| Sheherazade
l'improbabile trio proseguì la sua strada attraversando qualche corridoio e alcune svolte, guidati dall'esperta dottoressa che non sbagliava nessuna via o cambio di direzione, benchè, soprattutto a Sher, tutto quel susseguirsi di vicoli sempre uguali a se stessi, porte identiche e con tutte le persone vestite, circa, allo stesso modo. si lasciava comunque trasportare dalla corrente. normalmente la sua capacità di orientmento l'avrebbe tirata fuori in un battibaleno da quel Dedalo intricato, ma sembrava che alcune delle sue facoltà intellettuali fossero momentaneamente spente.. non se ne diede caso, al momento era solo contenta che Ahlen non l'aveva abbandonata, e la sua curiosità stava pian piano tornando a farsi viva, con la voglia di esplorare altri posti, altri luoghi. il viaggio comunque finì all'improvviso, e soprattutto fu molto più breve e corto di quello che ci si poteva aspettare da un complesso come quello. la stanza dentro la quale entrarono era in realtà una doppia stanza. la prima era palesemente una sala comandi, o di monitoraggio. con tutti que schermi, tastiere, computer.. mentre la seconda, visibile attraverso le vetrate, era la vera e propria stanza medica: l'enorme tubo bianco e massiccio, il lettino che attendeva che qualche paziente si posasse su di esso, come la lingua di un qualche mostro pronto a ritrarre tra le fauci mortali la sua ignara preda.. Vieni figliola, ti accompagno nello spogliatoio, dove ti darò un abito adatto e ti darò alcune istruzioni. non sei claustrofobica vero? Sher voltò immediatamente la testa verso la dottoressa, e scosse la testa in segno di diniego, lasciando, per la prima volta in modo volontario, il braccio di Ahlen, al quale era stata ancorata fino a quel momento. la curiosità l'aveva vinta facilmente su Sher, e seguì la donna senza fare alcuna opposizione. l'assistente della dottoressa iniziò ad armeggiare con i comandi, e momentaneamente, ma soprattutto abituato ad avere parenti o accompagnatori in queste visite di emergenza, educatamente non le rivolse ne parola ne sguardo, ma si limitò a svolgere rapidamente e al meglio i preparativi. poco dopo uscì l'Odalisca, in un improbabile vestito da ospedale, che tra l'altro lasciava ben poco all'immaginazione le forme e il fisico della giovane persiana: poteva essere poco descriverla come una modella per il Michelangelo, le curve che possedeva erano praticamente perfette, ne esagerate ne troppo piccole. la pelle inoltre risaltava anche di più, dato il colore ramato, senza contare che ora, con i capelli sciolti, che le arrivavano quasi alle cosce, la sensazione che fluttuasse sull'aria, anzichè camminare come i comuni mortali, era ancora più evidenziata. la dottoressa la fece distendere, cosa che Sher fece senza battere ciglio, diede un segno all'assistente, e appena il lettino venne ingoiato dalla macchina, uscì, per avvicinarsi, ai monitor, ma, soprattutto, ad Ahlen. ci voleva del tempo prima che i primi risultati fossero esaminabili: si rivolse alla donna, senza preamboli, come sempre. non sono la persona più esperta del caso, e personalmente, nel momento in qui quella ragazza esce da qui la farei immediatamente visitare da uno specialista per una perizia, ma.. tutto mi lascia suppore che la ragazza soffre.. si fermò un momento, per trovare il modo di dirlo, chiuse persino gli occhi. soffre di Sindrome di Asperger. lo aveva detto. ma del resto non poteva far altro. è una supposizione, e molto probabilmente una forma molto lieve, o molto limitata. per quello, vorrei che venisse visitata da uno psichiatra. al più presto. era quasi triste lei a dirlo, ma comunque venne interrotta.. l'assistente la chiamava d'urgenza. i risultati erano li, e solo quando li diede un'occhiata, non potè fare a meno di esclamare OH! MIO! DIO! portandosi la mano alla bocca, come se fosse spaventata fin dentro l'anima...
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