Negozio di abbigliamento femminile Fashion ladies

Negozio situato in un grande centro commerciale, molto conosciuto in città. Qui è possibile trovare qualsiasi tipo di vestiti di ogni tipo, di ogni marca e per ogni età. Oltre a disporre di simpatiche e gentili commesse per aiutare chiunque si trova in difficoltà, è anche un buon luogo per le amiche ,per incontrarsi .

Akemi

Non si poteva dire che era il massimo come lavoro, ma era un ottimo modo per cominciare la mia vita indipendente dai miei genitori: non che la vita di prima fosse malaccio, anzi, i miei si preoccupavano di qualsiasi cosa, cercando di farmi avere tutto ciò che mi serviva, ma si arriva a quel momento in cui si vuole cominciare a gestire fa soli la propria vita ed essere autosufficienti, e finalmente ci ero riuscita, anche se solo apparentemente, dato che la " piccola" casa era stata acquistata dai miei così insistentemente che allora quasi si era arrivati a litigare, e inoltre ogni tanto mi mandavano un po di soldi per essere sicuri che non ne rimanevo senza, anche se grazie allo stipendio di questo lavoro, quei soldi non li usavo quasi mai.

Il lavoro era molto buono, e mi piaceva dare una mano alle ragazze e alle donne che volevano trovare qualcosa di carino da comprare , inoltre le giornate passavano abbastanza in fretta e soprattutto piacevolmente, facendo ogni tanto qualche chiacchierata con le colleghe, insomma era un posto adatto per fare amicizia con qualcuno...

Akemi

Diedi uno sguardo alla porta di entrata del negozio , guardando la gente che entrava, soffermandomi su una ragazza con lunghi capelli di colore viola ed occhi grandi e bellissimi dello stesso colore: era veramente una bellissima ragazza. Mentre mettevo a posto alcune magliette sugli scaffali, guardai la ragazza andare a prendere una maglietta e un pantalone, probabilmente per provarli, anche se dalla sua espressione non sembrava convinta della sua scelta; mi sarebbe piaciuto andare da lei e darle una mano, ma sarebbe stato alquanto strano e non volevo metterla a disagio. Appena finito di sistemare i vestiti stavo per tornare alla cassa, quando sentii qualcuno che mi chiamava. Stentai a credere che era proprio la ragazza di prima. buongiorno, posso esserle di aiuto? dissi semplicemente; la ragazza mi spiegò che le serviva una taglia diversa della maglietta che aveva preso. non si preoccupi, provvedo subito dissi sorridendo, prendendo la maglietta , per poi tornare al reparto in cui si trovava. Guardai attentamente la maglia, notando subito che era decisamente troppo grande per lei, così in un attimo presi lo stesso modello della maglietta, ma di una taglia più piccola, pressappoco vicina alla taglia della ragazza, per poi tornare da lei. è la prima volta che viene qui? le chiesi cortesemente, dandole poi la maglia.

Akemi

Sorrisi sentendola dire che non sapeva quali vestiti indossare: per un attimo nella mia mente mi attraversarono ricordi di quando 2 - 3 anni fa neanche io non sapevo cosa indossare senza farmi aiutare da mia madre, la quale doveva per forza accomparmi ai negozi per aiutarmi a prendere vestiti nuovi, altrimenti sarei rimasta fino a sera indecisa su quale capo acquistare. Dopo che finì di parlare entrò nel camerino, e arrossii di botto quando mi fece l'occhiolino. Feci un respiro profondo prima di risponderle. grazie, comunque non deve ringraziarmi , fa parte del mio lavoro dissi, facendo una piccola risatina. non vorrei essere indiscreta , ma per favore non mi dia del tu, mi fa sentire vecchia così. Mi può semplicemente chiamare akemi, se vuole.... dissi un po con la voce imbarazzata.
Le avevo detto di non darmi del lei, ma io continuavo ancora a farlo, e soprattutto , dall'aspetto della ragazza sembrava essere anche più giovane di me. Però era più forte di me: sin da piccola avevo imparato cosa significava essere gentili, e lo ero con tutte le persone che incontravo, indipendentemente dall'età. Mentre la ragazza si cambiava, non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di lei; era proprio una ragazza molto bella, e mi sarebbe piaciuto molto conoscerla meglio.

Akemi

Arrossii ancora quando Arnora si presentò: era la prima volta che sentii questo nome; non era brutto, anzi, era molto bello e si intonava perfettamente all'aspetto della ragazza. va bene....Arnora. piacere di conoscerti. .. dissi sorridendo con la voce ancora un po' timida. Quando uscì con la maglia rossa e pantaloni rosa rimasi colpita nel profondo: quei vestiti su di lei la rendevano ancora più bella di prima, e quello sguardo intenso di Arnora rivolto completamente a me dava un qualcosa di enigmatico sulla ragazza, ma molto affascinante.
stai benissimo , Arnora....sul serio. .. le dissi sorridendo, per poi notare i colori abbinati: solitamente non si usavano questi colori insieme, ma sulla ragazza calzavano benissimo. Però forse non le sarebbero potuti piacere, dato che notavo un senso di imbarazzo e disagio nel suo sguardo. aspettami un attimo, torno subito.... dissi andando a prendere altri due vestiti per poi tornare subito da lei. anche se quei due colori abbinati insieme non sono molto usati, ti stanno comunque benissimo, ma se sei a disagio ecco un altra maglia e pantaloni con colori più adatti per quelli che hai: una bella maglia bianca, per il pantalone rosa, e un bel pantalone blu jeans per la maglia rossa. le dissi mostrandole i vestiti.

Akemi

Mentre mi disse che poteva solo permettersi la maglia e il jeans, notai il tono di tristezza nelle sue parole. Non la conoscevo quasi per niente , ma da quelle parole potevo intuire che forse Arnora aveva avuto nel suo passato qualche evento triste. Solo ora capivo che molta gente non ha avuto una vita agiata come la mia, anzi, alcune potevano anche avere una vita piena di disperazione e tristezza, e forse Arnora era una di quelle: mi sarebbe piaciuto, se ne avessi avuta l'occasione, di conoscerla meglio e magari darle una mano, per cercare di farla sentire meglio.
Arrossii nuovamente, con le guance completamente rosse, non tanto per la domanda , quanto per il sorriso ammiccante che la ragazza mi fece. Guardai l'orologio al polso, notando che erano le cinque, segno che era la fine del mio turno. a dire il vero ho appena finito il turno proprio adesso. Se ti va....ti andrebbe di andare da qualche parte? Sempre che tu lo voglia.... le chiesi timidamente. Sarei stata veramente felice che Arnora avesse accettato, così avrei potuto passare il resto della giornata in compagnia di qualcuno.

Akemi

Sorrisi alla proposta di Arnora: oltre al fatto che dopo una giornata intensa di lavoro, una buona bevanda per riprendersi era necessaria, ci saremmo potute conoscere, e forse avrei potuto sapere cosa affliggeva la ragazza, così da poter in qualche modo darle una mano. va benissimo. Dammi solo il tempo di recuperare le mie cose, e possiamo andare. le dissi sorridendo, per poi andare sul retro del negozio a prendere la mia borsa, dove si trovavano tutti gli effetti personali di quelli che lavoravano. Con un cenno di mano salutai le mie colleghe, uscendo dal negozio insieme ad Arnora. conosco un bar molto bello, dove fanno bevande molto squisite. E' qui vicino..
Non era una cosa strana che vi era un bar in un centro commerciale, infatti ogni tanto, dopo che staccavo dal lavoro, mi fermavo qualche volta per prendere una bevanda calda; speravo che il locale sarebbe piaciuto anche ad Arnora. Appena arrivate ci sedemmo a uno dei tavolini situati all'esterno del bar, in attesa che un cameriere sarebbe venuto a prendere le ordinazioni.
Ma subito però ebbi un momento di imbarazzo: non sapevo cosa chiederle, così cominciai con una semplice domanda : vivi qui in città, Arnora? le chiesi curiosa.

Akemi

Mi intristii vedendo Arnora abbassare lo sguardo: probabilmente , come avevo supposto, la ragazza non aveva bei ricordi del passato, che forse riguardavano la sua famiglia, dato che aveva detto che doveva fare tutto da sola. Mi sentii uno schifo, pensando che i miei genitori mi versavano continuamente fior di soldi, che molte persone non possono ottenere, e che a volte mi lamentavo del lavoro, cosa che non tutti possono permettersi. Risposi alla domanda per cercare di togliere la tristezza ad Arnora. io abito in periferia, in una casa tutta mia, se si può definire "casa", però spesso sento che è troppo grande per me, e mi piacerebbe avere un po di compagnia le dissi sorridendo per rassicurarla, per poi tornare seria. mi dispiace per averti fatto riemergere brutti ricordi. Se però può farti stare bene, basta che me lo chiedi, e ti potrei aiutare in qualsiasi modo. le dissi , appoggiando la mano sulla sua, sentendo il dolce calore e la morbidezza della sua pelle. Mi ero affezionata ormai a quella ragazza, e se aveva una vita difficile, avrei fatto di tutto per renderla felice.

Akemi

Quando Arnora disse quella frase più che arrabbiata rimasi ferita: non era la prima volta che qualcuno mi criticava per il fatto di discendere da una ricca famiglia, ma io non me ne vantavo affatto , anzi: la vita immersa nel lusso e lo sfarzo non faceva proprio per me, ed è per questo che avevo deciso di vivere in proprio e di lavorare e provvedere solo con le mie forze. Fui poi felice quando si tranquillizzò quando percepì la mia mano sulla sua e arrossii quando la strinse forte a me.
Sentii una stretta al cuore, quando Arnora mi disse che probabilmente sarebbe stata sfrattata; già mi immaginavo la ragazza, triste, sotto un ponte, con le sue cose buttate per terra; no, non ce la facevo a pensare a una cosa del genere, volevo, anzi, dovevo aiutarla in qualche modo, e in quel momento mi venne una bella idea. mi dispiace molto per la situazione in cui ti trovi, ma ti assicuro che nonostante discenda da una ricca famiglia, a me non interessano affatto i soldi: è proprio per questo che ho cominciato a lavorare e a gestire da sola la mia vita, senza l'aiuto di nessuno. le dissi sorridendo, e stringendo un pochino di più la sua mano. e per questo che voglio aiutarti, e fidati , non lo faccio per pietà, ma perché ho sempre voluto aiutare le persone in difficoltà, così da renderle felici. StaI a sentire, tu hai bisogno di un posto dove stare, mentre io vorrei un po di compagnia: perché non vieni a trasferirti a casa mia, o almeno per un breve periodo, non voglio obbligarti. Ma se poi vuoi rimanere, non fai altro che rendermi felice. le proposi. Sperai tanto che Arnora accettasse. Per qualche ragione dentro di me sentivo una strana sensazione mentre le nostre mani erano in contatto, però era molto piacevole.