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Max (Alexandra Maxuelle), APPROVATA

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Raisha
CAT_IMG Posted on 17/7/2015, 12:35     +1   -1




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Nome:Alexandra , ma si fa conoscere come Max
Cognome:Maxwill
Anni: 25
Capelli: grigi
Occhi:Marroni/Ambrati a seconda del riflesso di luce, sul rossiccio.
Carnagione:Abbronzata
Peso e altezza165 cm 58kg di peso, atletica ed allenata, fisico tipicamente militare o di chi pratica arti marziali o sport completi.
Segni particolari: un tatuaggio tribale sul braccio sinistro che si allarga sulla scapola medesima formando un'ala solitaria.
Segno Zodiacale:Leone
Data di nascita: un qualche giorno a metà dell'agosto dell'89
Colore preferito:probabilmente nero e rosso, verde militare e grigio perquanto riguarda il vestiario
Passioni:arti marziali miste.** armi, pistole e fucili da cecchino, strategia militare** forse piu che passione deformazione professionale. Camminare, leggere, e un tempo, disegnare.
Carattere:Non è in grado di legare con altri, teme gli affetti piu di ogni altra cosa ed evita di affezionarsi seriamente a qualcuno timorosa di perdere ancora persone a lei care. Si ritrova quindi ad apparire Schiva, scontrosa, solitaria all'orlo dell'eremitismo, rissosa, e naturalmente diffidente. A causa dei suoi modi rudi e delle sue risposte dirette, potrebbe sembrare che pecchi di Arroganza .
Non sopporta:le persone troppo espansive. la mettono a disagio.La Folla, gli spazi chiusi. Soffre di Claustrofobia.
Orientamento sessuale:Esclusivamente Lesbica, aborra il contatto maschile, e la spaventa, celando la paura in pura aggressività ad ogni tentativo maschio di avvicinarsi.
Animale preferito:Cane, e cavallo
Bevanda alcolica preferita:Basta che sia alcoolica ababstanza da far dimenticare se stessi per un lasso di periodo soddisfacente.
Bevanda non alcolica preferita: tutto ciò che potrebbe definire come Acqua sporca, e alcuni tipi di Cokthail troppo fantasiosi, odia i mischioni, se comincia con una cosa finsice con quella.
Cibo preferito:conosce poche cose, abituata al cibo in scatola o preconfezionato, si accontenta di nutrirsi senza godersi i pasti come piacere ma come necessità.
Cibo odiato: acciughe e capperi, morirebbe di fame piuttosto che ingerirli.
Storia del personaggio:Nata in mezzo al deserto, e cresciuta nel mezzo di una guerra civile in qualche posto dimenticato da Dio al sud dell'Africa. La madre, da quel che ne sa, fu un medico senza frontiere catturata durante qualche raid mirato a colpire probabilmente qualche loro paziente di rilievo di chissà quale fazione opposta. Ma la storia delle sue origini, e della sua infanzia, in vero non le interessano molto, dato che le memorie sono offuscate e corrotte dagli incubi che si susseguono costantemente ancora oggi nella sua mente. Le prime cose che si ricorda, sono delle camerate, dei pianti di alcuni bambini, e il rimontare il piu velocemente possibile un fucile da cecchino di origine russa, con mani tremanti di paura e con il cuore che batteva talmente forte, che pareva di poterlo masticare da li a un secondo.Una vita dura, priva di carezze e colma di violenza, istruita ad uccidere e a fare da corriere per bombe o altre armi, una dei tanti "bambini soldati" di cui si sente raccontare velatamente dai media di quelle civiltà tronfie e sature del tutto, ma vuote dell'anima. Cambiò spesso bandiera di appartenenza, spesso comprata, a volte sequestrata e rieducata nei modi piu vili all’eventuale scopo di questo… o di quel partito… crescendo infine come un mercenario i cui unici sentimenti erano dettati dal puro istinto. Il cui l'unico scopo e l'unico ideale in testa era la sopravvivenza. Un'arma fatta di carne ed ossa. Questo, per lo meno, fu fino al giorno in cui non stramazzò al suolo a causa di un calibro di un fucile da cecchino posto sul tetto di un cargo blindato, uno dei tanti di quella spedizione umanitaria che stavano cercando di depredare, fallendo miseramente grazie all’intervento compatto ed addestrato dei mercenari che difesero il convoglio. All’epoca aveva appena 18 anni circa, ferita e trovata ancora in vita dai mercenari che hanno infine respinto l’attacco dell’imboscata obbligando gli altri del suo schieramento ad una ritirata frettolosa. Riconosciuta come un sangue misto non originario del luogo si limitarono a curarla e a tenerla per un periodo sufficiente al scoprire le sue origini, come prigioniera di guerra. Inizialmente ad una perizia psicologica, lo stato della ragazza venne considerato come irrecuperabile, ormai segnata da tutte le vicissitudini che la guerra le ha imposto, strappata da un’infanzia ed obbligata a crescere velocemente distruggendo ogni legame affettivo e sociale, fu impedito, quindi momentaneamente una reintegrazione ad una vita civile, Accolta e curata in vero mai le era accaduto prima, li sul campo, dagli stessi mercenari che le avevano sparato addosso. Pian piano cominciò a sciogliersi e a creare con quel plotone un rapporto solido e collaborativo migliorando la sua interazione sociale fino a riuscire ad instaurare dei reali legami affettivi, fu quindi preso per lei la decisione di farla integrata nel plotone e assorbita come soldato umanitario, munita di un nome.. ALEXANDRA MAXWILL (formato da parti di nomi dei ragazzi che l'han trovata, Alex, Andrea, Marco e William, con cui legò in particolar modo.) passaporto regolare… di un lavoro… e con il passare del tempo, di una famiglia. Composta da quelle otto persone fisse, otto costanti, che furono in grado pian piano di abbattere quel fragile guscio vuoto di coccio, e riempirlo di emozioni e di calore. Specialmente grazie a lei… ANDREA una giovane ragazza di origine Francese dagli occhi color del cielo e i capelli color del rame piu puro. E dal sorriso talmente sincero e pulito da sembrare una bugia sussurrata da Dio.


E così il tempo passa… i legami con i propri compagni missione dopo missione, mese dopo mese si rafforzano, e l’affetto tra le due giovani divenne talmente forte, e l’intesa talmente profonda, da abbattere il muro della decenza e strabordare nel lusso del proibito. Facendole così, per la prima volta provare ciò che potesse essere il significato della parola amore.
Essendo ora un membro dell’esercito umanitario, e seguendo le operazioni dell’ONU, si trovò spesso a viaggiare a seconda dei siti in cui necessitavano le loro prestazioni militari, ed è durante una di queste, in Iraq, che quello spiraglio di paradiso, scolpito tra le pareti dell’inferno, ebbe fine. Venti minuti. Un’operazione semplice e veloce che la costrinse insieme ad un novellino a lasciare il campo e a dirigersi verso un punto di incontro con un altro ragazzo per consegnare un messaggio a staffetta, quel giorni si mossero in coppia, lei ed un altro novellino, reclutato qualche mese prima direttamente dall’America, come volontario. Doveva essere quindi una cosa semplice, sicura e veloce, una routine da un nonnulla… eppure… qualche errore… o semplicemente una tecnologia nuova tra le schiere nemiche, oppure un fortuito caso in cui degli occhi sconvenienti si sono posati su di loro… furono rintracciati, e a ritroso seguiti tramite osservazione aerea riuscendo a risalire al campo base prima che loro riuscissero a rientrare, una forte esplosione fece fermare il cuore per un lungo attimo alla giovane, ed una coltre di fumo nero che li investi le riempi la bocca di ferro e lo sgaurdo di lacrime.. “è solo il calore… è ssoolo il fumo” si disse mentre le sue gambe da sole correvano all’impazzata per poterla portare quanto piu velocemente possibile… a casa. Ciò che fu la sua casa, fino a venti minuti prima. Il sipario che se si aprì innanzi una volta scostato quelle fronde secche, le mozzò il fiato in gola, facendole girare la testa fino a farle venire la nausea “è solo il fumo…” giustifica quella sensazione di oppressione al petto che le esplode dolorosamente facendola tremare. Dietro di lei la raggiunse il novellino, che colto dal panico nel vedere un reflusso di fiamma, si precipitò nel tentativo di fare qualcosa… nel bisogno di.. almeno provarci. Max non riuscì nemmeno a dirgli di fermarsi, la sua voce non usci dalla sua gola arida… e si limitò ad osservare la sua schiena coperta da quel grosso zaino tattico che scompariva all’interno di quella struttura che da li a pochi istanti, fu nuovamente con un’ulteriore esplosione, inghiottita dalle fiamme. Portando via anche lui. Da li in pochi attimi… l'assordante rumore delle fiamme che spirano con forza in un boato famelico, il caldo secco e torrido ancor piu di quello del mezzogiorno piu infernale, ed il crepitio stridulo che paiono urla di anime dannate a trapanarle le orecchie, quel dolore allucinante al petto che diventa improvvisamente insopportabile, ed il gusto di sangue e ferro che le sale dalla bocca dello stomaco, andando a riempirle il suo ultimo respiro… prima del buio..

La memoria di lei da qui è vuota. Fu ritrovata dai soccorsi a chilometri da dove si trovasse prima, ferita gravemente con un colpo da cecchino all'altezza della scapola destra, e con diverse altre ferite di ignota origine, contusioni, e ossi rotti, in condizioni talmente critiche che la fecero scivolare in un coma farmacologico per permettere di tenere al meglio sotto controllo le sue condizioni vitali.
Si risveglia dopo diverso tempo in un ospedale in un'altro paese, ascoltando parlottii confusi, in una lingua sconosciuta, ed osservando sorrisi falsi e spenti, ma sempre costanti e presenti nei volti plastici di chi la circondava in quel luogo bianco ed asettico... surrerale. Al suo fianco, il capo spedizione che disquisiva con dei medici e firmava documenti. Documenti di congedo permanente dalla squadra, la domanda che gli pone è ovvia, ed immediata… ma la risposta che ricevette, la fece sprofondare nel silenzio piu totale per lungo tempo. Lei fu l’unica sopravvissuta.
Non recuperò mai i ricordi di quel che le accadde e per quanto gli agenti addetti, avessero provato a scavare nelle sue memorie o a ricostruire gli accadimenti... non vi furono altro che incerti... forse... oppure... concludendo semplicemente infine con un timbro di caso archiviato. Non si scoprì mai ufficialmente chi fu ad attentare alla spedizione, insabbiando il tutto incolpando le ovvie organizzazioni terroristiche di estremismo Islamico che piagavano quei territori. Nonostante le dinamiche e le armi utilizzate non coincidessero con le informazioni che avessero a disposizione.

Infine, gli interrogatori, e la lunga riabilitazione terminarono, l’addestramento e l’allenamento per ritornare a prestare servizio nell’esercito fu completato riportandola in forma fisica perfetta. Tanto che tentarono di reintegrarla all’interno di qualche semplice spedizione, ma Non fu piu in grado di integrarsi in una squadra. Ritrovandosi nuovamente un guscio di coccio vuoto… ed ora anche in frantumi. Fu esonerata dal lavoro di gruppo considerata un elemento di disturbo e incapace di rispettare e seguire le direzioni.
Ed è da qui... che ricomincia la sua nuova vita, con un provento dello stato come sussidio per sopravvivere quanto basta per potersi sistemare ad una vita umile... con anni di studio da recuperare, un lavoro saltuario come cecchino professionista assoldato da vari enti statali. Ed una vita da cominciare a vivere, Una vita da ragazza normale… una vita.. civile.. una vita, che a dirla tutta, non le appartiene.


Estroversa o introversaIntroversa, decisamente
Frase preferita:"hei ragazzina/o mettiamo le cose in chiaro..." "oh per gli dei"
Manga preferito: ancora non li conosce,...
Altre foto:
la foto denuta gelosamente nel portafoglio:




immagini di lei:


Jo2





vol20320work




Personaggio tratto da (inserire anche nome pg originale): Burst Angel JO solo prestavolto.
Link scheda appuntamenti:Appuntamenti pg Raisha

Edited by Raisha - 18/7/2015, 22:34
 
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