Yuri's Heart ~ GDR Yuri, Manga, Hot & Soft Yuri

Dormitorio ospedaliero per osservazioni, la "casa" di Jubei Outer

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CAT_IMG Posted on 15/4/2014, 18:53     +1   -1


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non è niente di meno che una sorta di dormitorio, come quello di una scuola, ma le stanze, di due persone ciascuna, sono anche dotate di tutti gli strumenti necessari per effettuare analisi mediche o osservazioni sui pazienti. Jubei condivide la stanza con l'infermiera che per prima ha visto la sua trasformazione. non sapendo se la personalità "Inner" sia ostile e/o pericolosa, ma sapendo che ha difeso la ragazza, hanno deciso di lasciarle assieme, in modo da avere una persona conosciuta in caso succeda l'irreparabile. Jubei non ha grandi possedimenti. qualche peluche, li adora, e alcuni modellini di vario genere.la vera passione però (oltre al cibo s'intende) sono i vestiti, e sta seguendo un corso di stilista per coltivare questo suo hobby.
 
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CAT_IMG Posted on 25/3/2015, 20:50     +1   -1

Legionario delle armate Yuri

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Giglia


Il sole stava per tramontare e nella piccola stanza una delicata e romantica luce arancio illuminava il letto e il mobilio tipico di un ospedale. C'erano due letti ma era sola in camera, i genitori e Lilia, sua buona amica, l'avevano da poco lasciata data la fine dell'orario di visite.
Si trovava sotto osservazione da poco dopo l'ora di pranzo, aveva avuto uno svenimento in classe. Nulla di grave, infatti fosse stata una ragazza normale non sarebbe mai rimasta lì, ma dato che l'ultimo svenimento ebbe come conseguenza un improvviso mutismo i medici hanno deciso di controllarla per qualche giorno.
Si mise seduta al centro del letto a gambe incrociate sul materasso, ovviamente scalza per non sporcare le lenzuola. Sulle ginocchia aveva appoggiata una rivista "Wild" che trattava di animali e natura, stava leggendo del ghepardo e della sua incredibile velocità. Era un suo hobby per ammazzare il tempo, singolare senza dubbio ma, almeno per lei, molto efficacie.
Fortunatamente non aveva nessun apparecchio attaccato, le avevano solo prelevato il sangue e fatta rimanere in caso di un secondo svenimento. Purtroppo con malattie come la sua più che osservare la medicina poteva fare poco. Mutismo e questo secondo improvviso svenimento a parte comunque godeva di buona salute anzi, per il fisico esile che si ritrovava, aveva un ottimo fiato e resistenza.
Immagini e pagine le scorsero avanti veloci ma il tempo passava piano e la noia presto si fece sentire, che avrebbe fatto fino al giorno dopo? Proprio non lo sapeva.

Va bene se posto qui o intendevi qualche altra parte?
 
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CAT_IMG Posted on 27/3/2015, 08:24     +1   -1


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Jubei

la giornata era di quelle più tranquille che si possano immaginare. si era svegliata più tardi del solito, forse causa il caldo della giornata, che l'hanno assopita più del normale, di solito Jubei è molto mattiniera. fece il suo solito giro nei vari reparti, con le infermiere, e qualche paziente "datato" che la salutavano, a cui lei rispondeva con entusiasmo. oggi la sua compagna di stanza non c'era, in quanto aveva giornata libera, e Jubei aveva intuito che avrebbe passato la giornata con il suo ragazzo.. che tenera! durante il ritorno alla sua stanza, però, successe qualcosa di inaspettato: fu proprio allora che, passando vicino ad una stanza aperta, scorse una ragazza seduta in mezzo al letto, con un giornale di cui, al momento non poteva dedurre l'origine. non sapeva chi era, ovviamente, quindi doveva essere una ragazza appena arrivata. Jubei aveva il suo classico vestito rosa e bianco, (senza però tutto l'armamentario di corde e funi...) e, quindi, poteva non sembrare a prima vista una paziente quanto lo era ragazza solitaria. inutile dire che le bastò un'occhiata per capire che non era esattamente felice di stare li.. ed era quasi certa, che si stava annoiando parecchio.. quindi, da brava paladina del divertimento qual'era, entrò in stile ciclone nella stanza. CIAO! io sono Ju... la sua esuberanza però la portò a fare un leggero errore di calcolo.. e appena entrata... inciampò. non si sa come, ma inciampò, finendo distesa per terra. Ahi Ahi Ahi.. riuscì a dire mentre cercava in qualche maniera di alzarsi.. come sempre, si faceva riconoscere...
 
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CAT_IMG Posted on 27/3/2015, 20:24     +1   -1

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Giglia

Era un po' persa fra i suoi pensieri quando, sorpresa, udì dei passi e una voce entrare nella stanza ma non fece in tempo ad accorgersene che l'appena arrivata ragazza era a terra. Un sussurro appena udibile e un abbozzo di sorriso per un attimo si videro sul viso di Giglia, era sorpresa ma la caduta alleggeriva la fisiologica tensione che provava davanti ad un estraneo, pur essendo una ragazza come lei.
Non si mosse dal letto ma d'istinto chiuse la rivista, il suo sguardo rimase fisso sulla ragazza, non sapeva bene che fare. Pensò che una persona normale l'avrebbe aiutata ad alzarsi o almeno avrebbe chiesto come stava ma nonostante ciò continuò a non muoversi.
Dopo qualche secondo decise che fare la parte della statua muta non le piaceva perciò velocemente si alzò e le porse la mano, probabilmente un po' in ritardo dato che la ragazza aveva cominciato a rialzarsi. La tuta che la mamma le aveva costretto ad indossare, felpa e pantalone di un celeste con due righe bianche laterali stile pigiamini di una volta, svolazzò assieme ai lunghi capelli bianchi completamente sciolti e anche un po' in disordine. Se non si era imbarazzata probabilmente era per l'aspetto da bambina della ragazza che aveva difronte.
 
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CAT_IMG Posted on 28/3/2015, 23:49     +1   -1


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Jubei

cercò di mettersi in piedi, ma a metò strada la ragazza le porse la mano, e Jubei ovviamente non perse occasione per farsi aiutare, riuscendo infine a rialzarsi. studiò la nuova ospite per qualche istante, prima di finire la frase che aveva, invano, cercato di pronunciare entrando nella camera, portando la mano destra nietro la nuca, per l'imbarazzo, non tanto di avere di fronte qualcuno di nuovo, ma per l'essere oltremodo sbadata.. Ciao! io sono Jubei. uesta, tra l'altro, è una delle poche frasi che Jubei dice in prima persona. più probabile che la dica così perchè gli è stata insegnata, che per propria volontà.. infatti...Jubei ha visto che sei nuova qui, e visto che non c'è nessuno, forse ti annoiavi, così Jubei può farti compagnia.. ora che era completamente alzata, Jubei era leggermente più alta della misteriosa ragazza, e ne aprofittò per sbirciare da sopra la spalla della stessa, per farsi una mezza idea di chi potesse essere.. tu come ti chiami? le chiese a bruciapelo, nella speranza di scopre di più da quella ragazza...
 
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CAT_IMG Posted on 29/3/2015, 10:11     +1   -1

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Giglia

Ora che erano faccia a faccia, o meglio faccia a seno, si rese conto che poi tanto bambina non doveva essere. La sua impressione però non cambiò molto, il rosa di cui era vestita e gli atteggiamenti parevano un po' infantili e ciò non le dispiaceva affatto.Persino il nome, Jubei, sembrava creato a pennello per lei.
Dimenticando davanti a Jubei di non riuscire a paralare da quasi tre anni ormai, stava per risponderle e presentarsi ma ovviamente le labbra non si aprirono, ogni volta che provava a parlare sentiva un nodo alla gola che si stringeva sempre più, come se qualcuno le stringesse la trachea ogni volta che un impulso raggiungesse le corde vocali. Non le piaceva quella sensazione così stava perdendo l'abitudine stessa di parlare, non pensandolo nemmeno più, ma le abitudini sono dure a morire.
Doveva trovare un modo per rispondere, di solito le persone con cui parlava sapevano del suo problema o comunque intorno aveva chi sapeva ma ora era sola, in qualche modo era una situazione nuova. Dopo aver abbassato lo sguardo per un po' a pensare trovò il modo, almeno per presentarsi. Tirò giù la zip della felpa poco oltre l'inizio del petto, nemmeno paragonabile a quello che aveva difronte, e mostrò un etichetta bianca cucita dentro il vestito con su scritto in nero "Giglia Whiteheart". Mentre la faceva vedere a Jubei i suoi occhi avevano l'aria di un cucciolo dispiaciuto, poche volte aveva sentito la mancanza della sua voce come in quel momento.

Edited by Giglionero - 29/3/2015, 17:32
 
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CAT_IMG Posted on 3/4/2015, 17:26     +1   -1


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Jubei

sbattè gli occhi un paio di volte, non capendo perchè quella ragazza, subito dopo averle chiesto come si chiamasse, sembrò in qualche modo in difficoltà. inoltre si stava guardando intorno.. per poi scoprire il cartellino dell'ospedale.. Giglia...? ignorò completamente il cognome.. forse perchè lei non avendone uno non aveva molta dimistichezza con essi... ecco ho deciso! tu sei Yuricchi! l'abitudine di affibbiare nomignoli a tutto e tutti erano una qualità, si fa per dire, innata di Jubei, ma si era certi che non sbagliava un colpo, una volta che questa o quella persona era stata "rinominata" in questo modo. sei anche tu qui per un qualche motivo nevvero? anche io.. a dire il vero io qui praticamente ci vivo.. tirò indietro la manica, mostrando al polso il braccialetto con scritto il suo nome, Jubei, e qualche altro dato clinico. niente di più. infatti risultava parecchio vuoto, essendo assenti dati come cognome, luogo, e data di nascita. susu, non fare quella faccia depressa, vedrai che con i dottori che ci sono qui, starai bene in un baleno! lo disse con sincerità, e insieme, appoggiò la mano sulla testa della ragazza, in un gesto affettuoso di solidarietà, oltre che per incoraggiamento. Jubei infatti non afferrò immediatamente il fatto che la ragazza davanti a lei non parlava, ma molto probabilmente, questo non l'avrebbe fermata dal farci conoscenza.
 
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CAT_IMG Posted on 4/4/2015, 14:09     +1   -1

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Giglia

Il suo sguardo divenne stupito e curioso, nessuno le aveva affibbiato un nomignolo appena conosciuta.In più l'atteggiamento amichevole di Jubei incredibilmente non le dava fastidio, era genuino e naturale al punto che la carezza sul capo non la sorprese poi molto.
Yuricchi... in fondo poteva considerarsi una variante del suo nome più affine alla nazione in cui era.
Sorrise, in quella posa data la differenza di altezza sembrava la sua sorellina, un sorriso non molto marcato -inarcò solo le labbra- ma non per questo meno sincero.
Di nuovo abbassò qualche attimo lo sguardo: le vennero in mente carta e penna ma erano indubbiamente scomode così scappò da sotto la mano di Jubei per andare ad aprire un casetto affianco il letto. Cacciò un piccolo cellulare bianco chiuso a cofanetto, lo aprì e comincio con fin troppa veemenza a premere i tasti. Sembrava abbastanza goffa, infatti le ci vollero due minuti buoni per terminare di scrivere e mostrare il risultato buffamente fiera di se. "Grazie, sei molto gentile :-) spero che hai ragione e guarirò presto. Ovviamente spero che guarisca presto anche tu."
Ci pensò dopo alle parole di Jubei, aveva detto che viveva lì... forse scherzava, magari intendeva che era in ospedale da tanto tempo. Nel dubbio comunque sperò di non aver detto qualcosa di male ad augurarle di guarire non sapendo la malattia,ammesso ne avesse una.
 
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CAT_IMG Posted on 6/4/2015, 16:00     +1   -1


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Jubei

se prima era rimasta perplessa, ora era proprio stupita. Jubei cercò di venirne capo, ma l'unica opzione che risultava era che la ragazza o era muta o qualcosa le impediva di parlare. cercò altre ipotesi, ma non ci riuscì, e quindi, per forza, lasciò stare. lesse il messaggio, sorridendo all'augurio che l'altra le fece, anche se, nel suo caso era un po' particolare.. sono sicura che tutto si sistemerà. notò un leggero interesse per il suo caso, quindi decise di darle qualche informazione in più io sono qui da circa un anno. in realtà quelo che mi manca non è la salute. alzò le braccia in posa da forzuta, salticchiando appena nel farlo, modo per mostrarsi completamente sana e in forma ma la mia memoria. non ho idea da dove arrivo o chi sono.. o chi ero.. una cosa lunga... e noiosa.. fece un gesto con la mano, ad intendere che era una banalità per lei.. però sperò che, visto che lei si era un po' sbottonata, anche la ragazza decidesse di aprirsi un pochino.. e tu Yuricchi? come mai sei qui? evitò di proposito di menzionare il fatto che non parlava, per non darle il senso di interrogarla, ma per farle sembrare il tutto una chiaccherata tra ragazze.. inoltre, si sedetti accanto a lei suo letto, sorridendole, per farle un po' di coraggio.
 
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CAT_IMG Posted on 7/4/2015, 12:02     +1   -1

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Giglia

Tornò a sedersi sul letto, era da un po' che non incontrava qualcuno così amichevole o meglio era da un po' che non incontrava nuove persone. Dalle sue parole capì che la ragazza soffre di amnesia o qualcosa di simile, ha detto di non ricordare chi fosse... cose del genere esistevano davvero allora. Non doveva essere bello, nonostante ciò Jubei sembrava molto allegra. Magari non era così terribile o magari era il suo carattere.
Riprese a scrivere sul cellulare, nonostante fosse una soluzione ovvia per comunicare era la prima volta che lo usava così direttamente ( solitamente mandava sms telegrafici alla mamma o al papa ) nella quotidianità aveva sempre usato gesti o segni per farsi capire. " Controlli, sono svenuta a scuola e mi sono ritrovata qui. Non è nulla ma sono rimasta perché non è la prima volta che mi capita e nessuno sa perché. "
Ovviamente aveva sentito più volte dai medici e dai genitori del suo albinismo ma ancora non sapeva bene cosa pensare. Ciò che vedeva erano i capelli bianchi e gli occhi rossi ma non li considerava certo una malattia, forse strani, ma non erano certo come un influenza o qualcosa da curare perciò non la inserì nel perché era lì.
Nel mostrarle la risposta il suo sguardo era un po' inquieto, quando pensava alle sue condizioni diventava sempre inquieta, non c'era nulla che la preoccupava particolarmente però non le piaceva la situazione in cui era e ancora meno le piaceva l'ospedale, pur essendo quel posto abbastanza gradevole.
Solo dopo le venne in mente che Jubei volesse sapere il perché del suo mutismo o quanto meno doveva dargliela una spiegazione per quel bizzarro modo di comunicare, ma le aveva già mostrato il cellulare e era nel dubbio se aspettare che rispondesse per poi continuare o se continuare subito a scrivere. Decise di aspettare, ora era anche leggermente imbarazzata.
 
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CAT_IMG Posted on 8/4/2015, 10:16     +1   -1


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ho commesso una GRAVISSIMA disattenzione. sono costernato e chiedo umilmente il perdono. Jubei, infatti, parla di se in TERZA persona, e non i prima, cosa importantissima dal punti di vista della psicologia del personaggio, modficherò al più presto tutti i miei post, e ti chiedo di nuovo umilmente scusa per questa madornale distrazione
:inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino: :inchino:


Jubei

qualcosa che nessuno sa cos'è. Jubei capiva abbastanza cosa voleva dire avere qualcosa e non avere nessuno che riusciva a venirne a capo. da quel punto di vista, erano molto simili, cosa che fece fare un sorrisone a Jubei. comunque era già qualcosa, le andava bene. in quel momento le venne un'idea molto azzardata, ma del resto "tutte" le idee di Jubei erano azzardate.. qui dentro è allegro quanto un cimitero.. Jubei ti porta a fare un giro per l'ospedale! conoscerai molte persone e scoprirai molti posti nuovi non sapeva perchè, ma per Jubei il mistero, l'esplorazione e le novità erano una manna.. vieni, se sarai con Jubei, nessuno si arrabbierà, perchè Jubei ha un cercapersone tutto suo.. lasciò un foglietto scritto "Yuricchi è con Jubei" e prese la mano della ragazza, partendo in stile rompighiaccio, ignorando ogni tipo di eventuale resistenza alla stramba idea che Giglia avrebbe potuto opporre.. non era un caso che Jubei fosse soprannominata da molte infermiere una Tom Sawyer in gonnella...
 
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CAT_IMG Posted on 8/4/2015, 19:51     +1   -1

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Giuro che l'avevo notato nel post precedente ma poi nel rispondere mi è passato di mente di chiedere XD


Giglia

Fu colta completamente alla sprovvista dalle parole e della presa di Jubei, l'osservò quasi incredula mentre scriveva il biglietto per poi lasciarsi prendere la mano e tirare via dal silenzio e malinconia della sua stanza. La calda ma infantile e imbarazzante tuta non era esattamente un outfit adatto a fare altre nuove conoscenze, ma infondo erano in un ospedale e poi per lei era praticamente impossibile resistere a tutto quel entusiasmo. Dietro si portò solo il cellulare, più in caso dovesse "parlare" che per chiamare.
Fino a qualche minuto prima non avrebbe mai pensato di finire per correre nel corridoio tirata da una appena conosciuta ragazza, non amava le sorprese ma infondo non era male; forse Improvviso, imbarazzante, pericoloso ( solo perché il medico le aveva detto di non fare sforzi ma non le importava molto ) ma non noioso, anzi un piccolo sorriso si faceva largo fra le sue labbra ormai serrate da troppo tempo.

Edited by Giglionero - 8/4/2015, 22:57
 
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CAT_IMG Posted on 22/4/2015, 13:14     +1   -1


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Jubei

la ragazza non faceva alcuna opposizione, in effetti era comunque improbabile che Jubei consederasse anche solo per un istante una qualsiforma di resistenza alla sua iniziativa.. lei stessa ridacchiava molto divertita e spensierata, mentre percorreva i vari corridoi. l'andatura rallentò un po', non c'era alcun bisogno di correre per tutto il tempo, o si sarebbero stancate molto presto. Jubei conosceva a menadito la pianta di tutto l'ospedale, anche se ogni tanto la sua sbadataggine le giocava qualche brutto tiro, e in breve erano alla hall, dove l'infermiera salutò le ragazze. non era allarmata, segno che queste "escursioni" fuori programma di Jubei non erano esattamente "fuori programma", ma piuttosto la norma. il traffico di dottori (che la salutavano felici) e pazienti/visitatori (che la guardavano parecchio incuriositi) era sempre molto elevato hai visto quanta gente che c'è qui? e tu la rinchiusa in quella specie di scatola. Jubei ti farà conoscere molti posti e molta gente. e non sarai mai sola. promesso! l'ultima frase, l'ultima parola erano dette molto seriamente, anche se sempre con il sorriso sulle labbra, segno che teneva molto alle persone attorno a lei. non ci aveva fatto caso, ma erano ancora mano nella mano, e nel frattempo erano arrivate in una grande sala di aspetto, dove file di sedie, piene per metà, offrivano un punto di riposo per chi veniva li per i svariati motivi. li vicino un capanello di quattro cinque ragazze, due erano certamente infermiere, le altre inservienti, chiamarono l'attenzione di Jubei ciao Jubei, vedo che hai trovato una nuova amica! che ne dici se passi già in mensa pià tardi? prepariamo un bel pranzetto sia per te che per..... l'occhio esperto si era accorto da un pezzo del bracciale di Giglia, e leggerne il nome fu una questione di istanti ....Giglia. continuò. Yuricchi! gridò allegramente Jubei, a sottolineare il soprannome che la ragazza aveva ricevuto. va bene, Jubei e Yuricchi saranno presenti! si allintanarono, e Jubei si rivolse alla sua compagna: vedi? ci sono tante cose da scoprire qui fuori!
 
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CAT_IMG Posted on 23/4/2015, 20:52     +1   -1

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Giglia

Si sentiva come una foglia portata dal vento, non una brezza primaverile ma un caldo e instancabile vento estivo, di quelli che tengono alti gli aquilani sulle spiagge.
Era sorprendente come tutti, persino quelli che non le salutavano, sembravano conoscere Jubei, forse era normale dopo un anno ma sicuramente il carattere estroverso aiutava. Doveva imparare da lei, poco ma sicuro. Infermiere, medici, pazienti e altre persone passarono davanti a lei, qualcuna studiò anche lei oltre che Jubei, era visibilmente in imbarazzo e un po' a disagio, non aprì bocca ( nemmeno se poteva l'avrebbe fatto ) anzi istintivamente quando ci fu l'invito a pranzo si nascose un po' dietro jubei, strano istinto dato che la ragazza, come le infermiere e il resto, era ancora una conoscente. Una conoscente però non ti promette che non sarai più sola... Stava accadendo tutto troppo in fretta, qualsiasi cosa stesse accadendo. Solitamente persone così estroverse e volenterose di trascinare ( nel vero senso della parola ) gli altri con loro non le piacevano, le evitava a pelle, ma Jubei aveva qualcosa di dolce, allo stesso tempo infantile e materno, qualcosa che non si sentiva affatto di rifiutare, anzi l'idea di abbandonarcisi dentro era sicuramente piacevole.
Annuì alle ultime sue parole, mostrando un flebile sorriso. Si accorse di stringerle ancora la mano, per un attimo i suoi occhi caddero sulla loro stretta per poi distogliersi e fissare un punto vuoto imbarazzati, arrossì leggermente ma non lasciò la presa. Un piccolo brivido, lieve e tiepido, le percorse la schiena, realizzò che da anni non toccava qualcun altro, almeno volontariamente. Non che ci fosse qualcosa di speciale ma il rossore sulle guancia si fece ancora un po' più marcato.
Le pareva tutto così strano, non sapeva come altro definirlo, di certo l'aver incontrato Jubei non è stato un incontro normale, nessuno a prima vista l'aveva mai tratta così. Era sorpresa, sotto la chioma bianca aveva un mucchio di pensieri ma, più di tutto, era sicura di ammirarla già.
 
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CAT_IMG Posted on 29/4/2015, 20:13     +1   -1


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Jubei

Solo una cosa poteva, in quel momento, bloccare Jubei, o perlomeno rallentarla: non di certo la stanchezza, quella ragazza sprizza energia a 360 gradi, ma, complice anche un po' l'orario che incalzava, era la fame. Jubei è un pozzo senza alcun fondo o limite, e la cosa viene messa in evidenza in situazioni come questa: appena finito di parlare a Giglia, che il suo stomaco espresse con disappunto tutto quel tempo passato senza nemmeno uno spuntino o un boccone, costringendo la innocente ragazza a cambiare piani o a darsi, finalmente, una leggera calmata.

visto l'orario, vuoi fermarti da qualche parte, in attesa che il pranzo sia pronto? Sarai stanca, Jubei ti ha fare un tour senza fermate, ma Jubei è sicura che ti è piaciuto.. L'ottimismo della ragazza era a dir poco incrollabile, a prova di bomba, e come al solito, non attese qualsivoglia risposta, ma prese la sua compagna e, stavolta molto più tranquillamente, a passi più lenti e misurati, condusse Giglia in una sala d'aspetto li vicino. Era un posto molto ordinato, e ovviamente pulito. Fece sedere la ragazza vicino a una vetrata che dava sul giardino interno del complesso, che ogni tanto anche lei aiutava a curare, quando non era impegnata. Controllò il suo cerca persone, notando l'assenza di alcuna chiamata: o il biglietto aveva avuto il suo effetto: essere a spasso con Jubei voleva dire essere reperibili all'istante: bastava seguire il baccano che la seguiva... Oppure nessuno l'aveva cercata, e a ciò Jubei stessa un po' si rattristò. Non poteva saperlo, ovviamente. Si rivolse a Giglia, la sala tra l'altro era piccola e, escluse loro due, deserta. Garantiva un po' di intimità, ma non quel senso di reclusione che invece era proprio di una normale camera ospedaliera. Le sorrise, senza dire nulla, poi si lasciò andare sulla seggiola, chiudendo gli occhi.. Pensierosa...
 
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