Yuri's Heart ~ GDR Yuri, Manga, Hot & Soft Yuri

Pizzeria "Bedda Napule"

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CAT_IMG Posted on 30/8/2014, 00:53     +1   -1
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Pizzeria elegante e rinomata, che non si fa mancare un'atmosfera simpatica e distesa che ti fa sentire come se ti trovassi da amici. Le due grandi vetrate che le garantisce la posizione angolare concedono un'ampia veduta sull'interno e sulle facce soddisfatte dei clienti, probabilmente la migliore pubblicità.
È gestita da due soci, un pizzaiolo di Salerno ed un ex pasticciere di Trapani, che hanno fatto della loro ottima offerta di pizze di ogni tipo, classiche e speciali della casa, seguite da delizie siciliane il loro marchio di fabbrica.
Che sia per una capricciosa o una cassata, vale sempre la pena di farci un salto.





Alice Claradei

La notte era scesa in quella, ennesima, prima giornata in una nuova città. Non aveva avuto modo di fare molte cose durante il giorno, tutto il suo tempo venne occupato dal disfare i bagagli e dare alla sua nuova stanza nel dormitorio un aspetto quasi confortevole. Non era lontana dalla sua casa, lì dove i suoi genitori stavano trattenendo, con non troppo successo, una lacrima per la loro unica figlia che non avrebbe varcato per un po' la soglia che fissavano con i loro occhi un po' umidi, ma non poteva certo fare avanti ed indietro per recuperare quel che le sarebbe potuto servire, quindi non si era risparmiata quando si era trattato di fare le valige. Almeno nella sua ottica, visto che aveva riempito una singola valigia grande ed una borsa, soprattutto con libri. In effetti aveva passato più tempo seduta sul letto a rifiatare che ad ordinare le sue cose. Non stava ancora propriamente bene.
A pranzo aveva consumato il pasto leggero che le aveva preparato la madre, ma nel pomeriggio non se l'era sentita di andare a fare la spesa e quindi non aveva nulla per la cena il quella camera che non condivideva con nessuno, non le restava che mangiare un boccone fuori.
Se si trattava di cibo, per lei la scelta era abbastanza semplice.
“Pizza” era ciò che preferiva mangiare più di tutto. Non sarebbero state come quelle mangiate in Italia, ma ricordava che anche quelle giapponesi non erano poi così male, a patto di andare in un ristorante... italiano.
Non conosceva bene la zona ed aveva deciso di non avventurarsi per la città di notte, avrebbe tentato la fortuna nella pizzeria intravista mentre, in auto con il padre, raggiungeva i dormitori.
L'aveva vista solo di sfuggita, ma l'insegna le era comunque rimasta impressa perché recitava, in grandi caratteri retroilluminati da neon verdi, 'Bedda Napule'. Il gestore sarà stato campano? Oppure siciliano? Oppure era un impostore giapponese che aveva scelto il nome del locale consultando un programma di composizione automatica di denominazioni? Pensava a questo una volta davanti la pizzeria, iniziando a pentirsi di non aver consultato TripAdvisor dopo aver analizzato meglio, attraverso la finestra, l'arredamento e la gente che entrava ed usciva. Erano persone distinte ed in carriera, la più giovane che vide avrà avuto non meno di ventinove anni, ed i motivi perché frequentassero proprio quella pizzeria non potevano essere poi molti...
Sentì brontolare il proprio stomaco, si passò una mano sulla pancia come per lenire il dolore, fermandosi appena prima di sentire la parte in rilievo. Lo sguardo le si spense un po'. Aveva fame ma non sapeva come comportarsi. Si immaginò mentre entrava spavalda, si sedeva ed ordinava la pizza senza guardare il menù, per poi finire in cucina a lavare i piatti per saldare un conto che nella sua fantasia era di papiro e la cifra, scritta in rosso sangue, di 100.000 ¥. Scosse la testa con forza, quasi facendo volare via il suo cappello, per scacciare quella possibilità, lasciando spazio alla seconda situazione che immaginò: entrava, si sedeva, leggeva i prezzi e se ne andava tra il mormorio della gente. Il solo pensiero le dava una stretta gelida al cuore. E se fosse semplicemente entrata per chiedere se sarebbe stato possibile mangiare qualcosa con i 1.500 ¥ che si era imposta come budget massimo per la cena? Se no perché non continuare, seguendo il marciapiede, alla ricerca di una piadineria? No, quelle non c'erano, però avrebbe potuto trovare un chiosco di ramen da qualche parte...però lei voleva la pizza...
Come si susseguivano i suoi pensieri, così si muoveva nella fresca aria della sera, ora allontanandosi di qualche passo come a volersene andare, ora avvicinandosi fin quasi a toccare la maniglia dell'uscita d'emergenza della pizzeria – era in confusione totale.
Un comportamento bizzarro, reso ancor più particolare da come scuoteva la testa e faceva danzare i suoi capelli ogni volta che faceva dietrofront, che di certo non avrebbe fatto passare inosservata la nostra Alice.
 
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CAT_IMG Posted on 30/8/2014, 08:12     +1   -1

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Marie

Se esisteva una pietanza che una persona DOVEVA mangiare almeno una volta nella vita, quella era la Pizza. La sua forma semplice e la caratteristica di poter essere condita e arricchita con qualsiasi cosa si voglia, lo rende uno dei cibi più conosciuti in tutto il mondo.
Sono passati molti anni da quando ho assaggiato per la prima volta una pizza: ero al secondo anno di liceo, in gita in Italia a Napoli, quando verso l'ora di pranzo i miei compagni di classe e io decidemmo di mangiare un boccone a una pizzeria al centro; presi una Margherita e fu amore a prima vista, e tuttora rimane la mia pizza preferita, anche se qualche volte ho assaggiato anche una capricciosa e una Diavola.
Pensare a quei ricordi mi riemerse una grande nostalgia dei vecchi tempi, ma soprattutto una gran fame e una voglia matta di Pizza. Non sarebbe stato un problema, dato che a qualche isolato da casa mia vi era una Pizzeria gestita da due italiani: infatti secondo il mio parere, la pizza preparata dagli italiani rimaneva sempre la migliore, quasi come se avessero una dote innata e irraggiungibile, nel preparare la pizza.
Mentre mi stavo dirigendo verso il locale ripensai al fatto che ormai l'estate era prossima a terminare e tra circa due settimane le ferie sarebbero finite, e quel che peggio le temperature si sarebbero abbassate e sarebbero ricominciati le maledette piogge e temporali. Arrivai davanti alla pizzeria "Bedda Napuli" quando vidi davanti a me una scena che aveva dell' incredibile : una ragazza dai capelli blu come il mare, con indosso un cappellino, stava facendo avanti e indietro vicino la porta di entrata del locale, come se fosse indecisa se entrare o no, scuotendo forte la testa, da far ondeggiare da ogni parte i suoi capelli. Feci una piccola risatina per la scenetta divertente, tornando poi immediatamente seria quando notai sul suo volto una nota di disagio e indecisione: forse per quella ragazza era la prima volta che andava da sola a comprare qualcosa. Andai così davanti a lei, bloccandole quel movimento avanti e indietro prendendola dolcemente per le spalle. ehi, che ti succede? Stai bene, hai bisogno di aiuto? le chiesi sorridendo, piegando un pochino le gambe, dato che vi era una notevole differenza di altezza, sperando che quel gesto improvviso non l'abbia spaventata.
 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2014, 01:46     +1   -1
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Alice

Quando si rese conto di non poter più avanzare fu sul punto di abbreviare il suo percorso per girarsi e tornare subito indietro, ma sentendosi prendere per le spalle Alice riprese contatto con il mondo e sobbalzò spaventata, sentendo una scossa lungo la schiena. Di colpo di irrigidì tutta ed alzò la testa, specchiandosi negli occhi blu della ragazza che le si era messa davanti. Era molto più alta di lei, tanto che aveva piegato le gambe come se si trovasse davanti ad una bambina per poter essere più o meno alla stessa altezza, aveva i capelli di un bel colore rosa e... e...
Alice d'istinto guardò il proprio petto. Se per quella ragazza si poteva parlare di una copia doppia del Monti Fuji, con Alice si era già benevoli a voler parlare di due dossi artificiali di decelerazione, almeno per quello che era il suo punto di vista. L'aver volto lo sguardo proprio lì e l'essersi resa conto di aver attratto l'attenzione con il suo comportamento, le procurò grande imbarazzo ed Alice finì per cercare riparo dietro il suo cappello.
Quella ragazza, però, si era presa il disturbo di rivolgerle la parola e cercare di fermarla in quella sua attività che, sul lungo andare, avrebbe danneggiato la pavimentazione, e le aveva parlato anche in modo gentile.
Pensava di rispondere alla domanda con un “No, va tutto bene, sto solo facendo un po' di allenamento.” ma in quel momento non ci sarebbe mai riuscita, oltre al fatto che mentire non le piaceva poi molto.

Si.

E poi con una voce che sembrava un sussurro, stringendo il cappello tra le mani, aggiunse.

Voglio una pizza, ma qui è caro per me...credo...
 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2014, 03:07     +1   -1

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Marie

Il pensiero di averla messa a disagio ancora di più di quanto non era, si stava facendo strada in ogni parte del mio corpo, quando sussultò e si irrigidì; mi tranquillizzai un pochino quando alzò gli occhi verso di me e risi un pochino dopo che la ragazza si coprì il volto con il cappello che aveva indosso per la vergogna, dopo aver visto le mie......le mie forme, e notai che il suo copricapo aveva il colore e le decorazioni dello stile marinaresco, il quale si intonava perfettamente con i suoi occhi e capelli del colore del mare.
Dopo qualche altro momento di esitazione, riuscì a parlare , anche se le sue parole echeggiavano poco più di un flebile sussurro, ma nonostante questo capii il suo problema: i suoi genitori non erano con lei e molto probabilmente era la prima volta che era uscita da sola. A guardarla non sembrava neanche maggiorenne ma tuttavia non riuscii a mentire a me stessa che quella ragazza era veramente molto carina.
Con delicatezza le alzai la visiera del cappellino con una mano e dolcemente le alzai il mento con due dita, incontrando di nuovo il suo sguardo. tranquilla, piccola, di questa pizzeria si può dire di tutto ma non che è cara: gran parte dei tanti tipi di pizza che vendono sono intorno ai 700-800 ¥ però ci sono anche menu fissi a 1200 ¥ dove puoi avere pizza, bibita e fritti, come patatine, suppli o crocchette. Se però non sei sicura vieni con me, che anche io stavo andando a mangiare. Se vuoi, possiamo mangiare insieme , in compagnia. ... le dissi sincera alla ragazza, sorridendole per tranquillizzarla, in attesa della sua risposta.

Edited by TGDCH96 - 31/8/2014, 10:25
 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2014, 22:06     +1   -1
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Alice

Quando quella ragazza le alzò la visiera del cappello Alice chiuse stretto gli occhi, le era stata tolta la sua difesa contro il mondo, ma quando sentì la dolce pressione delle dite che fecero una leggera pressione sul suo mento, per la sorpresa non poté fare a meno di aprirli, andando di nuovo ad incontrare gli occhi della ragazza. Alice non aveva idea di cosa fare, non sapeva come comportarsi in una situazione così nuova per lei. Le parole che le vennero rivolte erano per rassicurarla e ci riuscirono, i prezzi che le venivano indicati rientravano perfettamente nel suo budget.
Ma quando sentì l'ultima frase di quella ragazza che la guardava dritta negli occhi, per un momento le tremò leggerissimamente il labbro inferiore.
“Mangiare insieme... in compagnia... come amiche?...” solo pensare a quella parola le suscitò emozioni contrastanti; per un attimo le sembrò che il fianco le dolesse e vi poggiò una mano, ma non si erano aperte nuove ferite.
Si, lei la voleva un'amica. In quella nazione ne aveva avuta soltanto una e non sapeva più dove fosse finita, questa era la seconda persona che incontrava in Giappone che non dava peso alla sua nazionalità ma che, appena conosciuta, le parlava con dolcezza.
Non importava che lei fosse così più grande di età, se solo avesse davvero potuto fare amicizia...

S-si. Se vuoi...?

Finì con un tono interrogativo, come ad assicurarsi che quella ragazza non avesse cambiato idea in quei pochi secondi.
 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2014, 22:52     +1   -1

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Marie

La risposta della ragazza alla mia proposta, più che una risposta fu una domanda: quasi non ci credeva che le avessi proposto di mangiare insieme, e questo mi fece venire il sospetto che questa povera ragazza, come me , ha passato gran parte del tempo in solitudine. Scossi leggermente la testa per poi sorriderle, annuendo con la testa. certo che voglio, altrimenti non te l'avrei chiesto. Meglio se andiamo adesso altrimenti rischiamo di non trovare più posto le dissi ridendo, per poi cominciare a dirigerci verso l'entrata del locale. Mentre entrammo pensai a poco fa, quando qualche istante prima di avermi risposto, si toccò il fianco con una mano e notai una sottile nota di dolore apparire sul suo viso......
Entrammo poi nel locale, il quale come ogni sera sprizzava gioia e accoglienza da ogni centimetro quadrato della pizzeria. Fortunatamente la fila dei clienti che stavano attendendo per prendere le ordinazioni non era molto lunga, e pensai che forse era il momento delle presentazioni tra me e lei. a ogni modo.....io mi chiamo Marie, piacere di conoscerti..... le dissi un po' timidamente, porgendole la mano.
 
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CAT_IMG Posted on 31/8/2014, 23:53     +1   -1
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Alice


Sentendo quella risposta e vedendola ridere, Alice si lasciò andare in un timido sorriso, ma dentro era felice, tanto che quando si avviarono al locale quasi le zompettava dietro. E lo avrebbe davvero fatto, se fosse stata una ragazza più impulsiva e disinibita.
Dentro era davvero molto bello, più di quanto non sembrasse dall'esterno, e l'atmosfera era come se cercasse di metterla quanto più a suo agio possibile, ci sarebbe sicuramente tornata qualche altra volta. La fila non era lunga o almeno scorreva veloce, non sarebbe passato molto tempo prima che toccasse a loro ottenere un tavolo. Alice era ancora travolta dai suoi pensieri e fantasie - irrealizzabili al 99.9% con lo 0.1% lasciato come speranza solo pro forma - sulla possibile amicizia, quando la ragazza esordì presentandosi e porgendole la mano.
Alice guardò proprio la mano e si sentì arrossire, trattenendosi questa volta dal nascondersi dietro il cappello perché, molto incerta e quasi ritirandola per un paio di volte, stava cercando di stringergliela.
...
Aveva aperto bocca ma le parole di quella presentazione simpatica che voleva fare le si persero prima di arrivarle in gola. Alla fine si risolse nel fare la cosa più semplice e normale, qualcosa che poteva fare se era davvero riuscita a stringerle la mano, anche se molto timidamente.

A-Alice. Mi chiamo Alice.

Si rese conto che avrebbe dovuto lasciarle la mano, ma era indecisa. Fintanto che Marie non gliela avrebbe lasciata, lei avrebbe continuato a stringerla.
 
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CAT_IMG Posted on 1/9/2014, 19:34     +1   -1

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Marie

Il fare della ragazza con innocenza, timidezza ed imbarazzo , quando cercava di stringermi la mano, ritraendola via con dubbio e indecisione, era così adorabile che rendeva la ragazza ancora più carina. Lieta di averti conosciuto , Alice. le dissi , mentre le stringevo la sua manina, piccola, morbida ed esile, la quale il contatto mi dava una strana sensazione di calore. Sorrisi quando notai che Alice non voleva lasciare la mano, come se le piaceva quel contatto tra le nostre mani, e, ad essere sincera, non mi dispiaceva affatto. vedo che ti piace molto la mia mano. Hai una pelle molto morbida e calda. le dissi ridendo, accarezzandole lentamente il dorso con il pollice. Fui poi costretta a lasciare la mano, quando notai che era il nostro turno e toccava a noi.

buongiorno, volete ordinare? disse il ragazzo alla cassa.
Sì, grazie. Io vorrei il menu fisso da 1200¥ con una pizza margherita, una coca cola e una porzione di patatine fritte. dissi, aspettando poi che anche Alice avrebbe chiesto cosa voleva.
 
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CAT_IMG Posted on 3/9/2014, 15:55     +1   -1
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Alice


Ciò che le disse Marie sulla sua mano che non voleva più ritirare, ed il modo in cui gliela carezzò con il pollice, fecero - di nuovo - arrossire Alice, imbarazzata ed incapace di pensare ad un qualcosa con cui rispondere. A sollevarla un po' dalla difficoltà dell'imbarazzo nel quale era caduta ci pensò il ragazzo della cassa, era giunto il loro turno di ordinare.
Marie prese il menù fisso con la margherita, ora toccava ad Alice.
Tenendo piuttosto bassi gli occhi, per non correre il rischio di incontrare lo sguardo di quel ragazzo, fece il suo ordine.

Un...una...diavola ed aranciata...e...

Le capitò lo sguardo su una parte del menù affissa alla parete dietro al cassiere, la parte dove c'erano scritti alcuni dolci. Non credevi di trovar lì proprio quello. Chissà se sarebbe stato buono.

.... un cannolo siciliano...

Trovare in Giappone quel dolce era un evento...particolare.

Prese nota delle prenotazioni, un cameriere le raggiunse.

Seguitemi,

Gentile ma allo stesso tempo con un po' di autorità, fece strada verso un tavolo libero, in fondo alla sala e vicino alla vetrata, che si affacciava su un viale, incorniciato di alberi distanti sui tre metri l'uno dall'altro, percorso da molte coppiette.

Prego, sedetevi.

Disse il cameriere, ma Alice si era persa con lo sguardo su tutta quella gente che, felice, le passava davanti. Avrebbe voluto trovare anche lei una persona con cui essere felice in quel modo.
 
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CAT_IMG Posted on 3/9/2014, 18:22     +1   -1

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Osservai per tutto il tempo Alice, mentre stava ordinando da mangiare, parlando a ragazzo con tono timido e insicuro, con lo sguardo notevolmente abbassato. è proprio carina pensai, mentre guardavo quello scricciolo di ragazza; non mi ricordavo più cosa significava stare insieme, in compagnia di qualcuno, dato che negli ultimi mesi avevo passato per la maggior parte del tempo da sola: le ultime volte in cui ero uscita in giro insieme agli amici, doveva essere durante l'università e il liceo.
Seguimmo il cameriere dove ci portò ad un tavolo vicino a una finestra che mostrava un bellissimo vialetto alberato, illuminato dalle ultime luci del giorno che ormai stavano per spegnersi.
Mi sedetti di fronte ad Alice, sorridendole quando incontrai il suo sguardo. Dove abiti, Alice?? Io abito in un appartamento in città non molto distante da qui. le chiesi, mentre guardavo il parchetto attraversato da tante coppie di ragazzi e ragazze mano nella mano, che si scambiavano sguardi d'amore: cosa che per me sarebbe stata impossibile, dato il mio orientamento sessuale....
 
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CAT_IMG Posted on 3/9/2014, 20:37     +1   -1
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Alice

Erano sedute l'una di fronte all'altra ed era normale incontrare gli sguardi, ma quando questo succedeva per Alice era strano. Era felice. Marie era davvero gentile con lei anche nel modo in cui la guardava ed Alice sentiva verso di lei anche una grande riconoscenza per non aver dato peso al suo aspetto differente, ai suoi lineamenti occidentali ed all'accento non proprio giapponese che non poteva essere mascherato dalla bravura con la quale lo stava parlando. Alice era felice di aver incontrato una persona così e di essere a cena con lei, "come due vere amiche" pensava.
Guardò di nuovo oltre la finestra per vedere tutte quelle coppie passeggiare.
"Non credo che riuscirei a camminare tanto, sono ancora piuttosto debole" in quel momento si sentì comunque grata di essere seduta, ed in una compagnia migliore di quanto avrebbe potuto sperare.
Marie le rivolse una domanda su dove alloggiasse, lei viveva in città.

Io... nel do-dormitorio della scuola...è qui vicino...sono arrivata proprio oggi... è la prima volta che... che vivo da sola... sei...

Si portò le mani in grembo e strusciò tra loro le cosce.

...sei l'unica che conosco...Marie...

In quel momento le brontolò rumorosamente la pancia.
Alice avvampò per la vergogna, sapeva che l'avevano sentita tutti.
Cercò il cappello che si era appena tolta per tentare di coprirsi il bel viso e nascondersi.
 
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CAT_IMG Posted on 3/9/2014, 21:01     +1   -1

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Solo ora che eravamo do fronte all'altra, all'interno di un locale illuminato, ebbi l'occasione di notare i lineamenti di Alice, molto diversi dai normali tratti giapponesi: il volto aveva il tipico tratto occidentale, accentuato dagli enormi e bellissimi occhi della ragazza, e altra cosa era il marcato accento che si poteva percepire benissimo nel suo parlare in giapponese, il quale seppur incerto , incrementato ancor di più dalla sua enorme timidezza, la sua pronuncia era Comunque impeccabile.
Quando mi disse che ero la prima persona che Alice aveva conosciuto, feci un triste sorriso, dove in un lampo mi passarono ricordi del passato dei quali avrei preferito cancellare dalla mia memoria. Alice. .. stavo per dire quando il suo stomaco brontolò selvaggiamente come una bestia affamata. Mentre Alice era in preda alla vergogna, non feci a meno di fare una piccola risata per la buffa scena.
sono felice di averti incontrata, sai, era da moltissimo tempo che non stavo con qualcuno in compagnia, che avevo dimenticato come ci si sentiva a stare insieme a qualcuno. Anche io ero come te, spaventata, timorosa, quando ho cominciato a vivere da sola, dopo essere scappata di casa, però sono riuscita a resistere , a non abbandonarmi allo sconforto, perché il mondo è in grado regalarti qualsiasi sorpresa le dissi sinceramente.
Forse era inconsciamente, ma quando ho parlato delle sorprese che offriva il mondo, mi stavo riferendo proprio ad Alice....
 
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CAT_IMG Posted on 5/9/2014, 00:44     +1   -1
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Alice


La parole gentili, i suoi incoraggiamenti, la sua compagnia...era bello stare con lei.
Alice non era più abituata a stare insieme ad altra gente e non credeva che ci sarebbe mai più riuscita, non con quel trauma che si portava dentro. Sentire le parole dell'esperienza di Marie le dava sollievo e la rendeva felice, come non si sentiva da un bel po' di tempo.
Con gli occhi chiusi, le mostrò il suo sorriso più bello e sincero. In quel momento si vedeva ancor di più quanto Alice fosse una ragazza fragile ed indifesa contro il mondo.

Grazie

Riuscì a dire. Sperava, un giorno, di poter anche lei diventare una ragazza forte e sicura come Marie... "sarà impossibile".
Anche se era da poco che si erano incontrate, sentiva di voler cercare di aprirsi con lei, per questo raccolse tutto il suo coraggio. Ci provò una prima volta ma non accadde nulla. Ci provò una seconda, ma riuscì solo ad aprire la bocca senza emettere suono.
Ma doveva dirlo, o almeno doveva emettere qualche suono.

Forse...forse è presto...ma...

Abbassò lo sguardo e fissò il battiscopa come se sperasse che la aiutasse.
Si rammaricò con se stessa di essere così incapace di esprimersi, di essere così timida ed indecisa.

...ma potremmo...se vuoi....essere....essere amiche?
 
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CAT_IMG Posted on 5/9/2014, 11:23     +1   -1

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Marie

Alice, di fronte a quelle parole che dissi, fece un sincero e felice sorriso, al quale ricambiai anche io. Dopodiché iniziò a farfugliare qualcosa: stava cercando di chiedermi qualcosa, ma l'imbarazzo e la vergogna le stavano mettendo una dura difficoltà: probabilmente quella ragazza non è mai stata in confidenza con qualcun altro fino a questo punto.
Mi aveva chiesto se potevamo essere amiche: arrossii leggermente, dal momento che nessuna persona me lo aveva chiesto così spontaneamente, ma cercai di contenermi, dato che l'imbarazzo avrebbe potuto mettere a disagio Alice più di quanto non era. non c'è bisogno di chiedermelo, dato che anche io voglio che tu sia mia amica le dissi, sorridendo, avvicinando lentamente una mano al suo viso, accarezzandole una sua guancia dolcemente. capisco il tuo disagio: vedo nei tuoi occhi che hai avuto un passato molto brutto, con molti traumi e soprattutto solitudine; ma stai tranquilla , non scapperò: anche io per molti anni non ho avuto nessuno al mio fianco, e non permetterò a nessuno di separare le nostre vite. Forse non lo sai ma prima quando mi hai chiesto quella domanda mi sono sentita come rinata. Grazie....... le dissi , parlando con una nota di tristezza nelle parole, per poi sorriderle quanto più potevo, con gli occhi lucidi......
 
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CAT_IMG Posted on 5/9/2014, 22:34     +1   -1
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Tutta quella dolcezza, quella carezza morbida e gentile, quella parole di una ragazza che riusciva a capirla, anche se non poteva avere idea di cosa lei si portasse realmente dentro e quali segni fossero rimasti sul corpo, finirono per commuoverla, per poco Alice non finì in lacrime guardando gli occhi lucidi di Marie. Per empatia Alice era partecipe anche dell'emozione di Marie e quando questa le disse che nessuno avrebbe mai separato le loro vite, la commozione era troppa. Si stropicciò gli occhi prima che le lacrime iniziassero ad uscire. Le erano di nuovo tornate in mente tutte le persone che l'avevano abbandonata per sempre.
Si coprì un'altra volta la faccia con il cappello, ma questa volta per nascondere le lacrime ed il sorriso che le illuminava di una luce malinconica il viso.
 
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