Jazz Pit

Un accattivante locale underground dal look stile anni 50 che, come recita l'insegna, fa della musica jazz il suo punto forte. Infatti non è raro assistere alle periodiche esibizioni di artisti emergenti che hanno o avranno modo di mettersi in gioco in questo elegante genere musicale.

Serena

-Eccoci qua, amore- le dico mentre vedo già l'insegna in lontananza e inizio a parcheggiare -Ci piacerà senz'altro questo locale... buona musica, gente cordiale, e tra le consumazioni c'è anche la birra- aggiungo con tono scherzoso prima di parcheggiare e tirare il freno a mano, pronta ad uscire e godermi il pomeriggio e la serata con Maxie

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Serena

Ascolto mentre se la ride un po' e mi offre il braccio, per poi dirigermi verso l'entrata con lei e notare che, pur esendo pomeriggio inoltrato, il locale era già piuttosto pieno, ma non così tanto da sembrare invivibile

Quando poi la musica suonata giunge all'orecchio mio e di Maxie, mi improvviso solo un po' maestrina e le spiego -Questa, tesoro mio, è il jazz... una forma di musica che fonda le sue radici in un periodo tra l'800 e il 900, e che si è sempre contraddistinta per due cose in particolare: ritmo ed improvvisazione... e ciò dona alle note un suono colto ma anche accattivante per chi la ascolta- mentre la faccio accomodare insieme a me ad uno dei tavoli.

-Malgrado le umili origini però, il jazz è sempre stata una musica incredibilmente popolare... e possiamo dire che è stata proprio la popolarità a farla sopravvivere fino ai giorni nostri...- le dico ancora, prima di distrarmi un secondo per chiamare uno dei camerieri e domandargli -Mi scusi, potrebbe portare una bottiglia di Jack Daniels e una birra rossa bella ghiacciata, grazie?-

Non appena fatta la domanda, il ragazzo annuisce e va subito a prendere le ordinazioni, mentre io mi volto nuovamente verso Maxie e le allungo la scodella degli stuzzichini che c'è lì al centro del tavolo, contenente diversi tipi di frutta secca tra cui pistacchi, anacardi e arachidi.

-Gradisci un piccolo aperitivo, cara?-

Serena

-Ah, ok- le dico prendendo qualche arachide e mangiandola con gusto -E comunque sì, è abbastanza di nicchia come genere, però piace molto... soprattutto a me- le dico prima di annuire alla sua proposta di condividere il Jack, che guarda caso non tarda ad arrivare al nostro tavolo insieme alla birra.

-Riguardo invece l'improvvisazione... beh, è semplicemente quando, nel suonare un brano, prima parti dando l'impressione di suonare qualcosa di prestabilito...- le spiego ancora stappando la bottiglietta e versandone un po' del contenuto nel bicchiere -Ma poi, sorpresa, stupisci l'orecchio di chi ascolta uscendo fuori dallo schema, magari variando un po' con la melodia o l'armonia tra le note- aggiungo prima di prendere e bere un bel sorso di Jack, gustandomi il sapore forte e deciso.

-Ah... cavoli, era da tempo che non lo bevevo più... mi sei mancato tanto, Jack~- dico poi rivolgendomi con tono poetico alla bottiglietta -Però ora amo solo Maxie... mi dispiace, ma dovremo restare solo amici- dico ancora mentre avvicino la bottiglietta alla mia adorata

-Se vuoi favorire, accomodati-

Serena

-Beh, da quello che ho letto penso che la sua origine sia metà e metà... sia per trasgressione che per creatività, visto che il jazz, proprio come il blues e il gospel, è un genere nato prendendo esempio dai canti di lavoro dei neri...- le spiego ancora mentre accetto volentieri la sua vicinanza

-Nah, preferisco il buon vecchio Jack- dissi poi mandando giù un altro sorso -E poi, la birra è più adatta a te che a me, amore- aggiungo mentre muovo la testa a ritmo della musica, ora fattasi molto più ritmata e rilassante -Oh, sì, questo locale non delude mai, non importa se ci vengo di rado... è come se mi sentissi a casa-

Serena

Sorrido nuovamente mentre la vedo e sento così allegra, al punto che propone un brindisi, che accetto volentieri sollevando il bicchiere.

-Alla nostra fantastica vita assieme- esclamo di rimando buttando giù un altro po' di quel fantastico alcolico, per poi sentire riguardo al voler ascoltare anche il blues e il gospel.

-In camera mia ho diversi CD che sono delle vere e proprie raccolte dei generi che ti ho elencato- le spiego con tono fiero nonostante la mia faccia stia lentamente arrossendo a causa dell'alcol.

-Oh, già... l'andare a cavallo- esclamo subito dopo non appena sento Max parlare di ciò -Alla fine non abbiamo più avuto occasione di farlo... cavoli, mi piacerebbe tanto~- dico con tono un pochino più "fuori giri" del solito, prima di avvicinarmi a lei e abbracciarla maliziosa -Sarei molto felice di andare a cavallo con te-

Serena

-Tranquilla, lo so che intendevi il passeggiare a cavallo- la rassicuro sciogliendo l'abbraccio e dandole un timido bacio sulla guancia -Sarò ben lieta di seguire i tuoi insegnamenti e diventare una brava cavallerizza...- aggiungo rendendomi conto solo dopo pochi secondi che la conversazione stava scivolando su un pavimento carico di doppi sensi.

-Ti chiedo scusa, Maxie... mi sa che l'alcol mi stia già dando alla testa...- dico ora con voce più calma mentre in realtà vorrei solo nascondermi e basta -Forse... forse è meglio se torniamo a casa e ne riparliamo con più calma lì... altrimenti ho paura che finiremo a farci le coccole in bagno- aggiungo cercando di nascondere, senza successo, la faccia sotto il basco...

Serena

La ascolto e pian piano esco fuori da "guscio", e le sorrido timidamente mentre le dico -Ok, mi sembra un'ottima alternativa...- e riprendo a bere, ma più assennata.

-Ma solo se andiamo allo Stvale Tricolore a gustarci la pizza, sennò non se ne fa niente- aggiungo mentre le accarezzo una mano e cerco di godermi il brano dei musicisti da poco saliti sul palco.

-Beh, tolto l'imbarazzo e tutto... si può dire che ho fatto proprio bene a portarti qui, insieme a me, vero?-

Serena

Annuisco alle sue parole e, non appena si alza dal tavolo e obbligandomi a seguirla

-Sì, si... ti lascio pure le mie chiavi- le dico poi dandole le chiavi della macchina e infilandogliele in tasca -Tutte per te, amore-

Non appena usciamo dal locale e sento già l'aria fresca della sera non posso fare a meno di tirare un bel respiro a pieni polmoni. Ovviamente non mi sentivo già al top, ma almeno sembravo meno stordita dall'alcol.

-Oh, laggiù c'è una panchina. Ti va di guardare le stelle?- domando subito dopo prendendola per mano e dirigendomi con lei sulla succitata panchina -Oh~ sembrano... migliaia e migliaia... di gemme preziose-