté fare a meno di fermarsi ad osservare Marie bere.
<< Davvero ti piace? Sono contenta, Pensavo di essere l'unica a cui piacesse qualcosa del genere >> Bevve a piccoli sorsi, ma abbastanza rapidamente il suo << se ne vuoi ancora un po non c'è problema. >> lasciò la brocca sulla tavola.

Satellizer

<< Figurati, non fosse stato per te ora sarei ancora nel bus o, peggio ancora, starei aspettando che ne passi uno non troppo affollato >>
Riempì di nuovo il bicchiere a Marie e anche a se stessa.
Si fermò, di nuovo, a guardare Marie... forse era perché di rado stava così vicino a qualcuno per così tanto tempo. Chissà se le avesse permesso di accarezzarla di nuovo, di sfiorarle il viso come in un film romantico per poi... poi...
Bevve, stavolta in un sorso, il suo bicchiere di sangria, come per allontanare quelle fantasie che la stavano allontanado dalla realtà

Satellizer

Notando che Marie le sorrideva e incrociando direttamente i suoi occhi arrossì completamente, probabilmente si era accorta che la stava fissando. Le sue parole poi non fecero altro che aumentare l'imbarazzo.
Aveva abbassato il volto ormai di un vivo rosa acceso, iniziando incoscientemente a giocherellare con un orlo del vestito.
<< Sei... sei davvero gentile... ma sei sicura? >> In un attimo due gocce trasparenti le rigarono il viso fino al mento, per poi precipitare. << sei così gentile con me ma io... io riesco a stento a controllarmi per una piccolo tocco, prima a pranzo sono corsa via nonostante volessi solo essere accarezzata di più. Non lo so perché ma finisco ogni volta col respingere chi si avvicina a a me perciò... perciò la tua gentilezza sarebbe sprecata per una come me, probabilmente non la merito nemmeno... >>
Lo squarcio che aveva ferito il suo carattere e la sua anima cogli anni era sempre più peggiorato, oltre a farle temere le altre persone, le aveva incrinato inevitabilmente il delicato equilibrio dei sentimenti, rendendoli più impulsivi, fragili e imprevedibili. Non si era mai affezionata a qualcuno come in quel momento con Marie, per tale sentimento si era costretta a pronunciare un tale, doloroso avvertimento.

Satellizer

All'inizio fu sorpresa da quell'abbraccio, dalle sue parole, le ultime, dolci, parole sussurrate all'orecchio le ruppero di nuovo qualcosa dentro. Senza più pensarci si sciolse letteralmente fra le braccia di Marie, lasciandosi andare ad un pianto quasi irruento, abbandonando il viso nel petto caldo di Marie. Uscirono tante lacrime, forse anche troppe, era un pianto liberatore, improvviso e difficile se non impossibile da fermare. Non ci pensò che l'aveva conosciuta poche ore prima, che una ragazza di venti anni non può piangere così, non pensò a nulla, solo a stringersi un po' di più, come una bimba fra le braccia di una madre. Forse la soluzione più semplice per il suo trama l'aveva dimenticata, forse davvero l'unica cosa che le serviva era piangere... ma nella solitudine in cui era caduta nemmeno le lacrime arrivavano.
Le ci volle qualche minuto per smettere di piangere, per tornare lucida e rendersi davvero conto della situazione, tuttavia non si sciolse dall'abbraccio. Non ancora...