The Division - Pub e Bar

Popolare bar molto vicino al centro ed in voga tra gli studenti universitari – da questo l'età media relativamente bassa dei suoi frequentatori – offre un design moderno e fresco, le luci bluastre che si riflettono sulle lucide superfici bianche e nere dell'arredamento comunicano la sensazione di entrare in una realtà separata, secondo i detrattori un po' fredda e spersonalizzante. Un vastissimo assortimento di alcolici, capace di soddisfare praticamente ogni esigenza, a cui si accompagna una comunque fornita scelta di bevande analcoliche, da consumare al bancone oppure mettendosi comodi ai divanetti – per chi cerca un po' di intimità. Gli aperitivi sono ottimi

Questa è una parte del locale, perché non è solo questo.
Il nome Division non è casuale.
La struttura è stata come divisa in due: da una parte c'è il bar moderno, ma al di là della parete insonorizzata si scopre l'anima accogliente e l'atmosfera familiare di un tradizionale pub irlandese.
Interni calorosi in legno, tavoli da biliardo e postazioni per le freccette per divertirsi in compagnia, il tutto gustandosi l'ottima birra artigianale che si accompagna ad una vastissima selezione di birre d'importazione. La cucina strizza l'occhio anche alla tradizione tedesca per offrire, oltre alla classica cucina irlandese, piatti a base di carne della tradizione tedesca.
Le due parti sono completamente divise ed hanno ingresso esterno proprio, anche se vicini.

Una divisione per tutti i gusti!

Sharon

Che stress...

Mormorava Sharon mentre varcava le porte del Division, il bar, per tirare un po' il fiato dopo una giornata estremamente stancante in facoltà. Non era ancora nemmeno tornata a casa, sentiva il bisogno di bere qualcosa per dimenticare un attimo lo studio degli ultimi giorni.
Tailleur a pantalone nero, camicetta bianca e pochette Louis Vuitton, aveva un abbigliamento troppo elegante per essere stata a lezione. Non si guardava intorno, andava direttamente verso il bancone per sedersi, accavallando le gambe con un po' di fastidio.

Vodka Lemon.

Richiese al barman. Con lui si era instaurata una certa conoscenza, lei lo chiamava in “amicizia” Bill perché si era dimenticata il suo nome e non voleva essere troppo indelicata chiedendoglielo di nuovo, dopotutto fin dal primo momento lui le aveva confessato di essere stato un suo fan.
L'ordinazione arrivò velocemente facendo sì che Bill si meritasse un apprezzamento per questo.
Sharon lo butto giù tutto d'un fiato e sospirò.

Dammene un altro...

Sharon stava sorseggiando distrattamente il suo secondo drink quando qualcuno si sedette di fianco a lei. Alzò un sopracciglio, dubbiosa, temeva che potesse essere uno di quei seccatori che spesso la importunavano aspettandosi da lei qualcosa di diverso dallo schiaffo. Con un guanto che portava sempre con sé, non voleva nemmeno toccarli direttamente, quei tipi.
Tuttavia, quando vide che ad essersi seduta era una ragazza, e notò anche che tipo di ragazza, la cosa attirò il suo interesse.
Fece distrattamente attenzione a ciò che la ragazza aveva ordinato: una vodka. Non troppo dissimile da ciò che aveva lei.
Sollevò il proprio bicchiere ed abbozzò un mezzo brindisi al suo indirizzo, buttando giù ciò che restava del suo drink.

Un altro. Liscio.

Pensò che forse sarebbe stato il caso di darsi una regolata, era entrata da neanche cinque minuti ed era già al suo terzo drink. Trovare un altro modo per distrarsi non le sarebbe dispiaciuto.

Sentire quella ragazza tentare di aprire una conversazione era esattamente il tipo di distrazione che desiderava ed arrivava anche al momento giusto, cioè prima che il numero dei drink superasse i sette.
Si girò di tre quarti verso quella ragazza, disposizione che le era rimasta da vari servizi fotografici che aveva fatto in contesti simili,

Notevole

Pensò ammirandola mentre si sistemava la giacca di pelle.
Sorrise un attimo socchiudendo gli occhi, come gustandosi la possibilità di qualcosa che avrebbe preferito alla realtà.

Magari fosse una giornata, facciamo una settimana.

Rimase sul vago, se si fosse profusa in dettagli avrebbe rischiato di esplodere tanto era lo stress, e questo non sarebbe stato un bene.

Sharon si lasciò scappare una leggera e breve risata.

Sì, ci vorrebbe un miracolo!

Sollevò il bicchiere e rispose al brindisi. Scolò metà del contenuto del bicchiere in un solo sorso e lo riposò sul bancone. In quel momento fece caso ad una particolarità, quel brindisi era come una risposta al gesto che aveva fatto lei, quasi che glielo avesse restituito; le riservò un'occhiata mista tra il sospettoso ed il divertito, trattenendo a stento un ghigno, risultando in un sorriso stretto.

Sharon

Si presentò, porgendo la mano.

È lei che ci sa fare con il suo fascino o sono io che sono ubriaca?

Una mano piuttosto attiva

Pensò piuttosto divertita, però l'osservazione successiva Alphard le dette un attimo da pensare, non sapeva bene come rispondere, se si fosse messa a parlare della sua carriera avrebbe dato l'impressione di vantarsi troppo e, tenendo conto di quel che era successo con quella esperienza, non le sarebbe piaciuto affatto. Però, per come glielo aveva chiesto, meritava una risposta non banale. Si sarebbe tenuta sul vago.

Ho fatto qualche comparsata in tv, la compagnia alla quale ero iscritta era piuttosto attiva.

Non era propriamente esatto, ma nemmeno totalmente errato.

Non credo che ci siamo viste qui, una come te me la ricorderei.

Più o meno.

Svuotò la rimanenza nel bicchierino e lo agitò, con un sorriso, sotto gli occhi del barista che, prontamente, lo prese per riempirlo di nuovo. Alphard aveva ordinato ancora, lei non sarebbe certo stata da meno.

È di strada quando torno dall'università, senza una bevuta chi lo regge lo stress? La cucina non è affatto male, probabilmente è grazie a questo posto che i cibi istantanei non mi hanno ancora uccisa. E poi... se non mi vede il mio amico Bill va in depressione.

Strizzò l'occhio all'indirizzo del barista, imbarazzandolo tanto da spingerlo ad allontanarsi con la scusa di scambiare due parole con un altro cliente.
Sharon si piegò un po', per qualche secondo, verso Alphard per farle una confidenza.

Detto tra noi, non ho assolutamente idea di quale sia il suo nome.

Credo proprio che non lo dimenticherò

Pensò Sharon, ancora una volta ammaliata della voce di Aphard.
Poi arrivò la domanda sul biliardo. Non ci aveva mai giocato e non aveva ancora avuto occasione di imparare, anche perché non aveva avuto nessuno che le insegnasse. Almeno fino ad allora.

Non ho mai provato. Mi insegneresti?