Yuri's Heart ~ GDR Yuri, Manga, Hot & Soft Yuri

Casa di Reiko Murakami

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Steppy-chan
CAT_IMG Posted on 27/11/2015, 21:10     +1   -1




Reiko Murakami
La dimora di Reiko o, come ama chiamarla, la sua tana è degna di tale nome. Monolocale all'ottavo piano di un condominio in centro città, questa abitazione è composta unicamente da tre stanze, percorse da un corridoio laterale. All'ingresso c'è il locale cucina, in cui si fronteggiano un divano e un tavolo di legno circolare. Sulla parete frontale ci sono le mensole, il lavabo e i fornelli, con tanto di frigo, bollitore e forno a microonde. A sinistra c'è il corridoio, che dà accesso al bagno e alla camera da letto, mentre a destra un balcone che percorre tutta la lunghezza dell'appartamento. Il bagno è modesto quanto comune: sanitari di base, una doccia e un ampio specchio sopra il lavandino. La stanza di Reiko è invece un'altro discorso: lo spazio lasciato libero dal futon e dall'armadio e interamente coperto da libri, manga, riviste, CD e vari aggeggi elettonici, fra cui un a TV, un portatile, uno stereo e una pistola per i tatuaggi. Ciò crea una sensazione claustrofobica, che viene parzialmente mitigata dai vivaci disegni appesi alle pareti. Dal bancone, diviso con delle ringhiere da quelli adiacenti, è possibile assistere all'assordante e multiforme traffico cittadino. Appena sotto casa ci sono infatti numerosi negozi e uffici.
 
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Steppy-chan
CAT_IMG Posted on 16/12/2015, 23:24     +1   -1




Reiko Murakami
Quando il telefono prese a squillare, Reiko si limitò a un basso brontolio. Era stata una mattinata odiosa, di quelle che fanno desiderare giorni da quarantotto ore. L'università? Un autentico strazio: d'accordo che era al primo anno, ma ancora non riusciva a capacitarsi della morbosa attenzione che veniva riservata alle opere di quei tizi riccioluti di duemila anni prima. Saranno anche stati dei fenomeni e nessuno lo negava, ma bisognava andare avanti gente, su! Piuttosto che tenere lezioni su ciò che poteva apprendere in qualsiasi biblioteca, avrebbe preferito che le insegnassero ciò che non sapeva fare. Tipo creare sculture, le varie tecniche di pittura o boh, la falegnameria and so on (così in futuro ciò che aveva imparato poteva servigli per trovare un lavoro). Altro che la differenza fra colonne ioniche, doriche e corinzie... Senza contare che quel tempo lo stava pagando profumatamente. Profumatamente per lei, è ovvio: cioè per gli standard di una che lavorava un giorno no e l'altro neppure e quello dopo se Kami-sama lo permetteva. Fu proprio quella preoccupazione a spingerla a tirarsi in piedi di malavoglia e arrancare sbadigliando fino all'angolo cucina, sopra il cui forno a microonde aveva lasciato il cellulare. Per quale motivo poi lo lasciava sempre lì, non ne aveva la minima idea. Soffocando un secondo sbadiglio, impugnò l'aggeggio e accettò la chiamata, rispondendo con voce impastata.
Moshi moshi? Qui parla Reiko Murakami.
Mentre parlava, gettò un'occhiata al forno a microonde. Il display segnava l'una del pomeriggio. Neanche un'ora di sonno aveva potuto concedersi, da quando era tornata. Senza dimenticare che cominciava ad avere un certo languorino...
 
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CAT_IMG Posted on 17/12/2015, 01:52     +1   -1
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In fin dei conti sono pur sempre una ragazza, io! Non posso alzarmi con un capriccio in testa? Nessuno me lo vieta. Ebbene sì, signori e signore, questa mattina mi sono alzata con una strana idea nella testa: visto che non ci avevo mai pensato, volevo che qualcuno provasse a farmi un ritratto. Non avendo molti amici a cui chiedere, e comunque nessuno era bravo in quel campo, avevo però bisogno di qualcuno che potesse farlo in maniera divina. Sì, sono poco vanitosa... Ma partendo dall'inizio, questa idea mi era passata per la testa già ieri quando avevo visto su una bacheca un volantino che parlava di una ragazza brava a fare i ritratti, con tanto di numero. Ci avevo riflettuto un po' su e alla fine, questa mattina, avevo deciso di chiamarla. Mattina si fa per dire, mi ero alzata da poco ed era quasi l'una di pomeriggio. Dunque agguantai il telefono e composi il numero, che avevo scritto su un foglietto, e rimasi in attesa mentre il telefono squillò. Ci mise un po' a rispondere, tanto che all'inizio avevo temuto di aver sbagliato ad appuntarmi il numero oppure che fosse fuori casa, dato che era il numero di un telefono fisso. Ma alla fine qualcuno dall'altra parte alzò la cornetta.
Pronto? Ciao, scusami se ti disturbo! Sono Chisato Chiba, chiamo perché vorrei fissare un appuntamento per un ritratto... le dissi, con voce sicura ma non troppo squillante perché mi ero alzata da poco e dovevo ancora svegliarmi del tutto.
Per caso sei libera più tardi, questo pomeriggio? continuai. Dopotutto io non ho mai niente da fare ma la maggior parte della gente non era come me e per questo dovevo chiedere.


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Steppy-chan
CAT_IMG Posted on 17/12/2015, 21:51     +1   -1




Reiko Murakami
Ascoltò la voce femminile dall'altro capo, immaginandosi a chi potesse appartenere. Fra i libri che aveva letto e film che aveva visto c'erano personaggi così brillanti da intuire l'età e il carattere di una persona semplicemente parlandoci al telefono. Beh, questo discorso non funzionava con lei. La sua interlocutrice era sicuramente di sesso femminile, con più di tre anni ma meno di novanta, ma per il resto chi lo sa. Da una parte quello che udì la mise sull'attenti: nello fiutare un possibile guadagno nei suoi occhi sarebbe potuto comparire (come nei cartoni animati) il simbolo del dollaro o dello yen. Tuttavia, quel giorno non scoppiava esattamente di voglia di fare, per cui forse nel replicare non vi mise tutta questa determinazione. Finse mentalmente di consultare un'agenda (che comunque sarebbe risultata semi vuota), arrivando anche a mimare il gesto con la mano libera. Per chi lo stesse facendo poi, lo ignorava pure lei.
Ma che disturbo e disturbo, mica ti devo dei soldi... Comunque, sei nel posto giusto o almeno lo sarai fra poco. Mhm... questo pomeriggio dici? Vediamo...
Inserì nel discorso una pausa significativa.
Ecco, per le quattro sarei libera. Abito in un condominio in centro: il mio indirizzo è...
...e voilà l'indirizzo. Fissando l'appuntamento alle quattro, avrebbe avuto il tempo di concludere il pisolino, di mangiare un boccone o due e di rendere la tana vagamente presentabile.
Allora le va bene, Chichichan?
Ed ecco la sua vecchia abitudine, risalente dagli scapestrati tempi del liceo, di affibbiare degli strani nomignoli a dei perfetti sconosciuti. Più di una volta questo modo di fare l'aveva fatta mandare a quel paese da un cliente, ma lei era fatta così. Il detto non diceva forse conosci te stesso e il tuo avversario e vincerai sempre? Magari il proverbio non era proprio quello e magari era anche fuori contesto, ma nella sua mente calzava alla situazione a pennello. Attese dunque la conferma della misteriosa Chichichan.
 
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CAT_IMG Posted on 22/12/2015, 01:39     +1   -1
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Uhm, sembrava un tipo abbastanza particolare, così, a naso direi. Non che mi dispiacciano le persone così, anzi, sono quelle dalle quali potrai imparare sempre qualcosa di nuovo e io adoro scoprire cose nuove. Tutto torna. Forse un po' meno il nome con cui mi ha chiamato, suonava molto strano e... strano. Già, non sono abituata ai nomignoli, soprannomi e robe del genere quindi mi aveva lasciato un attimo interdetta, anche se non lo dimostrai. Attesi che lei mi dicesse l'ora, in silenzio.
Alle quattro di oggi, dici? Bene, io sono sempre libera, quindi considera preso questo appuntamento. dissi, con voce cordiale. Poi lei mi diede il suo indirizzo e me lo segnai su un foglietto di carta che avevo lì a portata di mano.
Va bene, allora ci vediamo più tardi! Ciao e grazie ancora. li dissi, prima di riattaccare il telefono. Bene, avevo ancora moltissimo tempo per decidere come truccarmi, che cosa indossare e tutte quelle cose lì, E dovevo anche pranzare! È vero, accidenti, stavo per dimenticarmene. Mi preparai qualcosina, giusto per non fare tutta la giornata a stomaco vuoto, poi iniziai a prepararmi. Alla fine mi ero vestita in maniera abbastanza "normale", con una maglietta rossa, senza maniche, orlata di nero sul petto e con tre bottoni dorati sul busto, una giacchetta nera, corta e molto elegante, e infine una gonna, sempre nera, più o meno corta con tanto di collant in tinta. I capelli lunghi e verdi erano sciolti e svolazzavano a destra e a sinistra con fare armonioso al ritmo dei miei passi mentre mi dirigevo con qualche minuti di anticipo verso l'indirizzo che mi aveva detto qualche ora fa. Arrivai circa 5 minuti prima, mi piaceva essere sul luogo in tempo piuttosto che in ritardo. Al ché suonai il citofono e rimasi in attesa della risposta dall'altro capo. A quel punto avrei risposto con un semplice Ciao! Sono Chisato, quella del ritratto!, attendendo che lei mi aprisse il portone per poi entrare e salire fino al suo appartamento

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Eccomi, sorry per il ritardo xD Le cose mi inseguono :ommmg:
 
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Steppy-chan
CAT_IMG Posted on 23/12/2015, 01:32     +1   -1




Per sta volta ok, ma la prossima niente stipendio :D


Reiko Murakami

Allora see you later!

Quell'espressione andava bene se bisognava incontrarsi di lì a breve? E che importanza poteva avere: tutti sapevano che l'inglese è un'opinione, no? Dopo aver ricevuto conferma, chiuse il cellulare e lo rimise dove l'aveva trovato. Dopodiché fece un salto in camera, dove si mise a frugare fra l'amalgama caotica per trovare un foglietto adesivo e una penna. Appese quindi un messaggio al frigo, sintetizzando il contenuto della chiamata. Un'agenda sarebbe forse stata più pratica, ma sarebbe anche stato un ulteriore arnese da tenere in ordine. Come stabilito, si diresse di nuovo verso il tanto amato divano. Non si prese la briga di puntare la sveglia: tanto quanto avrebbe potuto dormire?

***

Due ore e mezza più tardi, di svegliò di soprassalto. Rendendosi vagamente conto del ritardo, si alzò per trovarne conferma. Le tre e mezza: le rimanevano appena trenta minuti. Erano migliaia di secondi, ma meglio non prendersela comoda. Ergo, prese a correre come una forsennata. Arraffò dal frigo dei cibi precotti, che in seguito ingurgitò senza quasi masticare, per poi lavarsi i denti (o meglio, spalmarci sopra un po' di dentifricio). Infine, s'infilò sotto la doccia... dimenticandosi dell'accappatoio in camera e dovendo quindi uscire a prenderlo come mamma l'aveva fatta. Aprì i cassetti dell'armadio e s'infilò quello che le capitava sotto tiro: blue jeans, maglietta e una felpa bianca sformata. Non provò neanche a pettinarsi, sapendo che era una causa persa. Tornata in cucina assieme al materiale base da ritrattista (fogli, treppiede smontabile e un set di pastelli e carboncino), si dedicò a donare all'ingresso una parvenza di rispettabilità'... o almeno, quella era la sua intenzione. Il campanello suonò invece in anticipo, costringendola ad abbandonare i piatti nel lavandino e a lasciare la tavola semiapparecchiata.

Sì?
Ciao! Sono Chisato, quella del ritratto!
Ciao, sali pure!

Aprì quindi la portone del condominio, approfittando di quel prezioso lasso di tempo per compiere un ultimo intervento disperato al disordine. Quando udì i passi di Chisato sul pianerottolo, spalancò la porta dell'appartamento.

Benvenuta... mormorò un po' frastornata.

Aveva i capelli verdi. Non che lei giudicasse gli altri per come si tingevano (non poteva fregargliene di meno), ma non poteva negare che faceva un bell'effetto. Per il resto, Chisato era piuttosto elegante, con quel matrimonio di rosso e nero che si intonava così bene con il colore dei suoi capelli e dei suoi occhi. Il che non era necessariamente un bene: di solito i cliente privi di senso estetico erano quelli più facili da gestire, visto che si accontentavano di tutte le scemenze che gli rifilavi. D'altro canto, Reiko doveva ammettere che le piaceva potersi mettere alla prova con gente di stile. Si fece dunque da parte, per lasciare entrare l'ospite. Le scarpe accanto al tappetino erano ben visibili, quindi sperò che le notasse e si togliesse le proprie, dato che avere un pavimento pulito era l'unica regola su cui non transigeva. Una volta dentro, le avrebbe teso la mano: alla maggioranza della gente non piaceva, ma trovava che fosse un'abitudine carina. Sempre meglio di quei dannati inchini: aveva ancora maldischiena per tutte le volte che si era dovuta flettere, per le vie del suo villaggio natio.

Scusa il disordine, ma ho avuto un po' da fare.

Balla pazzesca e non tanto credibile, visto che aveva ancora i capelli umidi di doccia, ma non stava mica rispondendo a un interrogatorio.
 
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CAT_IMG Posted on 30/12/2015, 00:11     +1   -1
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Chisato Chiba21 anni - Single - Capricorno - Ricca - Bisessuale»SCHEDA
Quando mi aprì la porta vidi per la prima volta la ragazza con cui avevo parlato al telefono poco fa: sembrava che si fosse svegliata da poco o comunque che avesse dormito poco. Aveva ancora i capelli un po' bagnati, segno che si era appena fatta la doccia e indossava dei vestiti piuttosto normali. La casa era un po' in disordine ma niente di così eclatante, avevo visto ben di peggio. Guardando come mi ero vestita e messa in tiro avrei potuto sentirmi un po' fuori posto, se solo non fossi stata io. Io non sono mai fuori posto, è il posto che si deve adattare a me. In linea di massima però non mi dispiaceva troppo quel posto, ogni tanto cambiare fa bene. Dunque entrai e mi tolsi le scarpe, cosa che faccio di solito anche a casa mia, visto che odio sporcare il pavimento con le impronte, soprattutto perché non ho voglia di pulirlo poi.
Grazie mille, Reiko.
Come facevo a sapere il nome? Beh, c'era sul biglietto con il numero di telefono, Una volta dentro, mi chiusi la porta alle spalle e feci qualche passo per la stanza, guardandomi intorno.
Vivi qui da sola? È un posticino niente male...
Certo, non era molto paragonato al mio appartamento, ma mica tutti potevano permettersi qualcosa del genere. Appoggiai poi la borsa su una sedia lì vicino e rimasi in piedi a guardarla, in attesa di istruzioni. Mica potevo entrare in casa degli altri e girarci dentro a caso.
Dunque... Dove andiamo? le chiesi, curiosa. Sembravo impaziente ma in realtà non era così, è soltanto che sono un po' come una bambina che quando vede un giocattolo nuovo non vede l'ora di giocarci; proprio in quel modo non vedevo l'ora di scoprire dove saremmo andate e di girare un po' per quella casa che non avevo mai visto.

Credits to ¬SasoRi


No, lo stipendio mi serve ç_ç
 
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Steppy-chan
CAT_IMG Posted on 30/12/2015, 21:56     +1   -1




Reiko Murakami

Al commento sulla sua tana, reagì con un'alzata di spalle.

Purtroppo sì... per me c'è anche troppo spazio, visto che ero abituata a dividere la stanza con più persone. Senza contare che i padroni mi fanno un'affitto da fame: con il mio portafoglio stanno mandando all'università i loro figli.

Ovvio che fosse un'esagerazione, ma non riusciva a essere obbiettiva, quando c'era da tirare fuori un consistente gruzzolo. Apprezzò che la tipa si togliesse le scarpe: non che fosse pronta a saltarle alla gola, però... Alla sua risposta, indicò il divano lì affianco.

Siediti pure lì. Ci vuole un bel po' per fare un ritratto decente, quindi è meglio se stai comoda.

Detto ciò le avrebbe dato le spalle, guadagnando il tavolino. Lì affianco avrebbe montato il treppiede, sistemandovi sopra un foglio candido. Fatto ciò si sarebbe diretta verso la zona cucina. Lì avrebbe aperto il frigo, mettendosi a frugare dentro.

Ti va qualcosa da bere? Personalmente, un goccio mi aiuta a lavorare meglio. Piuttosto: perché te li sei tinti così?

Si riferiva ai capelli, naturalmente. Moriva dalla voglia di sapere che genere di motivo l'avesse spinta a farlo. Quando era vissuta a Tokyo, si era impiastricciata i propri di nero e biondo, ma non si era mai spinta a un colore così ardito. Che fosse una punk? Non si sarebbe detto dal vestiario, ma chi poteva saperlo... Dagli abiti, la sua cliente doveva essere una che se la passava bene. D'accordo che il compenso che Reiko richiedeva non era tutta sta gran cosa, però non tutti potevano permetterselo. Le probabilità erano due: o lavorava in qualche settore intellettuale che le garantiva libertà sia economica che di pensiero (al contrario di certa gente d'ufficio, chiusa quanto i suoi vecchi) o era la classica figlia di papà. Se così era, si domandò se la replica di prima (quella relativi ai figli dei padroni) potesse averla offesa. Beh, e chissene... Il mondo era grande, non si poteva mica andare d'accordo con tutti.


I soldi non danno la felicità: la povertà invece sì lol
PS: bel format.
 
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CAT_IMG Posted on 2/1/2016, 13:46     +1   -1
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Chisato Chiba21 anni - Single - Capricorno - Ricca - Bisessuale»SCHEDA
Capisco... risposi al suo commento sull'esserci anche fin troppo spazio. Per me lo spazio non era mai troppo, anzi, a volte non bastava proprio, c'era sempre un qualche modo per sfruttare uno spazio, specialmente se ti chiami Chisato Chiba.
Il ritratto me lo avrebbe fatto nel soggiorno, dunque, visto che mi aveva invitato a sedermi perché ci avrebbe messo un po' a preparare tutto il necessario; così feci e optai per una poltrona che, a prima vista, sembrava abbastanza comoda e, per fortuna, le apparenze non mentivano, almeno per una volta. Mi appoggiai allo schienale morbido e mi rilassai, mentre tenevo d'occhio Reiko che preparava l'occorrente. Poi, quando aprì il frigo, mi chiese se volessi qualcosa da bere.
Se ce l'hai un sorso di thè freddo, grazie. Non sono il tipo da alcolici. dissi, sorridendole. Non voleva essere una critica, ognuno è libero di fare come crede. Poi arrivò la domanda che tutti si aspettavano, anche gli ascoltatori da casa. Ok, lasciando perdere quest'ultima frase, era perplessa sul colore dei miei capelli.Una cosa abbastanza normale, non era di certo la prima a chiedermelo e non sarebbe di certo stata l'ultima. L'importante era non fare domande inerenti agli eventi del passato, quello sì che mi avrebbe dato fastidio, ma non credo che lei sapesse qualcosa, dopotutto, a giudicare dall'accento, non sembrava nemmeno di queste parti.
Non li ho tinti, sono così da sempre. Nessuno sa il perché, così ho smesso di chiedermelo molto tempo fa.
Non sono una persona a cui piace mentire o nascondere le cose, quindi le avevo detto la verità senza nemmeno pensarci troppo, sperando solo che la cosa non suonasse molto più strana di quello che non volevo far sembrare o che mi prendesse per matta o bugiarda. Avevo ancora una foto di quando ero bambina da qualche parte nella borsa, così cercai di rincarare la dose.
E ho anche le prove, in caso tu, giustamente, non voglia credermi. le dissi, sempre con tono di voce molto rilassato. Oggi ero piuttosto calma, ma ora ero davvero curiosa di vedere come Reiko avrebbe reagito alla notizia e se questo fattore avrebbe cambiato il suo modo di comportarsi con me, non sarebbe stata la prima volta nemmeno in questo caso.

Credits to ¬SasoRi


Chisato non sarebbe molto d'accordo su questo xD
PS: grazie ^_^
 
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Steppy-chan
CAT_IMG Posted on 3/1/2016, 03:52     +1   -1




Reiko Murakami

Reiko non poté fare a meno che spalancare gli occhi, scrutando la propria interlocutrice con meraviglia.

Cioè, dici sul serio? Non avevo mai sentito di una storia del genere! Mi hanno raccontato di gente che nasce con i capelli bianchi, vagamente bluastri o violetti, ma verdi mai e poi mai...

In effetti, doveva compiere un considerevole sforzo per non superare la distanza che le divideva e mettersi a osservare da vicino ogni singola ciocca. Ciò che la spinse a resistere fu il fatto di non averne bisogno: lei stava per ritrarre Chisato, il che implicava analizzarne con scrupolosità ogni suo minimo dettaglio. Non faceva sempre così: a volte preferiva imprimere sulla tela un'immagine astratta che, più di descrivere la realtà, esprimeva il modo in cui lei la percepiva (cioè quello che facevano tutti gli Impressionisti). Tuttavia, non si era ancora presa la libertà (libertà?) d'infliggersi un'etichetta, quindi per quella volta avrebbe preferito guardare.

Tranquilla, ti credo. In fondo, perché diavolo dovresti mentirmi? Inoltre, anche se non fosse vero, la tua pretesa o credenza di essere nata così rivelerebbe di te più di tutte le verità del mondo.

S'indicò i propri capelli, di un castano che i più avrebbero catalogato come anonimo, ma che lei in vent'anni aveva imparato a conoscere in tutte le sue sfaccettature.

Prendi me, per esempio: il fatto che io sia bruna cosa indica del mio del mio passato o del mio futuro? Assolutamente nulla. Il tuo caso è però diverso. Anche se tu stessi dicendo la verità, non riesco neanche a immaginare che influenza può aver avuto sulla tua vita l'essere nata così. Con questo non sto dicendo che <u>non ti credo, bensì che il crederti o meno nulla toglie al fatto che tu abbia i capelli verdi e che questa sia una cosa straordinaria.

Aveva parlato più del previsto, ma non gli importava. Magari la maggioranza della gente queste confidenze se le teneva per sé, ma questo mica le faceva sparire. Era meglio dire tutto e subito, così da sopprimere sul nascere eventuali malintesi. Prese una birra dal frigo, aprendola e trangugiandone un sorso, per poi fare ritorno verso la cliente.

Comunque io lavoro meglio, dopo aver messo qualcosa nello stomaco... o nel fegato, suppongo. Visto però che tu devi stare ferma, forse è meglio che tu rimanga sobria.

Mentre camminava, prese una sedia dal tavolo della cucina e la mise davanti al treppiede: leggermente traslata, così da poter continuare a tener d'occhio Chisato. Prese il carboncino e si sedette, sgranchendosi dunque le braccia.

Direi che possiamo cominciare. Hai qualche preferenza particolare per la posizione o lo stile?
 
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CAT_IMG Posted on 9/1/2016, 02:00     +1   -1
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Chisato Chiba21 anni - Single - Capricorno - Ricca - Bisessuale»SCHEDA
Già, nessun medico sa come spiegare un simile caso, sono probabilmente l'unico caso conosciuto al mondo. dissi, con un sorriso. Mi aveva creduto, forse. Non avevo bene compreso tutto il discorso, ma la parte fondamentale l'avevo afferrata eccome. Per fortuna non sapeva nulla di quello che mi era successo, però aveva capito che una simile cosa avrebbe potuto cambiare di molto la vita di una persona e io la penso esattamente come lei.
Sono d'accordo. Apprezzo quello che hai detto. Comunque... dissi, tornando all'argomento principale A me non piace bere alcolici, in generale, quindi non preoccuparti per questo. continuai, facendole l'occhiolino. Ora non restava che decidere la posa e tutte quelle cose lì. Sì, me ne intendevo perché avevo letto molti libri sull'arte, sul ritratto e sulla pittura, soltanto che non avevo mai applicato la teoria, men che meno su di me. Non sapevo bene come lo volevo, il ritratto. In fin dei conti era uno strano capriccio che mi era balzato in testa questa mattina, quindi non mi ero preparata molto. Rimasi qualche secondo in silenzio a riflettere su quello che volevo. Di sicuro non di profilo, non vengo molto bene di profilo... Magari a mezzobusto? In stile Gioconda di Michelangelo? Ma sì, perché no, in fin dei conti mi ero vestita con un certo stile mica per niente, quindi tanto valeva che questo anche facesse parte del ritratto. Però di sicuro sarebbe stato un po' più espressivo della Gioconda, decisamente... Poi rialzai la testa e presi fiato per comunicare a Reiko la mia decisione.
A mezzobusto va bene? Non di profilo però, non sono bella in quella maniera... dissi, lasciando comunque la scelta finale a lei, come sottolineai dopo pochi secondi.
Però lascio la scelta a te, dopotutto sei tu l'esperta. Sono sicura che saprai fare un ottimo lavoro per farmi risaltare in tutta la mia bellezza.
Le sorrisi con fare malizioso, giusto per dare un maggior valore alla frase che avevo appena detto.

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Scusami, sono stato privato della connessione per qualche giorno ._.
 
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Steppy-chan
CAT_IMG Posted on 10/1/2016, 19:55     +1   -1




Reiko Murakami


La piacque che Chisato non se la fosse presa per il suo commento. Kami-sama, il mondo era così pieno di persone suscettibili... A volte le sembrava che fosse una caratteristica tipica dell'essere umano, interpretare ciò che gli veniva detto nel peggior modo possibile. Non sapeva che lettura dare all'occhiolino e al sorrisetto finale, ma probabilmente stava fraintendendo: in fondo, la gente tendeva a dare agli artisti una confidenza esagerata. Le era capitato più di una volta che persone semisconosciute, a cui aveva appena rivelato la propria professione, si fossero messe a raccontarle delle loro stranezze, spiattellandole fatti privati che non avrebbero rivelato neppure a uno psicologo. Forse perché ritenevano che quelli come lei fossero automaticamente di mentalità aperta? Beh, era un modo di pensare superficiale. Come quelli che credevano che tutti i musicisti fossero mancini (perché tutte le persone originali erano mancine, no?) o che gli scrittori avessero una visione più profonda dell'animo umano. Personalmente, Emiko aveva invece conosciuto gente comune (anche impiegati e manovali) con un modo di pensare più elastico di certi suoi colleghi. Tuttavia, doveva ammettere che questo pregiudizio non le risultava scomodo, in quanto pensava più o meno di incarnarlo. Era, per così dire, la regola che confermava l'eccezione. Trangugiando una sorso abbondante di birra (non era squisitamente amarognola e mandorlata come quella di Sapporo, ma sapeva accontentarsi), si distolse da quei pensieri, tornando a questioni più concrete.

Mhm... mezzo busto dici? A essere sincera, direi che non sia il modo migliore per far risaltare tutta la tua bellezza.

Accompagnò quella citazione con un cenno del capo e un sorrisetto appena canzonatorio: era più uno stuzzicare che un effettivo schernire.

In particolare, mi piace il modo in cui sei vestita. Il rosso della maglietta fa risaltare al meglio il verde dei tuoi capelli... quindi sarebbe meglio se ti togliessi la giacca... sì, così avremmo la giusta dose di rosso.

Quasi senza farci caso, aveva superato il treppiede e si era messa a ispezionare più da vicino la cliente... rimanendo comunque oltre la decenza dei due metri, s'intende.

Anche gli occhi hanno bisogno di un po' di contrasto, quindi direi di mettere in mezzo anche le gambe... il collant però non è abbastanza scuro. Puoi aspettarmi un attimo?

Senza attendere conferma, si mosse frettolosamente verso il corridoio e la propria stanza. Fece ritorno subito dopo con una torcia. La depositò accanto al muro alla propria sinistra, prendendo un cuscino da divano e ponendovelo sotto per inclinata verso l'alto. Accese dunque la torcia e ne regolò l'intensità. Chiuse infine la finestra, per poi tornare alla propria postazione.

Ecco qua! In questi casi andrebbe meglio un faretto, ma si fa quello che si può. Adesso la luce illumina i tuoi occhi, mantenendo però le tue gambe nell'ombra... che fra l'altro sono ben fatte, mi pare un peccato ignorarle.

Si grattò distrattamente una tempia, continuando a fissare la figura davanti a lei (o dentro la propria testa).

Perfetto Chichichan! Ora accavalla le gambe, posa un gomito sul ginocchio e prenditi il mento in una mano... se non stai comoda dimmelo, eh? Se mi fai un bel sorriso, direi che possiamo cominciare.
 
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CAT_IMG Posted on 24/1/2016, 23:03     +1   -1
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Chisato Chiba21 anni - Single - Capricorno - Ricca - Bisessuale»SCHEDA
Uhm... Tu dici? dissi, giusto prima che Reiko iniziasse a fare cose: si era avvicinata per darmi un'occhiata e aveva iniziato a parlare di abbinamenti di colori, luci, torce e posizioni. L'unica cosa che dovevo fare io in quel momento era assorbire tutta la conoscenza che mi stava quasi involontariamente trasmettendo, mettermi in posa e togliermi la giacca, cosa che feci volentieri visto che iniziavo ad avere un po' di caldo. Rispettai tutti i suoi suggerimenti e in generale tutto quello che aveva fatto e detto, aspettando quando c'era da aspettare, accavallando le gambe, mettendo il gomito sul ginocchio, prendendomi il mento in una mano e sorridendo.
Non preoccuparti, non sono affatto scomoda. le dissi, prima di entrare in modalità "modello per un ritratto" e dunque cercando di non muovermi e di fissare soltanto davanti a me, ovvero fissare il treppiede, il retro della tela e il volto di Reiko che ogni tanto spuntava da lì dietro, con sguardo concentrato mentre cercava di mettere a posto il tutto. Bene, in fin dei conti avevo incontrato una persona che era riuscita ad insegnarmi qualcosa e che, se proprio vogliamo dirla tutta, non era nemmeno poi così male fisicamente. Chi lo sa, la scelta del ritratto avrebbe potuto rivelarsi ben più proficua del previsto e per questo mio pensiero il sorriso si fece un po' più malizioso per qualche istante, ma cercai di mantenere la calma e di controllarmi, tornando a sorridere in maniera normale.
Ah, dimmi pure se hai bisogno che faccia qualcos'altro, io seguirò tutto quello che mi dirai...
Chissà quante persone avrebbero frainteso una simile frase, anche se Reiko non sembrava il tipo, ma questa era soltanto una opinione a caldo, dopotutto la conoscevo appena.

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CAT_IMG Posted on 26/1/2016, 15:17     +1   +1   -1




Reiko Murakami

Era una fortuna che Chisato fosse così accondiscendente. Aveva conosciuti certi clienti così odiosi, a cui non andava mai bene nulla. Non era raro che la gente varcasse quella soglia senza avere bene in mente cosa voleva (spesso più attirati dall'idea di farsi ritrarre, più che dal ritratto in sé), però c'erano due differenti categorie. Alla prima i dipinti sembravano sempre troppo innaturali e troppo diversi dall'immagine che avevano di sé stessi, o al contrario troppo simili e per questo banali. Visto che Reiko si era sentire rivolgere queste due opposte dalle stessepersone, aveva concluso che l'origine doveva essere un recente pasto che non avevano digerito bene (altre spiegazioni logiche non c'erano). Anche perché il ciclo non c'entrava un accidente, dato che c'erano clienti maschili più mestruati di quelli femminili. La seconda categoria erano quelli che si accontentavano, concedendoti quella giusta dose di critica, per farti capire che apprezzavano davvero il tuo lavoro.

Notò il cambio d'espressione di Chisato che, combinato con la frase che seguì, le fece venire dei dubbi. Reiko non amava farsi dei pregiudizi, ma proprio per questo a volte prendere in considerazione gli scenari più estremi. Cioè, estremi dal punto di vista razionale: non sospettava certo che Chisato fosse un'alieno. Però riteneva egualmente possibile sia che quelle parole non significassero nulla così come contenessero un secondo fine. In parole povere: è venuta qui per rimorchiare o sono io che dormo da sola da troppo tempo? Ovvio che queste erano impressioni marginali: il 99% del suo cervello era occupato a catturare con più precisione possibile il profilo della cliente, cercando di emulare quel non so che, responsabile dell'anima apparente di una persona. L'1% restare era però abbastanza libero per fare un po' quello che voleva, compreso avventurarsi in fantasie esagerate. Era come una goccia d'acqua che continuava a precipitare sulla roccia, fino a sgretolarla, facendosi spazio nella coscienza. Non riteneva la verità più importante della menzogna (c'erano cose che era meglio non vedeva, questo lo capiva anche lei), ma essere a metà fra il sapere e il non sapere le dava fastidio. Per questo, decise di fare un tentativo. Non si prendeva neppure lei sul serio e grazie a ciò riuscì a dare alla proprio voce un sincero tono scherzoso.

Se la metti in questi termini, vorrei che mi sposassi e che mi comprassi un castello in Europa... Vorrei che dal castello si potesse vedere il mare, ma uno di quelli in cui il cielo è di grigio sognante. Deve soffiare un vento forte, altrimenti la salsedine ti si attacca alla pelle e ti impedisce di pensare. Ah, riguardo il matrimonio: niente di sfarzoso, però voglio assolutamente che il sacerdote sappia suonare la chitarra. E sia chiaro: sono piuttosto pigra, quindi mi dovrai preparare la colazione tutte le mattine e portarmela direttamente a letto. Allora che ne dici, come pagamento per il ritratto?

Era una palese burla (anche perché si conoscevano da quanto? Un quarto d'ora?), ma chissà come avrebbe reagito Chichichan...
 
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CAT_IMG Posted on 2/2/2016, 00:00     +1   -1
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Chisato Chiba21 anni - Single - Capricorno - Ricca - Bisessuale»SCHEDA
Dovetti fare un grande sforzo per contenere la sonora risata che si stava facendo spazio nei miei polmoni. Ma non volevo muovermi troppo e rischiare di rovinarle il lavoro, così trovai in qualche modo la forza per trattenermi: l'unica cosa che trapelò fu un sorriso molto più accentuato e divertito. Avevo capito il perché di quella sua frase così palesemente esagerata: era la risposta alla mia affermazione di poco fa e forse mi stava testando? Aveva forse colto la malizia che avevo messo nelle mie parole e nei miei sguardi? Beh, non che lo faccia apposta, non sempre almeno. Mi esce quasi naturale, soprattutto con le ragazze; mi rendo conto che ad alcune potrebbe dare fastidio ma forse questo non era il caso. Ero quasi tentata di proseguire il discorso sulla sua proposta di matrimonio, ma prima dovevo risponderle a modo, ma senza muovermi, sempre per lo stesso motivo di poco fa.
Il castello dove hanno girato Harry Potter va bene? dissi, con tono quasi serio, ma non abbastanza da essere considerato come tale. Ed ora, passiamo alla parte interessante.
Ma non è un po' presto per chiedermi di sposarti? Non pensi che dovremmo conoscerci almeno un po', prima? Che ne dici di uscire stasera per iniziare la cosa?
Anche questa parte era detta con tono scherzoso, ma la malizia si era fatta di nuovo sentire sulla parte dell'appuntamento. Era solo una frase buttata lì, ma di sicuro non mi sarebbe dispiaciuto se lei l'avesse presa sul serio. Mentre ero ferma ad osservarla mentre mi ritraeva avevo potuto osservarla per bene e devo dire che era una ragazza davvero interessante e che rivelava la sua vera bellezza mentre era intenta a dare libero sfogo alla sua arte.

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