| San
Piove, l'odore di cemento umido, spazzatura e muffa ristagna in quei vicoli stretti ed in ombra. il cigolio e il rumore di una porta che si chiude, fa focalizzare l'attenzione su di una delle tante e strette case che si ammassano in quei vicoli. Una porta stretta, ed alta, color verde spinacio, incastonata malamente su quella parete dall'intonaco non dipinto e scrostato in piu punti lasciando che la rete metallica del cemento armato colasse ruggine macchiando di striature rossastre il muro grigio. Una finestrella alta sulla destra della casa quadrata e stretta lascia intravedere una stanza essenziale per chi possa vivere alla giornata.
Solo lei, si muove in quel dedalo desertico, ridiscendendo le strette scale che portano all'ingresso di quel buco di casa sita nella zona corrotta e malfamata di quella città in cui ha deciso di continuare i passi della propria ricerca. Una figura slanciata, e dai lunghissimi capelli neri, già totalmente zuppi che le ricadono pesanti lungo la schiena, dritti, lucidi. Indossa uno spolverino di pelle nero che ne ricopre praticamente tutta la figura fino a mezza caviglia, lasciando intravedere degli anfibi. tra le mani stringe una mappa della città, ove è segnato l'indirizzo di una catena di servizio di fattorini postali, classica copertura per il lavoro di ricerca a cui si dedica da un po di tempo, un'ottimo modo per conoscere in fretta la città e chi vi abita, donandole spesso e volentieri anche ottimi alibi per i suoi incarichi secondari che riesce generalmente a gestire senza troppi problemi.
Dopo qualche svolta, si immette nella strada principale. L'espressione del suo volto è neutra, lasciando quei lineamenti delicati totalmente liberi da qualsiasi inflazione emotiva, donando grazie alla sua pelle diafana e alle sue iridi di quel blu intenso, l'impressione di avere innanzi una bambola vivente, eppure nonostante quel suo aspetto singolare, la sua presenza, anche se vi fosse il viale gremito di gente, apparirebbe semplicemente come un'ombra tra le tante, anonima. Abituata a muoversi considerando un passo alla volta. concentrando mente ed anima su questo, semplicemente sull'istante medesimo dell'attimo che scorre, non dando tempo a emotività o personalità di emergere, rimanendo sospesi in quel lasso di spazio tra passato presente e futuro beneficiando dell'effetto che questi tre termini in effettivo, rappresentano. Il nulla. Un'involucro vuoto.
Continua a camminare, indifferente del mal tempo che continua imperterrito a scaricarsi su quell'asfalto rovinato, e sul suo corpo, ovattando i suoni della città in quello scrosciante frastuono monotono e costante, imprigionando le immagini in quell'involucro di grigiore impersonale, poche le anime che si muovono di fretta sotto quell'acqua, eppure, lei, tenterebbe di intercettarne alcune, a chiedere informazioni e sfruttando l'occasione per osservare i singoli individui che placca, con voce pacata e gentile, nel chiedere e nel ringraziare, registrando nel mentre i vari volti, ciò che si portano appresso, o le micro informazioni che potrebbe raccogliere in un dialogo minimale, cominciando a conoscere i punti di riferimento comuni che la gente considera, scoprendo quindi quale bar in quella zona è piu frequentato... dove si trova la piazzola piu vicina ed anche, una zona particolarmente rischiosa dove la maggior parte delle persona si vede addirittura a preferire di allungare di un bel pezzo la strada, per raggiungere la zona dei mercati, e la via ove si trova proprio la sede dei fattorini postali... facendole scegliere, ovviamente, di percorrere proprio quella rischiosa scorciatoia, conscia di avere tutto il tempo del mondo essendo arrivata un paio di giorni prima della data di assunzione, giusto per ambientarsi un poco...
|