Pizzeria elegante e rinomata, che non si fa mancare un'atmosfera simpatica e distesa che ti fa sentire come se ti trovassi da amici. Le due grandi vetrate che le garantisce la posizione angolare concedono un'ampia veduta sull'interno e sulle facce soddisfatte dei clienti, probabilmente la migliore pubblicità.
È gestita da due soci, un pizzaiolo di Salerno ed un ex pasticciere di Trapani, che hanno fatto della loro ottima offerta di pizze di ogni tipo, classiche e speciali della casa, seguite da delizie siciliane il loro marchio di fabbrica.
Che sia per una capricciosa o una cassata, vale sempre la pena di farci un salto.
Alice ClaradeiLa notte era scesa in quella, ennesima, prima giornata in una nuova città. Non aveva avuto modo di fare molte cose durante il giorno, tutto il suo tempo venne occupato dal disfare i bagagli e dare alla sua nuova stanza nel dormitorio un aspetto quasi confortevole. Non era lontana dalla sua casa, lì dove i suoi genitori stavano trattenendo, con non troppo successo, una lacrima per la loro unica figlia che non avrebbe varcato per un po' la soglia che fissavano con i loro occhi un po' umidi, ma non poteva certo fare avanti ed indietro per recuperare quel che le sarebbe potuto servire, quindi non si era risparmiata quando si era trattato di fare le valige. Almeno nella sua ottica, visto che aveva riempito una singola valigia grande ed una borsa, soprattutto con libri. In effetti aveva passato più tempo seduta sul letto a rifiatare che ad ordinare le sue cose. Non stava ancora propriamente bene.
A pranzo aveva consumato il pasto leggero che le aveva preparato la madre, ma nel pomeriggio non se l'era sentita di andare a fare la spesa e quindi non aveva nulla per la cena il quella camera che non condivideva con nessuno, non le restava che mangiare un boccone fuori.
Se si trattava di cibo, per lei la scelta era abbastanza semplice.
“Pizza” era ciò che preferiva mangiare più di tutto. Non sarebbero state come quelle mangiate in Italia, ma ricordava che anche quelle giapponesi non erano poi così male, a patto di andare in un ristorante... italiano.
Non conosceva bene la zona ed aveva deciso di non avventurarsi per la città di notte, avrebbe tentato la fortuna nella pizzeria intravista mentre, in auto con il padre, raggiungeva i dormitori.
L'aveva vista solo di sfuggita, ma l'insegna le era comunque rimasta impressa perché recitava, in grandi caratteri retroilluminati da neon verdi, 'Bedda Napule'. Il gestore sarà stato campano? Oppure siciliano? Oppure era un impostore giapponese che aveva scelto il nome del locale consultando un programma di composizione automatica di denominazioni? Pensava a questo una volta davanti la pizzeria, iniziando a pentirsi di non aver consultato TripAdvisor dopo aver analizzato meglio, attraverso la finestra, l'arredamento e la gente che entrava ed usciva. Erano persone distinte ed in carriera, la più giovane che vide avrà avuto non meno di ventinove anni, ed i motivi perché frequentassero proprio quella pizzeria non potevano essere poi molti...
Sentì brontolare il proprio stomaco, si passò una mano sulla pancia come per lenire il dolore, fermandosi appena prima di sentire la parte in rilievo. Lo sguardo le si spense un po'. Aveva fame ma non sapeva come comportarsi. Si immaginò mentre entrava spavalda, si sedeva ed ordinava la pizza senza guardare il menù, per poi finire in cucina a lavare i piatti per saldare un conto che nella sua fantasia era di papiro e la cifra, scritta in rosso sangue, di 100.000 ¥. Scosse la testa con forza, quasi facendo volare via il suo cappello, per scacciare quella possibilità, lasciando spazio alla seconda situazione che immaginò: entrava, si sedeva, leggeva i prezzi e se ne andava tra il mormorio della gente. Il solo pensiero le dava una stretta gelida al cuore. E se fosse semplicemente entrata per chiedere se sarebbe stato possibile mangiare qualcosa con i 1.500 ¥ che si era imposta come budget massimo per la cena? Se no perché non continuare, seguendo il marciapiede, alla ricerca di una piadineria? No, quelle non c'erano, però avrebbe potuto trovare un chiosco di ramen da qualche parte...però lei voleva la pizza...
Come si susseguivano i suoi pensieri, così si muoveva nella fresca aria della sera, ora allontanandosi di qualche passo come a volersene andare, ora avvicinandosi fin quasi a toccare la maniglia dell'uscita d'emergenza della pizzeria – era in confusione totale.
Un comportamento bizzarro, reso ancor più particolare da come scuoteva la testa e faceva danzare i suoi capelli ogni volta che faceva dietrofront, che di certo non avrebbe fatto passare inosservata la nostra Alice.