questo club è uno dei più numerosi. chiunque sia appassionato di musica, per un motivo o per l'altro, ne fa parte. dalla classica a quella elettronica, ciò che gli accomuna è la passione per le note e gli strumenti musicali. persino un paio di secchioni di matematica ne fanno parte, vista la forte affinità con la musica della loro materia preferita..
PROLOGOSono trascorsi sei mesi. Addirittura sei mesi, normalmente si potrebbe pensare. Ma dentro di se, quello che sentiva era
appena sei mesi. In realtà non aveva prefettamente idea di quanto tempo fosse passato, non le importava, e qualunque quantità, che si misurasse in giorni, mesi, o anche anni, era sempre insufficiente a prescindere. ma anche se lei non lo considerava, il Tempo era stato implacabile: quella che molti consideravano una bellezza eterea, irraggiungibile e ultraterrena, era diventata più il fantasma della sua stessa ombra. Anche lei ci aveva messo del suo: reclusa in casa, come una hikikomori, non parlare con nessuno, mangiare solo quando i morsi della fame erano troppo forti.. perchè la sua mente non riusciva ad accettare la realtà, non riusciva a separarsi dai ricordi, a lasciarli andare. non dimenticarli, ma sapere che, nel bene e nel male, era parte di lei e che la aiutavano a diventare una persona megliore.. e allora i Ricordi si vendicarono. Le sue emozioni la colpivano come onde anomale, distruttive e implacabili: senza alcuna pietà, frustandola, spezzandola sia nel corpo che nell'anima, e infine, trascinandola inesorabili nel freddo, buio e infinto abisso chiamato: disperazione, da dove non vi era più ritorno possibile. Tornare indietro da quell'incubo, era impossible. Perlomeno, era impossible tornare ad essere quelli di
prima. prima di cadere nell'oblio. era come se una nuova persona nascesse da quel grembo nero, freddo e terrificante. In tutto quel tempo, la cascata di morbidi, fluenti capelli argentei aveva perso la sua disciplina, e senza il pettine e la cura amorevole, erano tanti serpenti, senpre litigiosi, sempre in lotta tra loro. Gli occhi, accessi di intelligenza e percorsi quasi da scariche elettriche in quel blu brillante come zaffiro, a causa delle troppe lacrime erano scoloriti, macchiati, spenti e senza più voglia di vivere. non intendevano vedere più nessuno, quindi non importava come fossero. così come non avevano visto nessuno negli ultimi sei mesi. quello era il monotono programma della giornata, delle giornate che si susseguivano tutte uguali, nella sofferenza.
Ma non oggi
Non quel giorno
Quel giorno, era diverso.
Forse, il non sentire nulla per tutto quel tempo anche le sue orecchie erano intorpidite, e ora le giocavano brutti scherzi, ma era cerca di aver sentito la porta della sua stanza aprirsi. No, non era il termine corretto: sradicare, abbattere, erano i termini più adatti
PER QUANTO ACCIDENTI HAI INTENZIONE DI STARTENE LI A PIANGERTI ADDOSSO COME UNA BAMBINA VIZIATA?? effettivamente
qualcuno era entrato, e in qualche maniera quella voce, femminile, le era famigliare. Il nome che quella voce doveva richiamare era ancora incastrato tra l'ingorgo di ricordi tristi e sentimenti strappati, quindi non lo riconobbe immediatamente. Respirare le divenne leggermente più difficile: sdraiata supina sul letto, quella figura, che ora più vicina poteva indicare come una ragazza (una
donna!) una vocina da chissà dove nella sua mente, come un faro, corresse la rotta dei suoi pensieri, si era messa a cavalcioni sopra il suo basso ventre. Stava cercando di capire perchè e percome sapesse che quella che sembrava una ragazza della sua età aveva in realtà da poco passato i quarant'anni, che il freddo delle sue mani le invase le guance:
SVEGLIATI SCEMA CHE NON SEI ALTRO!, il freddo le entrava inesorabile, senza incontrare resistenza. E senza preavviso, divenne INCANDESCENTE! lo schiaffo fu improvisso e violento. allora altre emozioni, forti e invasive, che erano solo rimaste sopite, tornarono suonando la carica: paura, sorpresa, stupore, tensione, odio! l'adrenalina tornò a scorrerle nelle vene dopo tanto tempo, facendo gli stessi danni di un monsone dopo una siccità asfissiante: il suo corpo era nel panico più totale, ciò che regnava era la Confusione. allora anche il nome le venne finalmente in mente: AKANE! e sapeva anche che colei che rispondeva a quel nome era la sua Professoressa. più una confidente che una prof, ma la sua reputazione fu abbastanza a farle aprire gli occhi, a spalancarli, accogliendo la luce del sole vivo
io.. cos... cosa ci fai tu QUI? farfugliò, dapprima insicura, poi anche parlare le divenne subito più semplice.
sono qui a buttare fuori casa una Hikikomori! a calci se necessario! le parole non erano a vuoto. sapeva che lo avrebbe fatto
seriamente se fosse stato necessario..
guardati! sei uno straccio. no uno straccio ha più dignità di te! come ti sei ridotta! la ragazza si alzò di scatto, impattando sul corpo di Akane, la quale non si scompose, e si guardò attorno, spaventata
hikikomori? chi? dove? come se fosse un serial killer o qualcosa del genere.. un colpo con le nocchè impattò con il suo cranio, dandole una fortissima scossa di dolore, facendole portare le mani a massaggiare la zona colpita
TU, chi sennò? si alzò infine dal letto, ma assieme, afferrò il braccio della ragazza, una presa forte come una tagliola dentata, e la tirò a se, costringendola ad alzarsi. perlomeno sta ancora in piedi da sola, pensò la professoressa. non opponeva resistenza. sapeva che era inutile con lei. la portò a forza nel bagno, dove una vasca di acqua rovente la aspettava, la spogliò con mosse esperte, e senza troppi complimenti, la buttò in acqua. il tuffo fu inaspettato tanto quanto lo shock termico che la sua pelle, già delicata nel momenti di splendore, subì a contatto con l'acqua: risalì sputacchiando e divincolandosi, in preda al panico, cercando di riguadagnare una posizione meno pericolosa dello stare "sott'acqua". Appena ci riuscì
MA SEI IMPAZZITA?!? le urlò di rimando, almeno l'esperienza aveva finalmente risvegliato la sua personalità sopita
e poi come fai ad essere tu qui! potrei farti arrestare per violazione di domicilio! e aggressione anche! passeresti un bel mucchio di tempo in prigione! era fuori di se. tutto quello che non aveva fatto o pensato degli ultimi sei mesi le stava piombando addosso tutto assieme, senza alcuna protezione
e chissene frega! fece spallucce Akane, infischiandosene delle minacce, o presunte tali
farei questo e altro per i miei studenti.. il tono si abbassò diventando più sadico
e poi ho miei medoti... si avvicinò alla ragazza, e la ributtò sott'acqua, con la seguente marea di schizzi e tracimazioni che ne seguirono. Quando anche stavolta riemerse sputacchiando e sbuffando, vide che il suo sguardo non era "odio" ma pura ostilità.
non sei ancora risollevata da quello che è accaduto vero? un tono insolitamente dolce e comprensivo uscì dalle sue labbra. non ottenne risposta.
Akane sospirò.
Sei mesi prima...gli invitati sarebbero arrivati di li a poco, e lei stava per indossare il vestito che suo padre le aveva regalato. poteva essere mancato per anni dalla sua vita, ma sapeva ancora come farla felice, nonostante tutto. la sua vita, sia scolastica che personale, stava decollando: un forte sentimento la legava a quella piccola ragazza che era riuscita in 3 giorni a fare quello che altri non erano riusciti in 15 anni. e suo padre era finalmente deciso a riprendere il rapporto tra loro due, mandando, per una volta al diavolo il suo lavoro. non erano le 18:40 quando il suo maggiordomo bussò alla porta. Conosceva abbastanza il suo personale, e le bastò un'occhio per capire che qualcosa non andava. in genere Boris, e Ivan, le uniche presenze maschili in quella villa, sapeva gestire da soli ogni evenienza e problema. se richiedevano la
sua presenza.. voleva dire che era qualcosa di veramente grave.
Milady, la prego di cambiarsi. la macchina la sta aspettando. è urgente. per la prima volta in venti anni, sentì qualcosa di simile ad un'emozione che riusciva a spezzare la voce pacata e calma dell'uomo. benchè fosse lei la padrona di casa, sapeva che una richiesta del genere aveva una certa importanza, e si fidava abbastanza che, con un gesto, le sue ancelle le cambiarono immediatamente il vestito e le prepararono un abbigliamento più anonimo. scese di corsa, effetivamente una berlina la aspettava. salì di corsa e la macchina partì rapidamente. nella villa, altri rapidi ordini vennero dati in quel momento: una seconda auto uscì infatti di li a poco. il tragitto non fu lungo, e si fermarono proprio in prossimità di una gran folla di persone, proprio nel mezzo di uno degli incroci della città. Trasalì. i lampeggianti delle ambulanze e dei pompieri le ferivano li occhi, ma si fece comunque largo nella folla.
XA! si girò immediatamente. era Jackson, un suo sempai dell'università. lo aveva salutato giusto il giorno prima, ma anche stavolta notò il tono serio: cosa stava succedendo? lui la prese, senza dire nulla. il ragazzo era più robusto, e in breve aprì la folla come un coltello rovente nel burro. in mezzo vi era uno spiazzo: un 'incidente stradale. un grosso SUV girato su un fianco, fortemente danneggiato sul cofano, alcuni pompieri che lavoravano per estrarre l'autista, che a quanto pare era ancora lucido. sono quando l'occhio corse lungo la seconda auto, il tempo, in quell'istante, si fermò. si dimenticò anche di respirare, immobilizzata dal terrore. conosceva quella auto, o quello che ne restava..
no.... no.. no. NOOOOOO!!! una bomba atomica non avrebbe fatto tutti quei danni. esplose, cercando di correre verso la carcassa dell macchina, ma Jacson, e altri tre tra poliziotti e pompieri la bloccarono. in quattro riuscivano a malapena a trattenerla. era furiosa, spaventata, disperata. un altro pompiere accorse al trambusto chiedendo chi fosse. fu Jackson a rispondere, e l'uomo annuì, comprensivo. ma dovette ancora dare la notizia più brutta: erano morti tutti e tre. il SUV; a confronto della macchina, era come un acarro armato.. il conducente non aveva rispettato il semaforo, e a forte velocità aveva impattato, distruggendola, sulla macchina. la ragazza si girò verso il suo sempai, assestando un violento pungo a martello sul suo busto,
PERCHE'?? sentì il rovente calore delle lacrime bagnarli il vestito. la ragazza stava piangendo. come non aveva mai fatto prima d'ora. poco dopo, un uomo, con due occhi glaciali, identici a quelli della ragazza, gli strinse il braccio. Non ebbe bisogno alcuno di chiedere chi fosse. Laciò che la prendesse e, lentamente, la portasse via da quel luogo così triste.
pochi giorni dopo, vi furono i funerali. la ragazza era diventata più uno spettro, che una persona. gli occhi vaqui e inespressivi, il volto senza alcuna emozione. non sembrava che capisse dove fosse realmente. a quanto pare, la maledizione della sua famiglia, che tende a distruggere traicamente ogni momento bello della loro vita, si è fatta ancora sentire. l'intera classe era presente. cosa assai rara. e tutti i professori del corso al quale la giovane vittina si era da poco iscritta, lo stesso che lo
spettro frequentava. fu sempre Akane ad accompagnarla, e la professoressa alla fine della cerimonia scambiò anche alcune parole con il padre, probabile fu in quel momento che la donna ebbe accesso alla villa. due mesi dopo, anche il padre tornò in Russia, dove, purtroppo, gli affari lo attendevano. avrebbe voluto restare di più, ma in qualche modo, capì che non era in suo potere far tornare la serenità alla figlia, così duramente colpita dal destino.
Akane era in parte arrabbiata, in parte era consapevole di quello che la ragazza passava
devi riprendere il contatto con il mondo bambina! ottenendo come risposta uno sbattere degli occhi piuttosto ostile
e io so come fare.. per me il mondo non esiste più.. sai, mia sorella, è andata in maternità. le rispose ignorandola
non era previsto, ma a quanto pare i medici preferiscono tenerla sotto osservazione. è sempre stata di salute un po' cagionevole.. comunque, ritornò all'argomento principale
era prfessoressa di un'istituto superiore, insegnava musica. sapeva benissimo che la ragazza era appassionata nonchè abile musicista
il supplente lo han trovato subito. il vero problema, è che era la responsabile del club di musica, e purtroppo il nuovo insegnante non ha le competenze per svolgere quell'incarico. quindi.. non le ho nemmeno io. non sono laureata, tantomeno in psicologia o quello che serve. la donna sorrise. la sue mente stava tornando lentamente quella di un tempo
tu, no. stavolta, e lo sapeva per esperienza, quel sorriso non avrebbe portato nulla di buono..
io si.. dammi qualche giorno che mi sistemo... hai capito male bellezza. perchè credi che ti abbia buttato nella vasca? perchè sei sadica! beh, si, certo... ammise orgogliosa..
ma io, cioè, tu, inizi domani mattina.. la ragazza si lasciò andare, stavolta da sola, sott'acqua. non la sopportava. proprio no.
Xanasvegliarsi presto dopo aver praticamente dormito mezzo anno fu un trauma. eppure in qualche modo riuscì ad arrivare persino in anticipo. Akane invece già la aspettava. la presentò al preside, fecero le solite prediche, compilarono qualche scartoffia, e, se ufficialmente era Akane ad essere la responsabile del club di Musica, in realtà lo sarebbe stato lei, a ricoprire un ruolo che non aveva la minima idea di come di svolgesse. il preside la rimpì di consigli: essere attiva, propositiva, attenta ecc ecc.. insomma, le solite cose. e soprattutto, rendere gli appartenenti al club orgogliosi di farne parte. questa ultima frase la rese un po' perplessa.. i club iniziavano poco dopo. vestiva in modo pià formale possibile, pensò di aver preso un granchio, vedendo tutti gli altri così casual. immancabile la sua fascia che copriva interamente il collo, aveva un abito che era un filo troppo aderente, ma comunque adatto a quello che poteva essere una professoressa, o almeno un'educatrice. entrando nel club, il direttore, la presidente del consiglio studentensco, e lei stessa, fecero la loro prima comparsa sul palco della classe. in effetti era un vero e proprio palco, dove i ragazzi suonavano o anche cantavano. non era raro che il club collaborasse con quello del coro e quello del teatro per questo o quel progetto.. iniziò subito il direttore:
la Presidente del Consiglio Studentensco intende dirvi qualcosa! tuonò, per poi ritirarsi, lasciando che una ragazza dell'ultimo anno prendesse la parola
ciao a tutti! un esordio molto differente
come sapete la professoressa è in maternità. le facciamo gli auguri, ma purtroppo per tutto l'anno non sarà più possibile per lei seguire questo club. quindi, vi presento la vostra nuova coordinatrice: la signorina Roxana Zarevina! venne presentata come se fosse alla consegna dei premi Oscar, o qualcosa del genere.. di colpo Xana si ritrovò al centro dell'attenzione di tutti, e per la prima volta, in vita sua, si sentì dannatamente in imbarazzo..
ciao ragazzi cercò comunque di non essere troppo formale almeno nelle parole..
abbiate cura di me per questo anno.. riuscì a dire, prima di bloccarsi completamente. si voltò, il direttore e la ragazza si erano volatilizzati. era stata incastrata. si girò di nuovo, sorridendo.. cercando si mostrare della sicurezza che non aveva.. accidenti, la vecchia Xana avrebbe messo in riga tutti quei ragazzi in un battibaleno.. lei invece.. non aveva nemmeno idea di dove iniziare..
spero che ti piacciano i papiri perchè questo post mi è venuto un filo lungo.. XD
il prologo, non esattamente felice, è la mia chiusura di una role precedente.. diciamo che non ho voluto avere trascorsi di alcun genere e liberare definitivamente la ragazza per nuove esperinze.. XD
ho messo questo club perchè da appassionata, sono certo che la tua pg non può non farne parte ^^