Appartamento di Jubei "Inner"

Akemi

Il viaggio non era affatto lungo, e con la macchina ci voleva anche molto di meno. Era inevitabile che ogni tanto mi trovai a dare qualche scossone a causa delle buche della strada, sperando che non svegliasse Jubei. Ma era troppo tardi, dato che la sentii da dietro parlarmi, con voce debole ma nuovamente con il tono infantile e dolce. A quel punto non riuscii più a ignorare il fatto che Jubei avesse una sorta di doppia personalità: chissà come era frustrante avere una doppia vita e fare cose di cui non ricordi: chissà cosa le è successo......Non preoccuparti, Jubei, siamo in un posto sicuro, dove potremo riposarci le dissi sorridendo sperando che la facesse un po calmare. In verità dovevo essere io a chiederle dove stavamo andando, dato che "lei" mi ha detto di venire in questo posto. Una volta arrivata spensi la macchina, e aiutai Jubei ad uscire, tenendola per mano. Con la chiave che mi diede Jubei aprii la porta che portava a una piccola casetta, non tanto sfarzosa ma ottima per farci vivere una persona. Una volta accese le luci, feci mettere sul divano Jubei, andando poi a chiudere la porta bene girando il catenaccio. Feci un sospiro di sollievo, dato che ora eravamo al sicuro.

Akemi

Ormai era impossibile che la doppia personalità di Jubei passasse inosservata ma mi stupii il fatto che ogni personalità fosse a conoscenza dell'altra: alla fine, dato che condividevano la stessa memoria, Jubei era solo una ragazza con due tipi di caratteri diversi che si alternano ogni tanto. Chiunque se ne andrebbe da lei, per il timore di cosa potrebbe fare, ma io non avevo affatto avuto paura di lei: era così triste vederla scappare da queste persone che per chissà cosa la volevano morta, inoltre Jubei sembrava essersi parecchio affezionata a me e non volevo darle questo dolore; tra l'altro era anche una ragazza molto molto carina.......

si, è così mi ha detto lei.....cioè tu....di portarti in questo luogo. È meglio che riposi un po le dissi, sorridendo, mettendomi accanto a lei sul divano. Quando la sentii dire che si preoccupava per la mia incolumità, quasi non ci credetti, dal momento che a parte i miei genitori a nessuno gli ero mai stata tanto a cuore come Jubei. Si addormentò poi di colpo, senza avere il tempo di risponderle, così, mi sdraiai anche io , cercando di dare più spazio possibile a Jubei e la strinsi fortemente a me , dandole poi un bacetto sulla fronte. Alla fine cominciò ad arrivare anche a me la stanchezza, causata dalla paura del fatto avvenuto nel parco, e così mi addormentai anche io.

Akemi

Mentre dormivo sogni tutto quello che era successo, da quando ho conosciuto Jubei: lo "scontro" ( più che incontro) con lei, la passeggiata al parco, i loschi tizi al parco che hanno cercato di ucciderci, e il modo in cui Jubei li ha stesi uno ad uno. Ero così felice in sua compagnia, come non accadeva da molto tempo, anche se sentii una strana sensazione dentro di me....qualcosa che non sentivo più da molto tempo, ma non dava affatto fastidio, anzi, mi sentivo più felice che mai. Mi alzai poi notando che Jubei si era già alzata, e così mi misi a sedere a riflettere sulla situazione: cosa dovevo fare??? Jubei aveva detto che ormai ero coinvolta in tutto questo, ma non potevo nascondermi per sempre; e come potevo fare con il lavoro??? Non volevo affatto lasciarlo, però se ci fossi andata, avrei corso seri pericoli. Mi riscossi da quei pensieri quando sentii un sonoro tonfo provenire da un altra stanza. Mi precipitai subito, vedendo Jubei distesa a terra. Jubei! Come va, ti sei fatta male??? le dissi preoccupata in ginocchio vicino a lei.

Akemi

Fui felice che stava bene e non si era fatta nulla di grave, ma sembrava quasi che si stesse scusando per l'accaduto. non ti preoccupare non devi scusarti. Possono capitare, stai tranquilla le dissi semplicemente: probabilmente lo sforzo per affrontare quelle persone è stato così grande che ora era talmente stanca da muoversi a malapena. Stava per dire qualcosa, quando nuovamente inciampò ma portando anche me a terra, come successe al parco qualche ora fa, solo che ora era lei a stare sopra di me col viso molto vicino al mio. Non volevo farglielo notare ma ora ero alquanto infastidita, non per il fatto che fosse caduta, ma perché continuava a scusarsi per cose di cui non aveva alcuna colpa. ti ho detto che non devi scusarti, non è successo niente le dissi con tono serio, prendendole leggermente il viso con le mani. Non so perché lo feci, forse a causa della situazione, o per un senso di pietà e compassione verso quella sfortunata ragazza, ma avvicinai al suo viso, facendo unire le mie labbra con le sue in un leggero bacio. Mi staccai, dopo un po, posando la testa nell'incavo tra la spalla e il colle, forse per timore di cosa pensasse ora di me. Ora dovevo essere io a chiederle scusa.........





Edited by TGDCH96 - 12/5/2014, 13:49

Akemi

Non Mi aspettavo che Jubei rimanesse sconvolta o spaventata per averla baciata, invece quel suo sorriso irresistibile e quelle dolcissime parole mi resero più felice che mai. certo che ti voglio molto bene, Jubei. Non dovrai più preoccuparti di rimanere sola, perché rimarrò sempre e ti proteggeró a costo della vita, piccola mia. le dissi sinceramente, mettendomi anche io in ginocchio davanti a lei, dandole un caldo abbraccio, per poi darle un bacetto sulla fronte. Forse avevo mentito a Jubei, dato che sentivo di provare qualcosa di un po più oltre del semplice volere bene. La aiutai a rimettersi in piedi, dopodiché, le cinsi i suoi fianchi con le mani, guardandola intensamente. cosa ti va di fare, adesso??? le chiesi con voce bassa, quasi come un sussurro, continuando a guardarla con aria dolce.




Edited by TGDCH96 - 14/5/2014, 16:52

Akemi


Sgranai gli occhi quando disse che aveva fame per poi ridacchiare un po per la timidezza con cui l'aveva detto. hai ancora fame?!?! È incredibile, dal momento che abbiamo mangiato due panini belli grandi qualche ora fa. A quanto vedo ti piace proprio mangiare. ... dissi scherzosamente per poi seguirla in cucina, notando insieme a Jubei che le dispense e il frigorifero della casa abbondavano di una gran quantità di cibo; forse l'altra personalità di Jubei sapendo che questo posto sarebbe servito come rifugio ha pensato di preparare una buona scorta di cibo e se quel che diceva in cui anche io ero coinvolta era vero, la situazione era dalla nostra parte. Paradossalmente sentii brontolarmi lo stomaco, segno che anche io dovevo avere un po fame. ehi Jubei che ne dici se preparo qualcosa da mangiare? ?? Tu cosa vorresti?? le chiesi.

Akemi

Dal suo urlo sorrisi, capendo che aveva deciso cosa mangiare e vederla felice mi rasserenava, arrossendo poi un pochino pensando al bacio tra noi due avuto poco prima. Stavo per rispondere a Jubei, quando disse di aiutarmi ed essere brava a cucinare, quando poi mi tappai le orecchie e chiusi gli occhi, sentendo una serie di suoni rumorosissimi. Quando il suono finì vidi Jubei, con un aria piuttosto agitata raccogliere una serie di pentole che era caduta per terra. Volevo dirle di non preoccuparsi, ma sapevo che anche quando non c'entrava si prendeva sempre la colpa. Mentre Jubei cominciò a mettere sul fuoco la carne io presi dalla dispensa degli spaghetti , mettendone a bollire una gran quantità sul fuoco, sapendo che Jubei era una buona forchetta. Mentre stavamo cucinando, pensai a quando disse che voleva che il ramen fosse piccante. Jubei, hai detto che volevi il ramen piccante, vero? Che spezie ci vorresti??? dissi, guardando nella dispensa, notando che vi era una gran varietà di spezie: pepe, origano, paprika, cannella ecc.