Il loft di Zara

Un modesto loft nella periferia di Tokyo, dal costo di circa 2000 yen mensili, semplice ma elegante allo stesso tempo e munito di ogni tipo di comfort desiderato dalla ragazza: un soggiorno niente male, una cucina spaziosa, un belissimo balcone che dà sul parco, il bagno munito di vasca idromassaggio, e un paio di camere da letto molto comode, e una tv con lettore dvd e un abbonamento pay tv già prepagato. Nella camera di Zara invece vi si trovano diverse cose tra cui alcuni libri di cucina e cucito, un portatile, diversi coniglietti di peluche, e ovviamente il letto...

Zara

Fu un viaggio rapido ma intenso, e quasi in una maniera non molto simile a quella di un film d'azione, le due ragazze arrivarono a destinazione, parcheggiando nei dintorni.

Beh... eccoci qui, mia cara disse la mora scendendo dalla moto e indicandole l'appartamento Un bel loft tutto mio, dove vivo tranquilla e senza pensieri aggiunse prima di tirare fuori le chiavi di casa Non sarà il massimo ma almeno posso dire di avere una casa accettabile, no?

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Hilda

Scese e si guardò intorno, erano abbastanza lontane dal casino del centro di Tokyo, c'era persino un parco verde. << Il posto è più che accettabile direi. >>
Una volta entrate non nascose la curiosità, indugiando cogli occhi su ogni particolare che reputava interessante. << Non ci sono i t >> si fermò di colpo, stava per fare in automatico una brutta domanda. Avendo scelto una facoltà di molti anni era normale a 22 anni abitare ancora coi genitori, perciò dava per scontato che tutti lo facessero, del resto si era già dimenticata che l'avvenente russa aveva 6 anni in più a lei.
<< Scusa, l'abitudine... comunque è una bella casa. Però... non ti senti sola se ci abiti solo tu? >> Oramai era tardi per la sensibilità, era curiosa di conoscere qualcosa di quello stile di vita così diverso dal suo, più adulto.

Zara

Beh, non nascondo che di tanto in tanto mi sento parecchio sola, ma rispetto al passato ora riesco a sopportare molto di più rispose una volta fatta entrare e la rossa, per poi chiudere la porta e scendere nuovamente dalle sue calzature.

E poi... adesso non sono sola... ci sei anche tu, qui con me precisò leggermente maliziosa prima di avvicinarsi al frigo della cucina, tirare fuori una bottiglia di vodka e dirigersi verso il bagno con essa Ad ogni modo, per il momento fa come se fossi a casa tua e accomodati come meglio credi... io intanto credo andrò a farmi un bel bagno caldo con contorno di bevuta pomeridiana aggiunse smuovendo un po' la bottiglia che aveva con sé A meno che tu non voglia farmi compagnia e assaggiare un bicchiere di questa, ovvio

Hilda

Di certo Zara non era una che perdeva tempo.
<< So che Vodka significa acqua in russo, ma non pensavo fossi una bevitrice. >> Si tolse i camice che ancora teneva indosso e lo appese alla prima sporgenza che vide. << Credo aspetterò che finisci, non vorrei disturbare il tuo relax pomeridiano. >> disse provocatoria. Però invece di andare ad accomodarsi in cucina o nel soggiorno andò verso Zara, rubandole la bottiglia da mano. << Scherzavo ovviamente, sarei scortese a rifiutare un invito così... dolce, non credi? >> Più che altro a parlare ora era il desiderio, anche se l'orgoglio e la paura ancora litigavano con l'amore, dire di no alla proposta di vedere Zara nuda era impossibile per lei, percepiva il proprio corpo fremere per avere ancora le sensazioni della mattina insieme. Non desiderava così qualcuno da molto, troppo tempo...

Zara

Beh, non è che beva dalla mattina alla sera... è solo un piccolo piacere che mi tolgo di tanto in tanto le spiegò con aria fiera prima di vedersi soffiare via la bottiglia dalle mani.

Bene, allora vado a preparare tutto quanto. Raggiungimi appena te lo dico io, ok? disse poi alla rossa prima di fondarsi in bagno, gettare i vestiti nella roba da lavare e preparare la vasca.

Vista l'occasione, scelse i sali da bagno più delicati che aveva, e nel mentre aspettava si legò i lunghi capelli in uno chignon, coprendoli poi con una cuffia apposita. Fatto questo, non appena vide che la vasca era pronta vi si immerse lentamente e poi esclamò Hilda cara~ la vasca è pronta! Vieni qui e goditi l'acqua calda... oh, e non scordare i bicchieri per la vodka... per favore

Edited by Franky - 12 - 13/12/2015, 21:38

Hilda

Aspettò, girovagando per la casa. Essere a casa di qualcun'altro era strano, andava spesso a casa di Ben e Rina ma non certo con le stesse "intenzioni".
Sentì Zara chiamarla, al suo "Hilda cara~" quasi trasaliva, nella sua immaginazione sembrò quasi il richiamo di un amorevole mogliettina dopo una lunga giornata di lavoro. Scosse la testa per scacciare quei pensieri << Dove sono i bicchieri? >> cominciò a cercarli per la cucina e dopo aver aperto qualche anta li trovò. << trovati! >>
Sgattaiolò fino al bagno, aprì la porta e rimase impalata per la visione. Altro che giocare a principessa e ancella, immersa nella vasca idromassaggio con i capelli elegantemente raccolti e coperti Zara era davvero una principessa. Non si era mai preoccupata di apparire femminile, il jeans e la maglietta sgualcita lo confermavano, ma mai come in quel momento aveva sentito di vergognarsene.
Poggiò la bottiglia e i bicchieri sul bordo della vasca e timida cominciò a svestirsi, nello stare in intimità con Zara questa volta avvertiva altro accanto a desiderio. Una voglia più dolce, più calma, non sapeva bene cosa fosse, non l'aveva mai avvertita prima. Forse in tutti quegli anni invece di sterile sesso, aveva solo bisogno di qualcuno che la coccolasse teneramente, che le togliesse la sua stupida maschera di cinismo.

Zara

Dopo aver chiamato Hilda, la mora attese con pazienza iniziando a lavarsi lentamente e senza fretta. Quando poi la vide entrare e svestirsi, seppur timidamente, davanti a lei, non poté che sorridere dalla contentezza.

Qualcosa non va, Hilda? le domandò osservandola coi suoi occhi violacei È forse la prima volta che fai il bagno insieme a qualcuno? Beh, allora non c'è nulla di cui vergognarsi... farò il possibile per rendere il tutto molto più a tuo agio aggiunse facendole spazio per entrare nella vasca senza impedimenti

Hilda

Silenziosa entrò nella vasca, sedendosi lentamente. << in verità, mi faccio la doccia da quando ero bambina. Una vergogna per una giapponese. >>
L'acqua era tiepida e piacevole, c'era qualcosa nell'acqua ma non sapeva cosa fosse, la sua pelle probabilmente non aveva mai avuto un trattamento tanto dolce. << ovviamente da sola. >>
La lunga chioma cremisi le ricadeva sulle spalle fino a galleggiare sull'acqua. Espirò fino in fondo, rilassando un po il corpo. << È piacevole >> aggiunse ancora un po' timida e incerta su cosa fare. Probabilmente era davvero l'unica Giapponese a non sapersi lavare in un bagno.
Volse lo sgaurdo verso Zara, per poi subito distoglierlo, abbassandolo verso l'acqua. Nella luce chiara del giorno il corpo di Zara era anche meglio di come lo ricordava, non poteva farci niente ma imbarazzarsi, non riusciva più ad essere la solita Hilda lasciva e sicura di sé.

Zara

Mi fa piacere che l'acqua sia di tuo gradimento... vi ho messo dei sali da bagno, così da distendere meglio la pelle e rilassarla replicò la mora, continuando a passarsi lentamente la spugna addosso, continuando a lavarsi tranquillamente, per poi notare che la rossa non stava facendo altro che fissare l'acqua con fare disorientata.

Vuoi che dopo ti lavi la schiena? Basta solo che ti giri, ovviamente, altrimenti... beh, puoi anche rilassarti e lavarti normalmente, come faccio io... disse subito dopo passandole la spugna e avvicinandosi al bordo vasca quel tanto che basta per versare la vodka nei bicchieri e iniziare già ad attingere dal suo... gustandosi quindi il sapore forte dell'alcolico.

Ah... un bel bagno caldo e un bel bicchiere di nettare di Madre Russia... non potrei desiderare di meglio... a parte la tua compagnia, ovviamente disse poi con tono vagamente malizioso, salvo notare lo sguardo ancora un po' timido di lei e domandarle Senti, Hilda... io la butto lì, poi mi correggi se sbaglio, ma... c'è qualcosa che non va? Ti sto forse mettendo troppa soggezione senza volerlo? O magari hai solo fame? Oppure hai sonno? Alla tovarish (compagna in russo) Zara puoi dire tutto, non ti mangia mica prima di lasciarsi sfuggire una piccola risata e bere un altro po' di vodka.

Hilda

Paradossalmente, chiedendole cosa non andasse Zara peggiorò le cose. Per Hilda, peggio dell'essere imbarazzata c'era solo sapere che qualcun'altro l'aveva notato.
<< No no, è tutto apposto davvero, nessuna soggezione >> si affrettò goffamente a negare e cacciare via l'imbarazzo,. << È solo che non sono abituata alla vasca, a lavarmi con qualcun'altro e cose simili. >>
Prese la spugna passatale da Zara per poi cominciare a strofinarsi le spalle. << Credo di poter fare da sola, insomma non sono una bambina >> Una fitta improvvisa all'avambraccio destro non era tanto d'accordo. Emise un mugolio sofferente, per poi massaggiarsi la parte dolente con la sinistra. Non era il solito dolore, più un formicolio, come se il braccio fosse "addormentato". Intuì che era l'acqua calda a farle quel'effetto, rimise il braccio in acqua e lo rilassò completamente, il dolore sparì del tutto.
<< Però... pensandoci bene potrei accettare la tua offerta >> disse a voce bassa e imbarazzata.
Si rilassò nella vasca, scivolando nell'acqua fino al collo e rinunciando a compiere qualunque movimento. << Non c'è fretta... posso aspettare >> sussurrò, fissando malinconica il braccio immerso.

Zara

Malgrado le parole di Hilda, per Zara era abbastanza evidente che non si sentiva ancora del tutto a proprio agio. Lì per lì fu tentata di chiederle qualcos'altro, ma non appena la vide seguire il suo consiglio e rilassarsi, decise di non insistere e tornò a bere ancora un po' di vodka dal suo bicchiere, che non mancò di riempire una volta vuoto.

Dimmi, Hilda... alla fine hai pensato a ciò che ti ho detto stamattina? le domandò qualche minuto di relax più tardi, posando il bicchiere e iniziando anche lei ad immergersi fino al collo Voglio dire, non sei costretta a frequentarmi per forza se non vuoi... però... non so... chiamami "strana" o "fuori di testa", ma è da ieri che non ho fatto altro... che pensarti... aggiunse mostrando un tono piuttosto timido, come se avesse timore di dire una parola di troppo.

Non so spiegarmi il perché, ma... come dire... più tempo sto con te e più mi sento in pace e a mio agio... disse subito dopo qualche attimo di silenzio Se prometti di non arrabbiarti... io... credo che tu... mi piaccia...

Hilda

Appena Zara comiciò a parlare intuì sibito ciò che stava per dire. Sospirò, di nuovo imbarazzata e leggermente arrossita.
<< Stupida, non mi arrabbio per queste cose. È solo... che non mi piace parlarne >> un altro picco d'imbarazzo. Parlare di se, dei suoi legami la metteva sempre a disagio. Un disagio positivo peró, come l imbarazzo di dire ti voglio bene a qualcuno di caro.
<< Non sono qui per forza... se non volevo essere qui non ci sarei. >> Tacque qualche istante, si vergognava incredibilmente di ciò che stava dicendo << voglio stare con te, ieri non ho fatto altro che pensare a te, persino la notte... e non è perchè mi piaci... io sento qualcosa di più... ma ho paura... paura di come finirà. >>
Voltò il viso dalla parte opposta, sentiva il cuore in gola, stava svestendo la sua anima ora, ed era la sua prima volta.

Zara

E come pensi che finirà? Con me che una volta stancatami di te ti getterò via come immondizia? fu la pronta risposta di Zara, la quale si avvicinò a Hilda a fece si che i loro occhi si potessero incrociare.

Hilda, sarò franca con te... non ho la minima idea di cosa tu abbia passato, e per rispetto tuo non voglio indagare oltre le disse osservandola con i suoi particolari occhi viola Ma se c'è una cosa che ho imparato... è che malgrado gli errori o gli sbagli che possiamo commettere, noi umani abbiamo sempre la forza di rialzarci... proseguì prima di appoggiare le labbra sulle sue per schioccarle un dolcissimo bacio, seguito da un altro e da un altro ancora E sono sicura che, se il futuro è un salto nel buio... lo faremo insieme e lo affronteremo concluse infine prendendo le mani della rossa tra le sue, per poi imitare la stessa cosa che aveva fatto alla clinica e cantare chissà quale altra canzone della sua fredda terra natia...

Hilda

Mentre ancora le mediose parole russe riempivano il silenzio, un sussurro di Hilda si sovrappose.
<< Non importa quanta forza abbiamo, non possiamo rialzarci se anche le ossa si sono rotte. >>
Lentamente sfilò le mani da quelle di Zara. Voleva tanto credere e abbandonarsi alle sue parole, ma i fantasmi di un passato lontano anni erano ancora forti.
<< Non capisci, non ho paura di te ma di me stessa. Hai visto che è successo ieri mattina e prima nell abulatorio. >> Lacrime cominciarono a bagnarle il volto, cadendo nell acqua della vasca. << Finisco sempre per far male a chi vuole essermi amico... a chi amo... forse non oggi, non domani o fra un mese. Ma un giorno litigheremo e ti farò così male da mandarmi via... lo so perchè è gia successo, non voglio separarmi ancora. Fa male. >>
Si asciugò, anzi bagnò, il viso per togliere i solchi delle lacrime e rivolse gli occhi umidi in quelli di Zara << Se davvero... davvero pensi che nn ti stancherai mai di me... promettimi che mi perdonerai sempre, come hai fatto oggi, come hai fatto ieri. >> le accerzzò il viso, gentile e timorosa, una carezza triste e insicura. << Promettimelo e io ci proveró... a saltare ancora un ultima volta. >>

Zara

Proprio mentre stava continuando a cantare, Zara dovette interrompere tutto e ascoltare lo sfogo di Hilda, vedendo poi nuove lacrime scendere sul suo bel viso e ricadere nell'acqua della vasca.

Quando poi vide la rossa accarezzarle il viso, la russa non poté fare altro che sorridere, e di istinto la prese a sé e l'abbracciò, lasciando che la testa di lei trovasse conforto e comodità tra le sue braccia e appoggiata al suo seno.

E così sia, Hilda... le sussurrò con fare materno mentre con una mano le accarezzava i lunghi capelli rossi e con l'altra la schiena Ti prometto, che qualunque cosa accadrà, io ti perdonerò sempre, e tutte le volte che sarà necessario... aggiunse con tono dolce e sincero e stringendo ancora di più l'abbraccio.